c35d9840-cbc0-4a95-9492-4136077a2eb4.jpg

La Lazio tra Supercoppa e campionato

SHARE
La Lazio tra Supercoppa e campionato
La Lazio tra Supercoppa e campionato
La Lazio tra Supercoppa e campionato

Domenica 18 agosto, Vladimir Petkovic ha schierato la sua Lazio con il 4-2-3-1 in occasione della finale di Supercoppa con la Juventus. In porta Marchetti; linea di difesa a 4 con Cavanda, Biava, Dias e Radu; a centrocampo Biglia e Ledesma piazzati a protezione del reparto arretrato; sulla trequarti Candreva, Hernanes e Lulic dietro Klose, unica punta. Le sostituzioni effettuate, immediatamente dopo il 4-0 firmato da Tevez e a metà ripresa, non avevano grandi significati tattici perché ormai il verdetto era già decisamente definito: Ederson per Radu; Floccari per Ledesma; infine, Onazi per Hernanes.

Decisamente più significative sono le variazioni proposte in occasione della prima gara di Serie A, vinta sull’Udinese 2-1, tanto in termini di modulo con la scelta del 4-4-1-1 quanto con l’inserimento di forze fresche. I biancocelesti sono scesi in campo infatti con ben 3 uomini nuovi (in neretto) rispetto a 7 giorni prima, schierandosi con Marchetti; Cavanda, Cana, Novaretti, Radu; Gonzalez, Biglia, Hernanes, Lulic; Candreva; Klose.

L’IDENTITA’ DELLA LAZIO DI PETKOVIC Ovviamente è troppo presto fare una valutazione statistica sulla nuova Lazio 2013-14 dopo una sola gara di campionato, ma può avere comunque un piccolo significato mettere a confronto cosa è successo nel 2-1 sull’Udinese in relazione all’identità maturata nello scorso campionato in 38 partite. Contro i friulani, il dato più eclatante è stata l’abbondante produzione offensiva dei capitolini, che sono andati al tiro ben 20 volte, 7 delle quali nello specchio della porta. Un numero decisamente superiore rispetto alle consuetudini della stagione passata, dove Klose e compagni si sono piazzati all’ottavo posto nella classifica delle conclusioni dentro la porta, con una media di 4,8 tiri a incontro (la Juve è stata la squadra leader con 7,3). Un altro dato interessante è quello riguardante il possesso palla. Lazio e Udinese se lo sono spartito in eguale percentuale. Nel 2012-13 la formazione di Petkovic si è piazzata al nono posto, superata da squadre come Parma e Torino che hanno terminato il torneo alle spalle dei biancocelesti.

COME SEGNA LA LAZIO La profondità e i tiri da fuori. Se queste due soluzioni non si sono dimostrate efficaci nella finale di Supercoppa, va detto che hanno costituito la scelta offensiva più quantitativamente rilevante della prima Lazio targata Petkovic. I gol classici e ricorrenti del 2012-13 hanno visto spesso e volentieri Klose servito nello spazio con assist in verticali (ben 6 le reti così costruite). Oppure, dalla media e lunga distanza, con 11 gol (contando anche l’Europa League) ed Hernanes nella parte del protagonista con 5 realizzazioni. Il brasiliano è stato l’autore del primo gol del campionato 2013-14 con un’azione personale insistita, conclusa con un sinistro sul primo palo che ha bruciato sul tempo il portiere dell’Udinese. La rete del momentaneo 2-0 è stata firmata dal dischetto da Candreva. Con 3 centri è stato lui, ex juventino, lo specialista dei tiri dagli 11 metri, ma non sono mancati gol di Hernanes, Ledesma e Mauri.

Potrebbe Interessarti Anche