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Tevez da urlo!

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Tevez da urlo!
Tevez da urlo!
Tevez da urlo!

Adesso si dovrà trovare un altro tormentone. Già, perché da quando Carlos Tevez è arrivato alla Juve, ad ogni partita di europea dell'Apache, veniva puntualmente ricordato il suo digiuno dal gol. A nulla era valsa la rete, purtroppo inutile, segnata a Lisbona contro il Benfica nella scorsa primavera. “Quella era Europa League - ci si era affrettati a ricordare alla vigilia della sfida contro il Malmoe - ma in Champions, sono più di cinque anni che l'argentino resta a bocca asciutta”. Bene, questa sera si è tolto l'appetito, con una doppietta sontuosa, che stende il Malmoe e proietta la Juve in testa al Gruppo A, a pari merito con l'Olympiakos, vittorioso in casa contro l'Atletico Madrid.

E dire che contro gli svedesi la partenza è meno spumeggiante rispetto alle prime due uscite in campionato. E' come se l'aria d'Europa intimidisse i bianconeri, che ci mettono impegno, ma sbagliano troppo in fase di impostazione nei primi minuti.

Asamoah dà una scossa, con un siluro dai trenta metri e un colpo di testa da due passi, entrambi sopra la traversa. Buffon intanto esce a valanga su Eriksson e devia in angolo il tocco dello svedese, liberato in are da Rosenberg. Già, perché il Malmoe non farà parte della nobiltà del calcio europeo, ma ha gamba e polmoni e pratica quello che, una volta, si chiamava “calcio all'italiana”, il buon vecchio contropiede, sempre utile quando si vogliono limitare i danni e attaccare gli spazi. La Juve capisce l'antifona, evita di scoprire il fianco e inizia a prendere campo e fiducia.

Tevez ha il fuoco dentro: ci prova da fuori, cerca la combinazione con Lichtsteiner, arriva sul fondo per crossare... In un modo o nell'altro la difesa svedese chiude tutte le iniziative dell'Apache e anche Llorente viene limitato. Lo spagnolo è costretto il più delle volte a giocare spalle alla porta e a fare da sponda per i compagni e, quando arrivano dei cross interessanti, c'è sempre qualcuno pronto ad anticiparlo.

L'azione buona sembra arrivare al 44' e nasce ancora da un duetto tra Tevez e Lichtsteiner. Lo svizzero viene liberato il area e si trova a tu per tu con Olsen, ma invece di calciare in porta cerca il suggerimento per Asamoah sul secondo palo, sbagliando la misura del passaggio.

La stessa situazione si presenta in avvio di ripresa: questa volta è Pogba a liberare l'esterno e sul tocco verso il centro area la difesa riesce a liberare. Ormai si gioca solo su metà campo e per quanto gli svedesi abbiano già 23 partite di campionato alle spalle e siano più avanti come condizione, la Juve domina e il gol è il minimo sindacale che possa ottenere. E' però una chicca di rara bellezza: Asamoah riceve al limite e con un geniale colpo di tacco permette a Tevez di inserirsi a centro area e di fulminare Olsen. E va bene, ricordiamolo anche noi... L'Apache non segnava in Champions League dal 7 aprile 2009, ma per una perla del genere valeva la pena aspettare tanto.

Partendo qualche metro indietro rispetto a Llorente l'argentino entra praticamente in tutte le azioni, anche perché quando il pallone non arriva dalle sue parti, va a prenderselo fino a ridosso della propria area. E' lui l'anima della Juve di questa sera, ma anche i compagni non mollano un centimetro. Basti vedere la grinta con cui Lichtsteiner scatta, seppur in ritardo, arrivando a schiacciare di testa il cross di Evra prima che Konate, meglio appostato, si renda conto di quanto sta succedendo. Il pallone termina sul fondo, ma lo sforzo profuso dà l'idea di come la Juve non abbia intenzione di lasciare agli avversari neanche le briciole.

La squadra di Allegri dopo il vantaggio alza addirittura il ritmo nel tentativo di chiudere la gara e se non ci riesce poco dopo la mezz'ora è perché Llorente e Pogba non arrivano sul rasoterra di Evra per una frazione di secondo, o perché Olsen compie un doppio miracolo sullo spagnolo, deviando prima il colpo di testa da un metro, poi quello di tacco, indirizzato nell'angolino.

Nel finale di gara c'è ancora tempo per vedere Morata, appena entrato, prendere palla a metà campo, bersi due avversari, partire in velocità e costringere Helander ad atterrarlo al limite dell'area. Un'azione dirompente, che ha due pregi. Il primo: mostrare le impressionanti qualità del ragazzo. Il secondo: permettere a Tevez di piazzare una punizione deliziosa nell'angolino alla destra di Olsen, meritatissimo premio per una prestazione maiuscola e perfetto congedo dal pubblico che saluta la sua uscita dal campo per Giovinco con un lunghissimo applauso. Lo stesso che lo Stadium, tre minuti dopo, al fischio finale, tributa all'ottima prima Juve europea della stagione.

JUVENTUS-MALMOE 2-0

RETI: Tevez 14' st, Tevez 45' st

JUVENTUS Buffon; Caceres, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner (46' st Romulo), Pogba, Marchisio, Asamoah, Evra; Tevez (46' st Giovinco), Llorente (40' st Morata) A disposizione: Storari, Ogbonna, Padoin, Coman Allenatore: Allegri

MALMOE Olsen; Tinnerholm, Johansson, Halsti, Helander, Konate; Eriksson, Adu, Forsberg; Thelin (28' st Kroon), Rosenberg (8' st Mehemeti) A disposizione: Azinovi, Cibicki, Hammar, Nazari, Rakip Allenatore: Hareide

ARBITRO: Marciniak ASSISTENTI: Sokolnicki, Listkiewicz QUARTO UFFICIALE: Siekja ARBITRI D'AREA: Raczkowski Musial

AMMONITI: 10' pt Konate, 22' pt Eriksson, 44' st Helander

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