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I Campioni d’Italia: Leonardo Bonucci

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I Campioni d’Italia: Leonardo Bonucci
I Campioni d’Italia: Leonardo Bonucci
I Campioni d’Italia: Leonardo Bonucci

Nel calcio moderno, essere forti con la testa non è solo più sinonimo di potenza nel gioco aereo. Ma anche e soprattutto forza mentale, capacità di concentrazione e ricerca continua di nuovi stimoli. Caratteristiche che sembrano sposarsi a pennello con Leonardo Bonucci.

L’esperienza del difensore viterbese a Torino è all’insegna di una crescita costante. Nelle prestazioni e nella personalità. Tanto da diventare un punto fermo nelle gerarchie di Antonio Conte. Basta vedere il tabellino delle presenze stagionali. Leo è insieme a Barzagli il bianconero sceso in campo più volte, cioè 48, vincendo però la speciale classifica dei minuti. Sempre da titolare e sostituito solo in due occasioni.

Le cinque gare saltate in campionato (33 su 38 le presenze) sono state le uniche perse in stagione. Sempre presente in Champions League con dieci su dieci, in Coppa Italia con quattro su quattro e nella Supercoppa di metà agosto in Cina. Segno di una condizione atletica sempre al massimo. Tanto che le assenze sono arrivate quasi solo per squalifica.

Un aspetto non da trascurare anche quest’ultimo e solo all’apparenza negativo. Un Bonucci capace sì di impostare il gioco, retaggio della sua precedente esperienza da centrocampista. Ma un Bonucci anche in grado di dare la classica “scarpata” in caso di necessità. Tanto da risultare il più falloso del trio difensivo e il secondo nella classifica delle respinte con 160, dietro solo alle 181 di Barzagli.

Proprio per le sue caratteristiche, rispetto a Barzagli e Chiellini, il viterbese è quello che più si presta ad aiutare la squadra nella costruzione del gioco. Solo Andrea Pirlo ha tentato più passaggi, ma con i suoi 1854 (di cui 1.644 riusciti) è stato il primo tra i difensori. Di questi passaggi, ben 867 sono arrivati nella metà campo avversaria.

Un segnale importante della sua partecipazione al gioco d’attacco bianconero. I 24 palloni toccati nell’area avversaria lo fanno svettare nettamente su tutti gli altri protagonisti della retroguardia. Cinque le occasioni create e nessun gol in campionato. Compensato però da quello in Champions contro lo Shakhtar, a conti fatti uno dei più importanti di tutto il cammino europeo della Juventus.

Se il lavoro di un allenatore si vede dalle vittorie, ma anche dalla crescita dei suoi giocatori, Antonio Conte ha messo pennellate importanti nel capolavoro di Leonardo Bonucci. (Dati Opta)

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