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Llorente: «Il momento più bello della mia carriera»

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Llorente: «Il momento più bello della mia carriera»
Llorente: «Il momento più bello della mia carriera»
Llorente: «Il momento più bello della mia carriera»

Sorridente, disponibile, schietto... Fernando Llorente è un bomber spietato, ma anche davanti alla telecamera si trova a proprio agio, come se fosse in area di rigore. Invece dei cross questo pomeriggio sono piovute le domande dei Premium Member che hanno avuto il privilegio di dialogare con il Re Leone durante la video chat esclusiva per gli iscritti alla community bianconera.

Molte le curiosità soddisfatte da Fernando. Dal suo primo impatto con la Juve «una squadra grandiosa, rendermene conto è stata la cosa più bella», al rapporto con i tifosi, «mi hanno riservato un'accoglienza fantastica e sentirli trascinare la squadra è bellissimo», all'inevitabile periodo di ambientamento che ha dovuto superare: «qui ho trovato un nuovo metodo di lavoro e serviva un po' di tempo, ma pian piano ci si abitua, si migliora e si entra in sintonia con i compagni. E' stato un cambio molto importante, per me: lasciare il mio paese, una nuova città, un nuovo ambiente... Ora però sto vivendo uno dei momenti più belli della mia carriera».

Una carriera già strepitosa, ma in continua ascesa, per la quale Llorente ringrazia una persona in particolare: «Mio fratello. Mi è sempre stato vicino, fin da quando ero piccolo ma già iniziavo a pensare al calcio come una cosa molto importante. Mi ha sempre seguito durante le partite e a volte arrivavamo anche a litigare, perché mi mi spronava sempre a migliorare».

Jesus, il fratello di Fernando, doveva essere ben esigente, ma se i tifosi bianconeri ora si possono godere il Re Leone è anche merito suo. Suo e dell'ambizione di Llorente che fin da piccolo sognava una carriera nel calcio, emulando i suoi idoli: «Seguivo il Barca di Cruyff e Laudrup mi piaceva moltissimo, ma anche Romario e Ronaldo. Io passavo tutto il giorno giocando, cercando di imitarli e di migliorare. Non sono sempre stato un attaccante però: quando avevo sette anni giocavo a cinque e ovviamente ricoprivo tutto il campo. Il ruolo definitivo me l'hanno dato a Bilbao -conclude Fernando - quando sono entrato nella “Cantera” dell'Atletico». Davvero una magnifica intuizione...

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