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«Una sfida scudetto»: così Allegri aveva definito Juve-Lazio. Bene, la vittoria di oggi non consegna il quarto campionato di fila ai bianconeri, ma certo li avvicina parecchio al traguardo finale. Anche i biancocelesti sono ricacciati indietro, a 15 punti di distanza, con sette partite ancora da giocare. La Champions incombe, ma la Juve ha in testa un solo obiettivo, ben preciso, e ci mette mezz'ora a raggiungerlo. Il resto è amministrazione saggia e paziente del gioco e delle energie, che torneranno preziose mercoledì a Montecarlo.

Quando l'inizio di una partita offre poco, solitamente si parla di “fase di studio”. Quella di questa sera dura quasi un quarto d'ora: tanto ci vuole per vedere la prima conclusione in porta, cercata da Marchisio con un destro dalla distanza bloccato da Marchetti. Prima ci si deve accontentare di qualche duello a centrocampo e di un timido palleggio, con le due squadre più attente a non scoprirsi che a trovare soluzioni in avanti.

Una scelta saggia dopo tutto, perché quando si affrontano i primi due attacchi del campionato, ogni distrazione può costare carissima. La prova si ha al 17', quando il colpo di testa di Vidal a centrocampo trova Tevez perfettamente in linea con i difensori biancocelesti. L'Apache parte palla al piede, entra in area e angola il tiro quanto basta per rendere inutile il tuffo di Marchetti.

Il gol non sblocca solo il punteggio, ma anche la gara, che si fa improvvisamente più vivace: Klose arpiona una respinta di Chiellini in area e Bonucci si allunga per deviare in angolo il tiro. Un bell'intervento, ma nulla in confronto al gol che si inventa pochi minuti dopo: al 28' Leo riceve palla appena varcata la linea di metà campo, vede la difesa laziale completamente fuori posizione, punta Marchetti e trenta metri dopo lo fulmina con un destro rasoterra.

Che sotto di due gol la Lazio cerchi di prendere l'iniziativa è più che normale. Gli sforzi però non producono nulla di più di un innocuo tiro da trenta metri di Cataldi, più frutto di frustrazione che di convinzione. È invece la Juve a sfiorare il terzo gol prima del riposo, con il colpo di testa di Evra, pescato in area da Padoin.

Pioli prova a dare più incisività ai suoi, iniziando la ripresa con Candreva al posto di Braafheid. In effetti la Lazio si piazza stabilmente nella metà campo bianconera e Allegri risponde inserendo Morata per Matri, nel tentativo di sfruttare il contropiede. Buffon rimane comunque inoperoso per una ventina di minuti, fino a quando non deve alzare sopra la traversa una punizione di Candreva. Un intervento non così semplice, vista la potenza del tiro e, soprattutto, il pallone reso viscido dal nubifragio che si abbatte sullo Stadium, ma è anche l'unico degno di nota che il capitano deve compiere fino al 48', perché la Juve è a dir poco perfetta nel chiudere ogni spazio ai biancocelesti, che terminano in dieci per l'espulsione di Cataldi, reo di un brutto fallo su Tevez nel finale.

L'altra parata arriva poco prima che Rizzoli mandi le squadre negli spogliatoi e serve a bloccare il tentativo di Anderson, innescato da un rinvio sbilenco di Chiellini e a mantenere immacolata la rete. A vincere la partita ci avevano già pensato i compagni.

JUVENTUS-LAZIO 2-0

RETI: Tevez 17' pt, Bonucci 28' pt

JUVENTUS Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Padoin, Vidal (39' st Sturaro), Pirlo (27' st Pereyra), Marchisio, Evra; Tevez, Matri (13' st Morata) A disposizione: Storari, Rubinho, De Ceglie, Lichtsteiner, Marrone, Pepe, Llorente, Coman. Allenatore: Allegri

LAZIO Marchetti; Basta, Cana, Mauricio, Braafheid (1' st Candreva); Cataldi, Biglia, Lulic; Felipe Anderson, Klose (47' st Ledesma), Mauri (21' st Keita) A disposizione: Berisha, Strakosha, Ciani, Pereirinha, Onazi, Ederson, Perea. Allenatore: Pioli

ARBITRO: Rizzoli ASSISTENTI: Faverani, Meli QUARTO UFFICIALE: Crispo ARBITRI D'AREA: Damato, Irrati

AMMONITI: 47' pt Mauricio, 49' pt Lulic, 5' st Evra, 14' st Marchisio, 15' st Candreva, 18' st Chiellini, 23' st Cana

ESPULSI: 44' st' Cataldi

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