«Sarà una grande partita, ma non ancora decisiva». Parola di Mister

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«Sarà una grande partita, ma non ancora decisiva». Parola di Mister
«Sarà una grande partita, ma non ancora decisiva». Parola di Mister
«Sarà una grande partita, ma non ancora decisiva». Parola di Mister

Juve-Napoli è una di quelle partite che, letteralmente, si presentano da sole. Inutile ricordare le suggestioni che la sfida fra la prima e la seconda in classifica propone, ma Mister Allegri, in conferenza stampa a Vinovo, batte più volte su un concetto, per lui fondamentale: «Non sarà decisiva per le sorti del campionato. Abbiamo davanti a noi ancora una serie di incontri fondamentali, e per arrivare al 16 maggio mancheranno ancora altre 13 partite dopo quella di domani».

Detto questo, Allegri entra nei temi della sfida: «C’è da aspettarsi una bella partita, dal punto di vista tattico e tecnico. La dobbiamo affrontare con la serenità necessaria, senza ansia da risultato, anche se siamo coscienti che servirà una grande prestazione per avere ragione del Napoli. Le due squadre si conoscono bene, l’aspetto psicologico è fondamentale, d’altronde è una partita da “tripla”».

Focus sui nostri avversari: «Hanno 56 punti in classifica, stanno dimostrando tutto il loro valore, sono in ottima condizione. Hanno una grande forza nei singoli, come Higuain, che sta disputando forse la migliore stagione della sua carriera, con una proiezione, se continua così attorno ai 40 gol a fine campionato. Ma accanto a lui c’è un grande collettivo, ci sono i giocatori che gli fanno arrivare palloni: la squadra e il singolo giocatore si armonizzano a vicenda. E poi hanno un allenatore che sta lavorando molto bene, dimostrando con il lavoro le sue qualità».

Aggiunge il Mister: «Per ora la differenza la fa la partita dell’andata, in cui abbiamo perso, oltre che per una loro buona prestazione, per alcuni errori nostri in fase difensiva: non a caso abbiamo esattamente tre punti in meno dello scorso anno a questo punto del campionato. Domani sarà diverso, sarà la sfida fra due squadre che stanno facendo bene e che si giocheranno lo scudetto fino alla fine, senza escludere anche le avversarie più indietro, che possono rientrare».

Logico quindi che per i bianconeri le motivazioni siano fortissime: «Dico sempre ai ragazzi di immaginare come ci si possa sentire, a maggio, ad aver vinto il quinto scudetto di fila: un fatto storico per la Juve, che non si verifica dagli anni ’30, tanto più difficile in un contesto di calcio moderno. È quello l’obiettivo cui dobbiamo puntare – ribadisce – Dobbiamo confermare di avere la forza per gestire questo tipo di partite, se si considera che più ci si avvicina a maggio, più le sfide sono decisive».

La Juve è più abituata del Napoli a gestire questo tipo di appuntamenti? «Da un certo punto di vista si, ma loro hanno numerosi giocatori di caratura internazionale, che sono abituati a match del genere. Domani una spinta in più per noi arriverà anche dallo Stadium, che è il nostro “fortino”: il pubblico ci darà una grande mano, specie in momenti in cui la partita sarà più difficile».

Infine, focus sulla preparazione fisica e tecnica, e sulla squadra: «Sono soddisfatto di questa settimana: giocare ogni tre giorni è meglio, ma avevamo comunque bisogno di recuperare. La rimonta è costata fatica e anche i prossimi mesi saranno molto impegnativi». Quando al modulo difensivo: «Non so se domani giocheremo a 3 o a 4 in difesa, valuterò nelle prossime ore: siamo abituati a entrambi i moduli, cambiano solo le caratteristiche dei giocatori che schiererò». Khedira sarà della partita? «Anche lui è da valutare, se sarà convocato potrebbe essere utilizzato. In attacco, a fianco a Dybala, potranno giocare o Zaza o Morata. Quanto agli infortunati, a parte Caceres che purtroppo ha concluso la stagione, abbiamo Asamoah che è sulla via del recupero, e poi Chiellini e Mandzukic di cui monitoriamo la situazione. Pereyra sta continuando ad accumulare minutaggio ed è un bene, il suo apporto è positivo».

E una parola su Rugani: «Daniele sta lavorando bene, è cresciuto e non a caso gioca di più. È arrivato qui, passando a un sistema di gioco completamente diverso da quello cui era abituato, e ha davanti alcuni fra i difensori più forti d’Europa. Il mio compito è gestirlo bene, come tutti gli altri giovani: a Frosinone, domenica, avevamo molti giocatori in campo nati fra il 1990 e il 1994: questo significa che, indipendentemente da come andrà questa stagione, stiamo lavorando bene per il futuro della Juventus».

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