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Una partita e poi le fasi finali: parla Gabetta

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Una partita e poi le fasi finali: parla Gabetta
Una partita e poi le fasi finali: parla Gabetta
Una partita e poi le fasi finali: parla Gabetta

Mister, l’ultima vittoria, 2-0 contro la Sampdoria, è stato un successo netto.

«I ragazzi hanno fatto vedere a sprazzi veramente del bel calcio. Sono stati bravi a reagire positivamente dopo il passo falso di Genova ma hanno ribadito una buona prestazione fatta vedere in precedenza. Continuando quella linea hanno fatto tante buone azioni, creando molto. Sono soddisfatto perché stanno acquisendo delle buone idee di gioco».

Il campionato questo fine settimana è fermo, mentre il weekend successivo scendete in campo contro il Novara per mantenere la seconda posizione.

«I ragazzi sono stati bravi a non mollare mai: nonostante abbiamo perso gli scontri diretti siamo a tre punti dal Genoa. Siamo al secondo posto e vogliamo rimanerci: dovremo far punti a Novara, è una buona formazione classe ’00. Hanno fatto un buon campionato e sarà una gara aperta, ma andiamo per far bene perché poi arrivano le fasi finali, e vogliamo arrivarci in buona condizione psico-fisica».

Cosa deve insegnare la gara di andata contro il Novara (0-0, n.d.r.)?

«E’ una formazione che sa giocare a calcio, e in questa annata ha dei buoni elementi. Rispetto alla gara di andata dovremo essere più attenti negli ultimi 20 metri. Facemmo un buon gioco ma non riuscimmo a produrre vere occasioni da gol. Questa volta mi aspetto un miglioramento anche su questo aspetto»

A Casale Monferrato, nella gara U18 contro la Turchia, tantissima gente è andata a vedere dei ragazzi giovani che saranno il futuro dell’Italia. E’ un bel messaggio questo.

«Si, assolutamente. Credo sia un bel messaggio perchè il calcio giovanile è bello. Noi abbiamo la fortuna di fare un certo tipo di calcio con dei ragazzi bravi. Invito gli appassionati a venire a vedere questi ragazzi per riscoprire cose che nel calcio d’adulti non si trovano. Sono sempre gare aperte, perché nei ragazzi c’è la mentalità di andare sempre a mille allora e superarsi. Io sono un tecnico, ma guardo le partite mi diverto ad osservarli che provano giocate o tentano gol anche difficilissimi. Spero che sia un buon veicolo per fare avvicinare gli appassionati»

La mente è già proiettata verso i playoff?

«Ci stiamo preparando, anche se come filosofia di società non prepariamo nessuna partita. Come mentalità prepariamo i ragazzi per migliorare, non le gare. Chiaro che arrivando alla fine, è una verifica del lavoro svolto. Da parte dei ragazzi c’è grande voglia di misurarsi con queste gare, hanno studiato le griglie e c’è questa tensione. Noi non faremo nulla di diverso, ma andremo come sempre per vincere. Siamo la Juve, e lo faremo con le nostre qualità».

Il fiore all’occhiello dei playoff dell’anno scorso fu la gara interna contro l’Inter, spettacolo nello spettacolo…

«Una bellissima partita: 22 ragazzi che si giocavano l’accesso alle Final Eight con sportività e intensità, e devo dire che c’era tanta gente, tanta passione e quei sani ingredienti per una partita di calcio giovanile. Ho visto accettare la sconfitta dei nostri avversari, è stata una bella giornata di sport e così dovrebbe essere sempre. Quando questi ragazzi giocheranno magari in Champions, saranno più abituati a disputare partite da dentro fuori perché nel loro percorso ci saranno anche questo tipo di gare»

C’è stata una crescita fisica dei ragazzi in questi ultimi anni, da quando ha iniziato ad allenare?

«Sì, la società ha lavorato molto bene. Sono due-tre anni che presentiamo gruppi d’impatto quando li vedi entrare in campo, anche se devo dire che quello di quest’anno ha belle figure fisiche ma ancora da “riempire”: saranno dei ragazzi che diventeranno importanti per la nostra società. La semina darà dei frutti positivi»

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