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Le Magnifiche Sei

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Juve-Parma 1-0

17 gennaio 1996: al Delle Alpi immerso nella nebbia la Juventus campione d’Italia affronta il Parma finalista della Coppa Italia, ma sconfitto dalla stessa Juve nella doppia finale (1-0 a Torino e 2-0 a Parma).

La Juve schiera: Peruzzi, Ferrara, Tacchinardi, Vierchowod, Torricelli, Conte, Paulo Sousa, Deschamps, Ravanelli, Vialli. Il Parma di Scala oppone: Bucci, Mussi, Fernando Couto, Sensini, Cannavaro, Di Chiara, Baggio D., Brambilla, Crippa, Zola, Stoichkov.

Un gol di Vialli al 33’ del primo tempo regala alla Juve il primo successo nella competizione, istituita dalla stagione 1987-88. E' l'ultimo trofeo che mancava alla prestigiosa collezione di Piazza Crimea, ex sede bianconera.

"E' una coppa importante, serve per il morale e per migliorare il prestigio di questa società che aveva vinto tutti i trofei tranne questo. Siamo doppiamente contenti. E' significativo per il prosieguo della stagione, anche se vogliamo vivere giorno per giorno giocando tutte le partite per vincere", furono le parole del mattatore della gara, che trovate sul nostro canale ufficiale Youtube.

Juve-Vicenza 3-0

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Resiste solo un tempo il Vicenza, poi si deve arrendere sotto i colpi di una Juve sempre più determinata. I bianconeri ricominciano la nuova stagione così come avevano concluso la vecchia: vincendo un trofeo bello e importante, la Supercoppa italiana che metteva di fronte i bianconeri vincitori dello scudetto e i biancorossi che hanno conquistato la Coppa Italia. Se c'era qualche timore per la sfida al Delle Alpi, magari insorto dopo la sconfitta contro il Milan nel Trofeo Berlusconi, la Juve lo ha fugato subito iniziando la partita con grande autorità e dinamismo: i veneti non sono mai riusciti a farsi vedere dalle parti di Peruzzi e hanno dovuto giocare esclusivamente per contenere la grande voglia di vittoria degli juventini.

Nella ripresa, infatti, la Juve ha capitalizzato il grande lavoro del primo tempo con tre gol bellissimi nella loro diversità. Due portano la firma di SuperPippo lnzaghi, al solito rapinoso ed efficace in area di rigore: qualità che si sono notate soprattutto in occasione del raddoppio, quando Pippo ha approfittato in modo spietato di una incertezza del portiere avversario Brivio. Il primo gol invece è nato da un cross di Conte che il solito Inzaghi ha mandato in rete con un tiro al volo.

Bellissima, infine, la terza rete che assume anche un sapore speciale perché l'ha realizzata capitan Conte, finalmente tornato ai livelli di grande campione dopo il calvario dovuto al grave infortunio che lo aveva bloccato nella scorsa stagione. Il suo tiro potente e preciso da fuori area ha dato davvero la sensazione di leggerezza che si prova quando ci si libera da un cattivo pensiero. Sul tre a zero i bianconeri non hanno avuto difficoltà ad amministrare il consistente vantaggio fino al termine della partita. Così la Juve e i suoi tifosi hanno potuto festeggiare ancora una Coppa: l'ottavo alloro da quando Lippi si è seduto sulla panchina della squadra più forte e prestigiosa del mondo. Naturalmente il tecnico ha mantenuto fede alle promesse: "Ci interessa vincere tutto quello che finisce in bacheca" aveva detto alla vigilia. E la squadra, al momento decisivo non ha tradito le attese.

Juve-Parma 2-1

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La nuova stagione è iniziata nello stesso modo in cui è finita quella vecchia: con un successo di prestigio. Udine e Tripoli, così distanti e per una sera così vicine. Pochi mesi dopo il trionfo in campionato, ecco la splendida vittoria della Supercoppa Italiana Tim, conquistata nella capitale libica davanti ad un pubblico festante ed affamato di grande calcio. In terra africana è arrivata un'altra notte da ricordare a lungo per tutti i bianconeri, in particolare per Alessandro Del Piero che ha iniziato alla grande la sua decima stagione con la Juventus, da capitano, alzando al cielo il primo trofeo dell'anno.

E' proprio lui il trascinatore della serata: al 38' del primo tempo sblocca il risultato con un gol-capolavoro che infiamma lo stadio di Tripoli, che a stragrande maggioranza sostiene la Juventus. Il primo tempo si chiude con il meritato vantaggio bianconero. Nel secondo tempo, Lippi inserisce Brighi. Al 19' della ripresa, Di Vaio si conferma l'attaccante più pericoloso del Parma (squadra che avrebbe lasciato di lì a poco) e con un gran tiro di sinistro riporta la situazione in parità. Ma Lippi getta nella mischia Birindelli e Zalayeta, e proprio Marcelo si rivela decisivo servendo a Del Piero l'assist per il 2-1.

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Juve-Milan 6-4 (dcr)

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Non chiamatela vendetta. Non chiamatela rivincita. Chiamatela semplicemente Supercoppa'. Troppo lontane NewYork e Manchester e diverse la Coppa di Lega Tim e la Champions League. Ma la vittoria ottenuta a spese del Milan dall'altra parte dell' oceano, in un Giant Stadium fino a poco tempo fa conosciuto per lo più per le spettacolari gare del football Nfl, resta di quelle da ricordare. Soprattutto per onorare al meglio la memoria del Presidente Vittorio Chiusano, scomparso proprio durante la tournée statunitense della squadra di Lippi.Il migliore degli omaggi per una grande persona, che ai colori bianconeri ha dedicatoparte della sua vita. L'ultimo trionfo per colui che da adesso è da considerasi ufficialmente come il presidente più vittorioso, per numero di successi conquistati,di tutta la storia della Juventus. Immenso e indimenticabile.Quasi un anno dopo Tripoli, c'era quindi nuovamente una Supercoppa Italiana inpiù sull'aereo che ha riportato a casa la comitiva bianconera dagli States.Allora (storia del 25 agosto 2003), grazie ad una splendida doppietta di capitan Alessandro Del Piero, fu il Parma del futuro juventino Marco Di Vaio a lasciare strada. Questa volta è toccato al Milan degli ex Ancelotti e Inzaghi, superato ai rigori, quelli stessi rigori decisivi anche all'Old Trafford. Una vittoria sui Campionid'Europa, nel primo match ufficiale della stagione, non può che essere il miglioredegli inizi possibili. E non solo perché, come dice il 'maestro' Lippi, "vincere aiutaa vincere". Ma perché anche a migliaia di chilometri dall'Italia la Juve 2003/04 ha subito dimostrato di possedere quelle caratteristiche che l'hanno resa vincente in tutto il recente splendido ciclo: caparbietà,forza d'animo e tanto cuore. Come successo negli ultimi mesi a La Coruna, Roma e Bologna, teatri di memorabili rimonte, anche al Giant Stadium Nedved e compagni hanno rimediato ad una situazione che per molti altri sarebbe stata fatale. Un rigore preso così, ad una manciata di secondi dalla fine, avrebbe potuto rappresentare il ko.

Ma come un pugile finito al tappeto (e il paragone è quanto mai azzeccato nellacittà del famoso Madison Square Garden!), la squadra di Lippi ha trovato la forza dirialzarsi prima della fine del conteggio e di portare a casa il match all'ultimo round.

Il modo stesso in cui è arrivato il gol dell'immediato pareggio è un altro d ei segnalipositivi che d evono far guardare con ottimismo a l futuro . Se la grinta di Camor a n esi, Nedved e Trezeguet erano già conosciute d a tutti, l a caparbietà di Legrottaglie è stata forse il migliore degli esempi del fatto che i nuovi arrivati hanno subito capito cosa vuol dire indossare la maglia bianconera.Il difensore barese ci ha messo lo zampino in maniera decisiva in questa Supercoppa, ma anche le firme di Appiah e Miccoli sono chiaramente leggibili sulla vittoria. Una delle tante per la Juventus, la prima (si spera di una lunga serie!) per i tre nuovi beniamini del popolo bianconero.In undici metri, i bianconeri hanno cancellato quanto successo all 'Old Trafford. Buffon, già protagonist a nel corso dei 120 minuti di gara, ha ribadito ancora una volta di essere uno specialista in materia e la parata sul tiro di Brocchi è stata quella ch e h a dato il la al trionfo, aggiungendosi alle prodezze dei compagni tiratori.Dalla conferma Birindelli, già a segno a Manchester, alle novità Camoranesi e DiVaio, freddi al punto giusto, passando per Trezeguet che con la doppia prodezza del Giant Stadium è ripartito nel segno dei gol, fino all'eterno Ciro Ferrara, ancoraprotagonista sette anni dopo la trasformazione di uno dei penalty dell'indimenticabile finale della Champions League di Roma 1996 contro l 'Ajax.

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Juve-Napoli 4-2 (dts)

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La conquista della Supercoppa italiana contro il Napoli è il primo trofeo stagionale. Un trionfo che dà un segnale di continuità e conferma come la Juventus sia la stessa squadra solida e determinata che ha concluso imbattuta la stagione dello scudetto.

Due formazioni che si conoscevano bene, Juventus e Napoli: il bilancio di una vittoria, un pareggio e una sconfitta, tale da proporre la partita di Pechino come una sorta di resa dei conti. La sensazione, già a partire dalle prime battute dell'incontro, è stata che ha prevalso una nuova ottica: lo Juventus-Napoli giocato in Cina è una storia nuova, anche per le scorie polemiche che ha lasciato la mancata partecipazione degli azzurri alla premiazione. Il rettangolo verde ha proposto significative novità già a partire dallo schieramento di partenza. Scendere in campo con un neoacquisto per reparto- Lucio in difesa, Asamoah a centrocampo e Giovinco in attacco - rappresentava un'ipotesi tutta da verificare, e le risposte sono state confortanti. A maggior ragione pensando come il centrale brasiliano stia impratichendosi nella difesa a tre; Asa è stato utilizzato sull'esterno, in una posizione non abituale, e ha segnato un gol capolavoro, gestendo anche ogni pallone con un mix di dinamismo e tranquillità; quanto a Sebastian, le sue accelerazioni hanno logorato oltre modo la difesa napoletana, lasciando intuire quante punizioni - e conseguenti cartellini gialli - saprà produrre in serie il nostro fantasista (o seconda punta, fate voi). Più che nuova, la prestazione di Vucinic è sembrata il sequel di quanto aveva messo in mostra al San Paolo in campionato. In quella memorabile rimonta, era stato lui a prendere in mano la squadra, spaccando la partita con un continuo movimento tra le linee. Nella situazione di svantaggio patita in Supercoppa, Mirko si è reso protagonista dello stesso atteggiamento, con una decisività in area di rigore che lo ha portato a colpire una traversa, a costringere Cannavaro a un salvataggio insperato, a causare il rigore del pareggio e a firmare la rete del definitivo 4-2. Destino del nostro Zorro - dati i baffi, si merita il soprannome ... - che gli si chieda sempre di più, visto l'enorme talento che possiede.

Pechino è stato in tutto e per tutto un test per il nostro futuro, una prova generale di Champions League piuttosto che di campionato.Prevedibile, infatti, che in Europa ci si troverà a vivere incontri di questo genere. Dove la posta in palio è altissima e ci si gioca tutto in una gara (talvolta anche il girone di Champions presenta situazioni da dentro o fuori o - comunque - emotivamente molto simili).

La Juve 2012-13 continua a pensare con il Noi, come pretende il suo allenatore. Nel primo impegno ufficiale ha dimostrato di saperlo fare nei momenti di difficoltà, quando esiste la tentazione di abbandonare la strada maestra per la scorciatoia dell'assalto poco ragionato (e ragionevole). In due situazioni psicologicamente molto diverse - nel pareggio di Asamoah nel primo tempo e nella rete di Vucinic in chiusura di partita - si sono visti i nostri centrocampisti alzare la testa per ispirare azioni decisive:sono questi dei veri e propri attestati di quel che oggi già siamo, ben sapendo che non ci si deve fermare nell'esplorazione ulteriore delle nostre possibilità di gioco. La Supercoppa non è solo un trofeo in più che arricchisce la nostra sala allo Juventus Museum. Pechino ci ha detto che la squadra è pronta per le sfide che l'attendono.

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Lazio-Juve 0-4

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Un inno alla Juve, all’acume tattico di Conte, allo strapotere dei Campioni d’Italia. Un inno che si alza altissimo nel cielo di Roma e copre tutte le parole che si erano sprecate dopo le amichevoli estive. Questo è stata la finale di Supercoppa contro la Lazio, che ha ricordato a tutti una sola cosa, la più importante: la storia si cotruisce vincendo le partite che contano. E all’Olimpico, la Juve ne scrive una nuova, memorabile pagina, annichilendo gli avversari e dando una impressionante dimostrazione di superiorità, dall’inizio alla fine.

Continua a leggere qui, fino all'ultimo paragrafo..... Finisce in trionfo, con la sesta Supercoppa in bacheca e con i tifosi bianconeri in delirio. E’ solo la prima partita ufficiale della stagione, ma la Juve ricomincia da dove aveva finito: vincendo. E festeggiando.

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