09 maggio 2013
A quattro giorni dalla matematica conquista del 31° Scudetto e a due dalla consegna del meritato trofeo, in casa Juve si continua ancora ad assaporare la gioia del nuovo trionfo. Una gioia che non ha tolto concentrazione al gruppo, come dimostrato dalla vittoria di ieri sera contro l’Atalanta. Chi a Bergamo non c’era è Gigi Buffon, sostituito in maniera egregia da Marco Storari. Il giorno dopo, il capitano è subito tornato in cattedra. Nel senso più letterale del termine, partecipando a un incontro organizzato dall’Università del dialogo del Sermig di Torino. Ai tanti ragazzi accorsi, Buffon ha parlato – tra le altre cose - anche dello Scudetto, arrivato a un anno di distanza dal primo dell’era Conte. Due trionfi diversi, ma ugualmente indimenticabili. «Questo Scudetto non ha avuto il sapore forte del primo. L’anno scorso abbiamo sorpreso tutti facendo un’impresa titanica, partendo da posizioni svantaggiose, senza i favori del pronostico. Questa volta è stato diverso, ma non per questo la felicità è stata inferiore. Essere la squadra da battere è stata una dolce condanna che ci ha accompagnato da luglio fino ad adesso. Riuscire a vincere, sapendo che tutti aspettano un tuo errore per metterti davanti alle tue responsabilità, è complicato. Uno Scudetto assaporato domenica dopo domenica, una gioia dolce e quindi più duratura».
