Allegri: «Riscattiamoci»

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Allegri: «Riscattiamoci»
Allegri: «Riscattiamoci»
Allegri: «Riscattiamoci»

«Domani dobbiamo vincere per riscattarci». Se ogni gara è importante, la sfida contro il Cagliari assume un significato ulteriore dopo il passo falso di San Siro. La Juve vuole ripartire immediatamente e Allegri non manca di sottolinearlo, ricordando però che «il Cagliari ha giocatori molto offensivi come Sau, Borriello, Joao Pedro. Segnano molti gol e hanno entusiasmo, quindi dovremo affrontare la gara nel modo giusto, giocando meglio tecnicamente rispetto a San Siro».

È inevitabile che durante la conferenza stampa alla vigilia del match co i Sardi si torni sulla partita contro l'Inter, «una delle partite più brutte a livello tecnico degli ultimi 30 anni – ribadisce Allegri - dove abbiamo segnato grazie a una giocata di Alex Sandro e ce ne siamo fatti due per conto nostro, senza togliere nulla all'Inter. Avessimo vinto, avremmo lasciato loro dietro a otto punti di distacco e la Roma a cinque, dando un segnale al campionato. Tutti avremmo voluto avere 12 punti in classifica, ma se guardiamo i meriti dovremmo averne otto, non nove, perché con l'Inter avremmo dovuto perdere, ma con la Lazio abbiamo vinto pur tirando solo due volte».

La gara di domenica sera ha aperto un dibattito sul possibile cambio di modulo dei bianconeri: «Parlarne ora ha poco senso – ribatte Allegri - e fare un dramma o buttare all'aria in 24 ore le certezze di anni dimostrerebbe insicurezza. Certo, nel corso dell'anno dovremo cambiare sistema di gioco per sfruttare al meglio le caratteristiche dei giocatori che abbiamo davanti e che dovranno crescere. Dobbiamo migliorare sul piano del gioco e arrivare a marzo ad essere competitivi in tre competizioni. Il campionato non si vince o si perde ora e ci vuole calma. Inoltre dobbiamo passare in Champions, possibilmente come primi, e trovare soluzioni diverse. Per tutto questo però ci vuole tempo. Per quanto riguarda la gara di domani devo ancora vedere l'allenamento di oggi per capire quali giocatori saranno disponibili, perché qualcuno ha giocato molte partite come Khedira, che ha giocato sette partite di fila, e Bonucci, che ha bisogno di lavorare, perché si è allenato poco nelle settimane scorse».

Il discorso si sposta quindi sui singoli, cominciando dal ruolo di Pjanic, schierato a San Siro come centrocampista centrale: «Nella Bosnia gioca tra i due di metà campo e altrettanto faceva nella Roma dopo l'arrivo di Spalletti. La sua posizione è quella, perché non è una mezz'ala classica che si inserisce, apre il campo e copre 50 metri. È straordinario vicino all'area e domenica ha comunque giocato una buona partita. Domani sceglierò tra lui, Lemina, Asamoah ed Hernanes, che merita rispetto. L'anno scorso è stato molto importante, giocando molto bene a Manchester, o contro il Bayern, quando è entrato nel secondo tempo al posto di Marchisio. In casa non può succedere con tutto il rispetto per i tifosi che venga fischiato appena entra in campo, perché tutti devono sentirsi partecipi. Rugani? Domani giocherà. Anche lui è un esempio dell'ampiezza della rosa della Juve. È un Nazionale, è cresciuto molto, quest'anno si è presentato molto bene e rimarrà qui per dieci anni. Ora però ha davanti i tre più Benatia e avrà tempo per crescere»

Infine, il punto su Dybala che non ha ancora trovato il gol, «ma deve rimanere sereno, perché è un giocatore straordinario. La sua posizione in campo è tale e quale a quella dell'anno scorso. È un momento in cui magari tira meno in porta. L'anno scorso era la novità del campionato, pura vendo già giocato a Palermo, ora è conosciuto e per lui è più difficile e dovrà fare in modo di variare le sue giocate».

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