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Quando dici Juve-Cagliari, e pensi allo scudetto

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Quando dici Juve-Cagliari, e pensi allo scudetto
Quando dici Juve-Cagliari, e pensi allo scudetto
Quando dici Juve-Cagliari, e pensi allo scudetto

Proprio ieri, il 6 maggio, festeggiavamo i tre anni esatti dal mitico scudetto di Trieste, il primo dei quattro consecutivi e il più inaspettato. “Una cavalcata trionfale, segnata da 38 partite senza sconfitte. Un record e uno scudetto su cui nessuno probabilmente a iniziostagione avrebbe scommesso, […] visto che la Juventus si presentava ai nastridi partenza reduce da due settimi posti consecutivi”.

E dopo #JuveReal... il Cagliari, che evoca dolci ricordi. Proprio #OnThisDay, infatti, tre anni fa... pic.twitter.com/c5QGW0d73R

— JuventusFC (@juventusfc) 6 Maggio 2015

In quello splendido giorno di maggio, sul campo neutro di Trieste, fu proprio una partita contro il Cagliari a decidere il titolo. In rete Vucinic, come nella gara di andata, già al sesto minuto, e Canini (autogol su cross di Caceres) a chiudere il tabellino. Accadeva alla penultima giornata, e la festa esplose sia negli spogliatoi del Nereo Rocco sia a Torino, otto giorni dopo, quando in occasione del match contro gli orobici lo Stadium tributò un commosso tributo ad Alessandro Del Piero.

L’anno scorso – scherzo del destino – i fili di Atalanta, Juventus e Cagliari si sono intrecciati di nuovo. Prima la Roma perde a sorpresa a Catania e consegna alla Signora e alla matematica il 32esimo scudetto bianconero; quindi la partita con l’Atalanta, decisa naturalmente da un ex (Padoin, e non avrebbe potuto essere altrimenti) e, infine, la tanto attesa alzata del trofeo dello Scudetto, all’ultima giornata proprio contro i rossoblu isolani.

In gol, come ricorderete, Silvestri (nella propria porta), Llorente e Marchisio: record di punti e via alle danze, prima che la processione festosa del popolo bianconero si spostasse per le vie della città, in parata con i tre pezzi d’argenteria consecutivi conquistati in tre anni.

Anche se in pochi fecero caso ai tre punti, l'anno passato, si trattò dell’ennesima vittoria casalinga contro i sardi, che ad eccezione della gara del 2009 (2-3, gol decisivo di Matri) non vincono a Torino dal novembre 1968, ovvero due anni prima lo storico primo scudetto del Cagliari di Gigi Riva (nel 1970 entrambe le sfide finirono in parità, 1-1 in Sardegna, 2-2 sotto la Mole). Le reti della vittoria cagliaritana, quel 10 novembre 1968, furono siglate proprio da Rombo di Tuono e Bonimba, futuro giocatore della Juventus.

Nel 1972, ovvero poco meno di sei anni dopo la prima partita in Serie A del Cagliari contro la Juve (20 settembre 1964, risultato di 0-0), Furino ed Anastasi domarono il fiero spirito isolano e ci regalarono un successo per 2-1 che valse, praticamente, il titolo numero 14.

Durante quella stagione la Juve con Vycpalek in panca era la forza emergente. Ma non è la sola. Milan, Torino e Cagliari, oltre all’Inter campione in carica, sono agguerriti e temibili. Il girone di andata è un’alternanza di emozioni. Alla quarta giornata, cruciale sfida di San Siro con il Milan: una doppietta di Bettega (con un gol di tacco passato direttamente in cineteca), uno di Causio e uno di Anastasi confezionano il clamoroso 4-1 che addita la Juve come la squadra del momento. Poi, vittorie sulla Roma (con doppietta di Capello) e sul Bologna e bianconeri in vetta alla classifica. Anche il derby è vinto grazie alle reti di Capello e Anastasi. Ma a Cagliari - sì, proprio lì - il 9 gennaio, Carmignani portiere bianconero subisce nel finale un gol che condanna la Juve alla sconfitta. E, quel che è peggio, il bomber Bettega, alla fine del girone di andata, si ammala e obbliga Vycpalek a rivedere uomini e schemi. Haller scala una posizione e affianca Anastasi davanti, Causio fa l’Haller e Cuccureddu la mezz’ala. Juve 24, Milan 22, Toro solo 18 al giro di boa.

Ma alla prima giornata di ritorno Mammì, misconosciuto bomber del Catanzaro, riapre il campionato che qualcuno già ha dato per juventino. Milan che agguanta i bianconeri e Toro che si avvicina. Fino a piombare, alla 23ª giornata, a un sol punto dalla capolista, dopo aver vinto in rimonta il derby della Mole (2-1). L’aggancio dei granata, a quota 35, avviene alla 25 ª e sette giorni dopo, addirittura, sono i granata a portarsi avanti di una lunghezza, dopo il successo sull’Atalanta e il pareggio bianconero a Mantova. Il Milan è a tre lunghezze dai granata

Il 23 aprile, 27 ª giornata, è però il giorno che il destino ha scelto per l’ennesima rivoluzione: la Juve con un Causio strepitoso annienta l’Inter (3-0) mentre con un rigore di Benetti il Milan batte il Toro. Classifica: Juve 38, Torino 37, Milan 36. I bianconeri allungano la domenica successiva battendo il Cagliari, ma a 90’ dalla fine c’è solo un punto a separare Salvadore e compagni da Milan e Torino. Finale, stavolta, senza patemi e senza sorprese: vincono Milan e Torino, ma vince, senza sussulti e già nel primo tempo, la Juve col Vicenza (2-0, reti di Haller e Spinosi). Lo scudetto numero 14 è in cassaforte. Scudetto sofferto, ma meritatissimo.

E, sull'onda dei ricordi, come dimenticare l’anno 1982, altra stagione gloriosa e sofferta? Il finale è da cardiopalma, e Cagliari è ancora nel destino.

Alla 28ª giornata c'è l'allungo bianconero: nella partita del ritorno in campo di Paolo Rossi, a Udine, la squadra del Trap vince alla grande (5-1) mentre la Fiorentina è costretta al pari dall’Inter a San Siro (1-1). Sembra fatta, ma non è così: la Juve alla penultima non riesce a superare il Napoli al Comunale, mentre ai viola non sfugge la vittoria a spese dell’Udinese. Così, all’ultima giornata, con le due squadre appaiate a quota 44, prende corpo l’ipotesi dello spareggio. Restano due trasferte: per la Juve a Catanzaro, per la Fiorentina a Cagliari. Gare in bilico fino alla fine, contro avversarie motivatissime: decide al 75’ un rigore di Brady, che l’irlandese (che già sa di non restare in bianconero, visti gli acquisti di Platini e Boniek) trasforma con freddezza. I viola a Cagliari non passano. Niente spareggio, lo scudetto è ancora juventino.

Juventus-Cagliari è l'ultima partita della prima campagna trionfale di Marcello Lippi, stagione 1994/5: al Delle Alpi esplode la festa dopo duello contro il Parma durato un'intera stagione, e in rete contro gli isolani ci vanno Del Piero, nuovo faro nell'attacco di quel gruppo, Vialli e Ravanelli. Per gli ospiti il gol della bandiera lo segna il futuro...mister Allegri.

Dieci anni più tardi, il caso vuole che sia ancora il Cagliari l'ultima ospite stagionale della Juve di Capello, che ha preso il posto di Lippi alla guida della Signora e, come Allegri, ha vinto il Tricolore al suo primo anno da allenatore juventino. E, ancora una volta, è Pinturicchio ad aprire le marcature, seguito dal compagno di reparto Trezeguet (doppietta per lui quel giorno) e da Appiah. Vana la doppietta di Zola, lo stadio applaude lo Scudetto numero 28.

Sabato, contro il Cagliari, i tanti tifosi della squadra più amata d’Italia torneranno ad omaggiare una Signora scudettata, che questa volta si fregia del trentatreesimo tricolore. Sarà il primo abbraccio da quando la matematica ha sciolto ogni dubbio, ma per l’alzata di coppa ci sarà ancora da aspettare essendo l’ultima partita casalinga quella contro il Napoli.

L’obiettivo di sabato, neanche a dirlo, è uno e uno solo: ringraziare i tanti fan bianconeri – a cui il titolo è dedicato, quest’anno – con una vittoria. Il modo più apprezzato, e anche il miglior viatico per la semifinale di ritorno di Champions League.

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