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La finale di Coppa, minuto per minuto.. al telefono!

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La finale di Coppa, minuto per minuto.. al telefono!
La finale di Coppa, minuto per minuto.. al telefono!
La finale di Coppa, minuto per minuto.. al telefono!

Seguire le partite della Juventus trent'anni fa era molto diverso rispetto ad oggi. Internet, i social network, i live match e le dirette satellitari, erano solo idee platoniche. C'era la televisione, quella sì, ma i canali erano pochi – si stava affacciando al mercato la tv commerciale – e non tutto veniva trasmesso anche in Italia. La volontà di seguire la propria squadra del cuore ad ogni costo, tuttavia, faceva volare allora come oggi il cuore oltre ogni ostacolo…

L’8 dicembre 1985 la Juventus disputa la finale della Coppa Intercontinentale a Tokyo. Un evento epocale.

Michele Massaro, tifoso bianconero calabrese, si informa e scopre che la partita viene trasmessa in televisione, ma non per tutti: «Il giorno prima dell'evento, il 7 dicembre 1985», racconta «leggo che la diretta della partita sarebbe stata trasmessa solo da un canale televisivo, e solo in Lombardia. E per giunta dalle 4 del mattino in poi».

Ci sarà la differita, ma alle 20,30 del giorno dopo su Rai 1. Come se non bastasse, anche la radio, allora sì molto diffusa per essere informati sui risultati delle partite, non trasmette la cronaca in tempo reale del match.

Dramma. Come fare per seguire la Juventus all'altro capo del mondo? Per non perdersi quella partita, storica, Michele e i suoi amici di Scalea, sono disposti a tutto.

«Una partita così non si può perdere, in palio c'è il titolo di Campioni del mondo per club!» Michele riflette e si ricorda che a Milano, da qualche anno, si è trasferito un suo caro amico, Giorgio.

«Non ci abbiamo pensato un minuto di più. Ho chiamato Giorgio e ho preso accordi con lui, perchè ci raccontasse la partita in diretta».

Anzi, meglio ancora: Giorgio avrebbe avvicinato la cornetta del suo telefono alla televisione e con gli amici di Scalea avrebbe seguito la partita via cavo sì, ma quello del telefono.

La sera dell'8 dicembre, vigilia del match, casa di Michele si trasforma nella tribuna dello stadio Comunale di Torino: «Ci ritroviamo in venti e dopo una spaghettata e diversi pacchetti di sigarette, siamo pronti a chiamare Giorgio».

Ovviamente, tutti d'accordo nel dividere la bolletta che, il mese successivo, sarà una delle più salate mai arrivate: «Me lo ricordo ancora: noi tutti seduti in salotto e un nostro amico che, cornetta in mano, ci spiega cosa sta avvenendo».

Argentinos Juniors-Juventus sarà una partita memorabile. Dopo i 90 minuti, il risultato è fermo sul 2-2. Sono necessari i tempi supplementari e poi anche i rigori. La bolletta lievita, ma a Michele e gli amici non importa neanche un po':

«Eravamo ammutoliti, concentrati su ogni commento proveniente dalla tv di Giorgio». Ormai, a Scalea, così come a Milano, è l'alba. A Tokyo sta per cominciare la lotteria dei rigori. Sul dischetto si presenta Michel Platini. E' il tiro decisivo. Dalla cornetta arriva la voce del commentatore:

«GOL! LA JUVENTUS E’ CAMPIONE DEL MONDO!»

A casa di Giorgio e a casa di Michele scoppia la festa, irrefrenabile: «Alle 7 del mattino siamo scesi in strada, non c'era nessuno, ma abbiamo festeggiato lo stesso con bandiere, sciarpe, suonando i clacson. Che nottata!»

Grazie al telefono, e a Giorgio, amico di Milano, Michele e altri juventini come lui, non si sono persi un momento unico nella storia della Juventus. E per viverlo, non c'è bolletta che tenga!

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