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Il tridente del Barcellona

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Il tridente del Barcellona
Il tridente del Barcellona
Il tridente del Barcellona

Messi? Un alieno, secondo Bonucci. Un extraterrestre, secondo Gigi Buffon. E poi, accanto all’argentino (Mr. 58 reti), ci sono Suarez e Neymar: roba da, rispettivamente, 24 e 38 gol stagionali. Centoventi in tutto.

Sabato 6 giugno la difesa bianconera avrà l'arduo compito di far tornare questi marziani sulla terra, cercando di prosciugare una apparentemente inesauribile vena realizzativa per almeno 90+ minuti.

Ecco di fronte a quali dati si sono ritrovati i ragazzi di Allegri quando manca una sola Partita al termine della stagione.

EL PISTOLERO Quello che spaventa di Luis Suarez è il quasi identico numero di gol ed assist serviti in questa stagione. Sebbene ad una prima occhiata possa sembrare il meno prolifico dei tre, i 21 assist raccontano forse ancor meglio dei 24 gol stagionali (16 nella Liga, 6 in Champions e 2 in Copa del Rey) una intera stagione al servizio della squadra. Il numero 9 cresciuto nel Nacional di Montevideo segna e fa segnare, proprio come ai tempi del Liverpool, quando nel corso dell’ultima stagione inglese aveva raggiunto un bottino di 31 gol e di 24 assist. E senza neanche giocare la Champions League.

Numeri in crescita rispetto alla stagione precedente nei Reds, quando le reti furono 30 in 44 partite e le volte in cui mandò in rete un compagno 13, e naturalmente rispetto anche a quella 2011/12.

Insomma, smaltita la squalifica rimediata al Mondiale, Suarez si è presentato ai blocchi di partenza di questa stagione in forma più che mai, per quella che è stata finora la sua miglior annata di sempre. L’uruguayano ama segnare di destro (17 le reti così), ma non disdegna neanche il piede mancino (6). Una sola la marcatura di testa, finora, a cui però si aggiungono 78 occasioni create ed una percentuale realizzativa del 22.86%.

I suoi numeri possono sembrare ad una prima occhiata inferiori rispetto a quelli dei due sodali di reparto, ma non dobbiamo dimenticarci che ha giocato in fondo anche meno partite ufficiali (42, contro le 56 di Messi e le 50 di Neymar).

O’ NEY

«In caso di vittoria mi tingerò i capelli di biondo insieme ai miei amici», ha dichiarato ieri il numero 11 blaugrana Neymar.

Sperando che i suoi capelli rimangano dunque per sempre del colore naturale, vediamo con quali numeri si presenta il fenomeno brasiliano ai nastri di partenza della finale di Champions.

Dei tre è sicuramente il meno altruista (7 gli assist forniti) ma il più letale, con una percentuale realizzativa del 32.2% (un gol ogni 105 minuti), e colui che recupera più palle (166 contro le 163 di Messi e le 85 del Pistolero, a fronte anche del più alto numero di intercetti, ovvero 19).

Insomma, sarà anche il più giovane dei tre, ma è anche colui che non si fa pregare quando c’è da andare a contrasto (60, di cui l’81.7% vinti) e dare battaglia lì davanti. Il 23enne di Mogi das Cruzes l’anno scorso aveva chiuso a quota 15 gol e 15 assist: Luis Enrique ha davvero trovato la maniera di far coesistere quei tre lì davanti ponendoli sotto l’egida del campione argentino, che non si è fatto pregare e li ha fatti giocare come mai avevano fatto fino a quel momento. Pur mantenendo inalterato il proprio, mostruoso ruolino di marcia.

LEO MESSI Scorrere la lista dei record frantumati dal piccolo folletto argentino è un’operazione lunga, curiosa anche se probabilmente del tutto inutile. Uno dei più forti giocatori di tutti i tempi non ha certo bisogno di presentazioni.

Basti solo il suo biglietto da visita stagionale, che recita 58 reti (35 di sinistro, 17 di destro, 6 di testa), 27 assist, 145 (ripetiamo, 145) occasioni create ed una rete ogni 85 minuti. C’è poco altro da aggiungere rispetto ai fiumi di inchiostro già versati per descrivere questo giocatore di un altro pianeta.

Come scrive il sito del Barcellona, il signor Messi è uomo da 20 gol in 23 finali, gli ultimi due dei quali in Coppa del Rey, sabato scorso. Conditi, manco a dirlo, con un apporto decisivo in occasione del gol di Neymar del 2-0. In entrambe le finale di Champions che l’hanno visto protagonista è andato in rete: a Roma, nel 2009, e di nuovo a Wembley nel 2011, sempre contro il Manchester United. A questi centri si aggiungono una marcatura in 3 Supercoppe Europee, 10 reti in 6 Supercoppe Spagnole, 4 gol in 5 presenze nell’ultimo atto della Copa del Rey e 3 gol in Coppa del Mondo per Club.

I nostri ragazzi faranno di tutto affinchè questo pallottoliere si fermi per una notte. Quella del 6 giugno prossimo.

TIRANDO LE SOMME In Champions League il tridente Messi-Neymar-Suarez è secondo solamente a quello ideale formato da Messi, Eto’o ed Henry, quello per intenderci della stagione 2008-09 (99 reti).

Con la maglia del Barça Messi ha realizzato 77 reti in Europa; Eto’o 16 (in 38 presenze) ed Henry 8 (su 26). Il totale farebbe 101, mentre quello attuale arriva ‘solamente’ a 96.

Nonostante i 73 gol in 60 presenze di Leo Messi nella prima stagione di Guardiola sulla panchina catalana (2011-12), per un totale di 103 reti assieme ad Alexis Sanchez (15 su 41 presenze) e Cesc Fabregas (15 su 48), il trio d’attacco blaugrana in quella stagione ha subito notevoli cambiamenti e non è mai stato costante per tutta la stagione (Pedro, ad esempio, andò a segno 13 volte su 48 presenze). Anzi, continuava a basarsi quasi unicamente sui colpi di geni dell’alieno di Rosario, Argentina.

Nel 2010-11 la premiata ditta Messi-Villa-Pedro ha fatto arrivare nelle casse catalane 98 reti stagionali (53 per Leo, 23 per l’ex attaccante della nazionale spagnola e 22 per l’attuale membro della rosa catalana).

C'è da notare che solamente le squadre basate su una corretta ripartizione di gol nel tridente offensivo vinsero poi la Champions League.

Attualmente in Europa non c’è trio d’attacco capace di far meglio. Se Lewandowski, Robben e Ribery hanno fatto 53 gol in tre e il tris Cavani-Lavezzi-Ibra 70, la BBC del Real Madrid (Benzema, Bale e Cristiano) si è fermata a quota 100 reti (22, 17 e 61).

I blancos sono riusciti a farne due ai bianconeri nel corso della doppia sfida di Champions, ma alla fine è stata la Juve a qualificarsi per la finale di Champions.

Guardando ai 120 gol totali di Messi, Neymar e Suarez non resta che rileggere le parole di Chiellini (“stiamo attenti: a livello difensivo, l’Italia non è la Spagna”) e pensare che in fondo, al gioco del calcio, vince chi ne butta dentro almeno una in più dell’avversario. E in 90 minuti può succedere di tutto.

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