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Il film della stagione: due partite cruciali per noi

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Il film della stagione: due partite cruciali per noi
Il film della stagione: due partite cruciali per noi
Il film della stagione: due partite cruciali per noi

Ci sono momenti nel corso della stagione in cui è necessario dare lo strappo decisivo per fare capire agli altri, ma soprattutto a sé stessi, che nulla succede per caso. Se ogni vittoria pone già le basi della successiva, è bene pertanto non smettere di vincere.

Alla Juve lo sappiamo bene, da 117 anni a questa parte. Il mese di novembre 2014 è lì per testimoniarlo. Dal giorno 1 in poi, come abbiamo visto nella puntata scorsa, i bianconeri inanellano una serie impressionante di successi decisivi per la corsa al titolo e per la qualificazione in Champions League. Due, forse i più importanti, arrivano il 22 e il 26 novembre 2015: quelli contro Lazio e Malmoe.

Il varo della linea di difesa a quattro, collaudata contro l’Olympiacos e ammirata contro il Parma, porta al tris contro i biancocelesti e alla impresa di Svezia. Allegri continua ad avere in mano ottime carte e sa giocarle al momento giusto, scombinando le idee degli avversari e prendendosi tutto il piatto con pieno merito. LAZIO-JUVEQuella contro la Lazio è una delle gare simbolo di una stagione, metafora di un predominio psicologico, tattico ed atletico senza pari. Una gara risolta da due talenti purissimi: Tevez e Pogba. Anzi, #Pogboom.

Davanti ci si para una delle avversarie principali della stagione: il gruppo biancoceleste di Pioli (fresco di rinnovo) capace di contendere alla Roma fino alla penultima giornata il secondo posto in classifica, e di guadagnarsi ai danni del Napoli una piazza nell’Europa che conta. A fine anno la squadra della capitale chiuderà con lo score più alto di gol segnati dai centrocampisti (47 su 71), il più alto numero di palloni intercettati in campionato (748, simbolo dell’aggressività di tutti i reparti), ben quattro giocatori in doppia cifra (Candreva, Felipe Anderson, Klose e Parolo, stelle laziali) e la più alta percentuale di tiri nello specchio (51.2%).

Per batterla serve una Juve pressoché perfetta. E la Juve che sbanca l'Olimpico pressoché perfetta lo è, riuscendo ad annichilisce una Lazio che pure era entrata in campo con le migliori intenzioni. Pereyra trequartista è una bella intuizione, perché l'argentino svaria per tutta la larghezza del campo, non dà riferimenti e con le sue accelerazioni inguaia i biancocelesti, costretti spesso a ricorrere a metodi poco urbani per fermarl

Aggressività e velocità del gioco rendono la gara frizzante, ma gli spazi ridottissimi limitano le occasioni. L'impressione è che il minimo errore possa costare caro.

Poi bastano tre passaggi per cambiare il volto alla partita. Come sempre accade quando in campo ci sono dei fuoriclasse. Pirlo ha la solita geniale intuizione nel mettere in movimento Tevez sulla fascia. L'Apache riceve, scatta, alza la testa e pennella per Pogba al limite. Il controllo del francese è una chicca da intenditori, perché non solo addormenta il pallone, nonostante il tentativo di Lulic di sbilanciarlo, ma se lo porta in posizione di battuta e lo piazza a fil di palo senza che Marchetti possa anche solo pensare di arrivarci.

Dopo il gol la Juve è padrona assoluta del campo.

Si devono aspettare dieci minuti oltre l'intervallo per il raddoppio che la Signora trova con un'azione che mette in mostra maturità, classe e cinismo: la Lazio pressa alta, ma i bianconeri non si scompongono, anzi tengono palla e arretrano fino a ripartire da Buffon e Lichtsteiner. Lo svizzero lancia Marchisio, che salta l'uomo, punta l'area e appoggia al centro per il liberissimo Tevez. L'Apache ha tutto il tempo di controllare e infilare Marchetti con un rasoterra angolato.

La Juve di quella sera è devastante. Anche l'azione del terzo gol è da applausi e questa volta non si sviluppa né in contropiede né dalle fasce: Pirlo imbecca Pereyra al limite e l'argentino, con una mezza veronica si gira e libera Pogba, perfetto nell'inserimento, nello spostarsi il pallone sul sinistro e nel piazzarlo tra palo e portiere. E’ la sua seconda doppietta in campionato con la Juve (la prima era arrivata contro l’Udinese di Pereyra, nel gennaio 2013)

Nove lanci a bersaglio, cinque palle recuperate e 100% al dribbling. Tutti concordano con Allegri: quella dell’Olimpico è stata davvero un’ottima partita per Pirlo, al rientro dopo 11 giorni di stop.Con i tre di Roma, la Signora raccoglie 31 punti dopo 12 giornate per il terzo anno di fila. Appena quattro reti subite dai bianconeri, mai avevano fatto meglio in Serie A dopo lo stesso numero di partite. All’epoca, solo il Bayern Monaco (tre reti) poteva vantare una difesa migliore di quella juventina nei cinque maggiori campionati europei.

Merito di tutti, ma anche di Leonardo Bonucci, che con Chiellini effettua contro la Lazio il maggior numero di passaggi positivi della serata (64). Con Bonnie la squadra ha mantenuto la porta inviolata 19 volte, record tra i giocatori della Serie A TIM. Quest’anno è stato il giocatore bianconero più utilizzato in campionato (la bellezza di 3015 minuti).

La Lazio costruirà la sua fortuna nel girone di ritorno, conquistando 38 punti e finendo dietro alla sola Juve in quel periodo. E perdendo nei minuti finali dei supplementari la finale di Coppa Italia. Ma questa è una storia che vi abbiamo già raccontato, e che torneremo a narrarvi più avanti…

MALMOE-JUVE All’Olimpico la Signora ha mostrato una condizione fisica invidiabile che, unita alla squisite giocate mostrate per tutta la gara, rappresenta un biglietto da visita decisamente incoraggiante in vista della decisiva trasferta di Champions a Malmoe.

Dopo il successo sull’Olympiacos è ancor più importante non procedere a passo di gambero, vanificando la fondamentale vittoria dello Stadium. E’ quindi imprescindibile vincere per staccare i greci e vivere l’ultima gara del girone con più tranquillità, ma soprattutto per tornare al successo europeo in trasferta che mancava dai tempi Glasgow. Con tutto questo in testa i nostri ragazzi si imbarcano alla volta della città svedese.

Ebbene, nonostante per tutto il primo tempo gli uomini di Hareide ci diano del filo da torcere, la missione svedese è compiuta. Una bella vittoria, anche più piena di quanto non dica il punteggio, viste le occasioni create e le poche concesse. Come all'andata la Juve regola il Malmoe per 2-0, con i gol di Llorente e Tevez, la coppia d'attacco scelta da Allegri che, rispetto all'ultima gara contro la Lazio, propone un unica novità: Vidal, trequartista al posto di Pereyra. Anche l'inizio è simile a quello dell'Olimpico, con i bianconeri che controllano agevolmente gli avversari, e minuto dopo minuto prendono confidenza con il match.

Le condizioni del campo sono imbarazzanti e il pallone si comporta in modo isterico. Tenerlo a terra è complicato, così come prevederne le intenzioni. Il problema comunque è comune a entrambe le squadre.

Nella ripresa si presenta una Juve più “cattiva” rispetto a quella della prima frazione di gioco. Al 3' sfiora ancora il gol con il tiro cross di Vidal, sul quale Tevez non arriva per un soffio, e un minuto dopo passa con Llorente: Marchisio lancia in profondità il Re Leone, che si fa quaranta metri palla al piede, entra in area, salta Olsen in dribbling e appoggia nella porta sguarnita.

I bianconeri ora sono padroni assoluti del campo. Fanno girare palla velocemente e, soprattutto, lo fanno praticamente sempre nella tre quarti campo avversaria, tenendo così il Malmoe a distanza di sicurezza e in costante apprensione.

Sarebbe opportuno chiudere la partita ed è incredibile che non ci riesca Morata (subentrato al posto di Nando) quando, con Olsen battuto, scarica sulla traversa da un metro l'assist al bacio di Tevez. Ci pensa allora direttamente l'Apache, sfruttando una ripartenza di Pogba e superando il portiere in uscita con un tocco nell'angolino. “Ora, nell'ultima sfida contro il colchoneros, basterà un pareggio per passare il turno”, scrivevamo all’epoca. Così sarà, infatti. Col nuovo modulo salgono a quattro le vittorie di fila, a fronte di 15 gol fatti e due soli subiti (quelli con l’Olympiacos). Impressionante il numero di palloni gestito da Vidal (100) in Svezia, seguito da Marchisio (92). Ma Malmoe-Juve è anche la partita di Padoin, uno degli eroi indiscussi di questa stagione, che lascia il campo con 38 passaggi positivi su 38. Ovvero il 100%.

Quella di Malmoe è stata una vittoria cardinale per salire a 9 punti in classifica e staccare la formazione di Michel, terza a quota 6 in virtù della contemporanea vittoria dell’Atletico sui campioni di Grecia per 4-0.

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