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“Colour? What Colour?” presentato insieme a UNESCO a Parigi

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“Colour? What Colour?” presentato insieme a UNESCO a Parigi
“Colour? What Colour?” presentato insieme a UNESCO a Parigi
“Colour? What Colour?” presentato insieme a UNESCO a Parigi

Juventus e UNESCO hanno svelato insieme, questo pomeriggio, la prima analisi sul problema del razzismo e della discriminazione nel calcio.

Il dossier di 84 pagine, che potete trovare qui, è stato finanziato interamente da Juventus, si intitola “Colour? What Colour?” e mette in risalto l’impatto negativo del pregiudizio sociale su questo sport, offrendo soluzioni concrete per il suo sradicamento.

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Nel giorno in cui il club bianconero ha riaffermato il suo impegno a lavorare al fianco di UNESCO – estendendo la partnership che lega le due entità per altri due anni – l’Assistant Director for External Relations and Public Information, Eric Falt, ha aperto la conferenza stampa di presentazione enfatizzando il potenziale dello studio nell’abbattere ogni barriera discriminatoria:

«Lo scopo di questa ricerca è quello di far luce sull’impatto negativo che la discriminazione e il razzismo possono avere sul gioco del calcio», ha affermato durante la conferenza stampa convocata nel quartier generale UNESCO, a Parigi. «L’analisi prova, tuttavia, come il pallone abbia un grande potere di integrazione sociale, e provvede alcune raccomandazioni per un’azione concreta che possono essere facilmente fatte proprie. Siamo molto fieri del nostro lavoro con i club calcistici, in quanto essi ci permettono di raggiungere un pubblico a cui normalmente, da organizzazione non governativa, non avremmo altrimenti accesso»

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Un concetto, quello della potenzialità del calcio di connettersi con le grandi masse ed influenzarle, sviluppato ulteriormente da Irina Bokova, UNESCO Director-General, la quale ha sottolineato i fondamentali valori sociali che questo sport reca con sé.

«Il calcio è giocato, guardato ed amato da uomini e donne in ogni angolo del mondo ed è più che uno sport. Simboleggia il meglio che l’umanità può offrire, ed ha quel potere unico di unire le persone. Facendolo, crea rispetto e tolleranza».

«Sfortunatamente abbiamo assistito ad episodi di discriminazione ed intolleranza», ha continuato durante il suo intervento, «sia durante match internazionali che in scala locale. E’ semplicemente inaccettabile. Combattere il razzismo e la discriminazione è sempre stato un valore al cuore dell’azione di UNESCO, da 70 anni a questa parte».

«Crediamo che il football porti benefici che vanno ben al di là dei campi da gioco, negli stadi. E’ lo sport più variegato del mondo, rigorosamente meritocratico, guidato da fair play e disciplina. Può essere un vicolo impareggiabile per l’inclusione sociale, l’eguaglianza di genere e la responsabilizzazione dei giovani. Ma tutto ciò non avviene automaticamente. Sono necessarie volontà e partnership, e questo è lo spirito dietro la collaborazione tra UNESCO e Juventus, uno dei più titolati club al mondo»

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E’ una sinergia che Agnelli, come ha detto durante l’evento, è orgoglioso di portare avanti, aggiungendo come la volontà sia quella di far sì che altre entità del mondo dello sport accolgano le indicazioni dello studio ed agiscano di conseguenza.

«E’ naturalmente un grande onore essere qui oggi a presentare questo studio», ha affermato. «Esso discute le principali problematiche del razzismo nel mondo del calcio in maniera estremamente approfondita. Qualcosa di cui essere fieri è il fatto che non sottolinea solamente un problema, bensì indica una strada da percorrere».

«Questo è il primo report sul razzismo e la discriminazione a livello internazionale sul calcio, e sulle misure per combatterli. La Juventus deve operare al massimo delle sue capacità per combattere questi fenomeni sociali, ma può fare quel che può. Il nostro ruolo, andando avanti, sarà quello di massimizzare la distribuzione e la presa di coscienza di questo studio, convincendo le altre squadre a far proprie ed implementare le conclusioni della relazione».

Mentre da un lato è chiaro che ancora tanto è il lavoro da fare prima che la piaga del razzismo venga definitivamente eliminata dal mondo dello sport, il Presidente bianconero ritiene che l’esposizione dell’Italia ai fenomeni migratori negli ultimi anni abbia fatto sì che la mentalità del paese cambiasse in positivo.

«L’attitudine italiana nei confronti dell’integrazione è migliorata molto», ha concluso, «l’arrivo dei migranti ha fatto sì che il paese capisse ed abbracciasse anche culture differenti. E’ un enorme passo avanti».

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