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#OnThisDay iniziava l’avventura Lippi

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#OnThisDay iniziava l’avventura Lippi
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#OnThisDay iniziava l’avventura Lippi

Nella settimana estiva in cui iniziano gli impegni amichevoli per la Juve, ricorre l’anniversario di una partitella che segnò l’inizio di un ciclo vincente durato – in due fasi – otto stagioni, 405 partite e 13 trofei, tra cui cinque scudetti, una Champions League ed una coppa Intercontinentali.

Parliamo dell’epoca sulla panchina bianconera del tecnico viareggino Marcello Lippi. Parliamo dell’amichevole Buochs-Juventus terminata 1-6.

Furono le prime parole a lui dedicate da Hurrà Juventus nel luglio 1994, in un’edizione dal titolo L’Uomo della Signora.

Ecco come proseguiva l'articolo.

“La Juve del rinascimento non poteva scegliere nome più pertinente e suggestivo: Marcello Lippi. Non è un discendente del pittore del ‘400, ma l’erede diretto di Trapattoni. Ed ecco l’uomo. L’uomo del rilancio e delle speranze. Dopo aver fatto gavetta come tecnico a Pontedera, Siena, Pistoia, Carrara, Cesena e Lucca setacciando moduli (zona, uomo e mista uomo – zona) per scoprire la verità, il nuovo tecnico della Juve si è affacciato su ribalte più importanti come quelle bergamasche e partenopea. E oggi siede sulla panchina bianconera. Perciò si appellano a lui i milioni di tifosi sparsi sotto tutti i cieli della Penisola, che vogliono rivedere quel pezzetto di raso tricolore cucito l’ultima volta sulle maglie dei loro campioni nella primavera dell’86.

“Lippi smentisce l’impietosa autocritica del corregionale Curzio Malaparte, secondo cui i toscani hanno il paradiso negli occhi e l'inferno sulla bocca. Marcello è un viareggino dalla lingua sciolta però misurata, disponibile, garbato. Le sue frasi non sono mai tuoni, piuttosto rasserenano, come lo sguardo limpido. Ma guai se si tradisce la sua buona fede, gli salta la mosca al naso ed è capace di rovinare perfino un buon rapporto di vicinato. Però prima tenta di salvarlo, tirando fuori il rospo, spiegando e chiedendo spiegazioni. Un metodo a cui non ricorre mai per interposta persona. È comunque un buon esemplare di diplomazia, nel senso che cura i rapporti interpersonali con l'abilità di un ambasciatore e la misura dei farmacisti".

"La bravura nel gestire uno spogliatoio è il suo forte, basta guardare come viene fuori dalla tribolata stagione napoletana, in un mare di guai e incertezze societarie. Non ha mai perso la calma e la barca azzurra è andata in porto, regolarmente. In panchina (o alla lavagna) traccia linee concrete , non sogna a occhi aperti, è un realista all'italiana che lascia perdere gli svolazzi”

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