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Eurostorie: dalla Francia alla Germania

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Eurostorie: dalla Francia alla Germania
Eurostorie: dalla Francia alla Germania
Eurostorie: dalla Francia alla Germania

Prosegue il racconto degli Europei bianconeri. Oggi prima di tutto torniamo in Francia, proprio dove domani scenderanno in campo, ad aprire la kermesse, Evra e Pogba con la loro Nazionale.

E dove, nel 1984, trionfò un certo Platini.

Francia 1984

La fase finale offre un piccolo ritocco rispetto all’edizione di 4 anni prima: viene introdotta la semifinale, con le sfide incrociate tra le prime e le seconde dei due gironi. Viene poi abolita l’inutile finalina per il terzo posto. Ma tutto questo non interessa, purtroppo, all’Italia che ancora una volta viene eliminata nella fase di qualificazione. Fresca del titolo mondiale conquistato due anni prima in Spagna, la squadra di Bearzot si limita a guardare la kermesse in televisione dopo essere arrivata quarta in un girone di cinque squadre, davanti solamente a Cipro.

È l’Europeo francese in tutto e per tutto. Quello dell’asso della Juventus Platini, e quello che nazionale transalpina vince battendo 2-0 la Spagna a Parigi, confermando le impressioni date dopo il brillante quarto posto ai mondiali iberici.

Da favola il quadrilatero francese di centrocampo, con il dinamismo di Fernandez, l’eleganza di Tigana, le geometrie di Giresse ed il genio di Platini. Solo un gol arriva dalle punte tradizionali (lo segna Bellone, restano a secco Lacome, Rochteau e Six), ma a fare centro ci pensa Le Roi.

Otto volte. Tre al Belgio, tre alla Iugoslavia, uno al Portogallo in semifinale e alla Spagna in finale. Cinque partite e cinque vittorie per lo squadrone allenato da Michel Hidalgo, in difficoltà solamente nella partita inaugurale: 1-0 alla Danimarca grazie ad un’autorete di Busk a 12’ dalla fine. Propiziata, neanche a dirlo, dal numero 10 dei Bleus e della Juventus.

Germania 1988

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L’anno del capolavoro di Marco Van Basten, che domina la classifica marcatori con 5 reti davanti a gente del calibro di Rudi Voller e Butragueño. L’Europa è quindi color arancione, dopo che il PSV era stata coronata miglior squadra del continente, e l’Olanda ha vinto a livello di nazionale anche grazie allo storico gol del milanista in finale: quel tiro pazzesco al volo, dalla linea di fondo.

I Campioni d'Europa in carica della Francia soffriranno troppo l'assenza di Michel Platini che si è ritirato dalla Juventus e dalla Nazionale, oltre al mancato ricambio generazionale di giocatori del calibro di Tigana, Giresse e Lacombe, e non riusciranno a qualificarsi per la fase finale. Passa invece l’Urss dell’inarrestabile Lobanovski, che giungerà fino all’ultimo atto.

De Agostini con 4 presenze e un gol (contro la Danimarca del compagno di squadra bianconero Michael Laudrup) è l’azzurro juventino più rappresentativo di questa edizione, che si conclude dunque a Monaco di Baviera con la vittoria dell’Olanda sull’Urss (2-0).

L’Italia è eliminata in semifinale dai sovietici, dopo che prima aveva battuto appunto i danesi (2-0) e la finalista della passata edizione, la Spagna (1-0).  La coppia d’attacco dell’Italia è quella tutta blucerchiata della Sampdoria, ovvero Mancini-Vialli, mentre Tacconi è il secondo portiere di Walter Zenga. La squadra di Azeglio Vicini, imperniata sul blocco di giovani U21 (si pensi ad esempio a Maldini, Ancelotti, Ferrara, Bergomi, De Agostini stesso, Altobelli, Baresi) si guadagnerà un buon terzo posto, con qualche rimpianto per la mancata finale.

A quell’epoca, Kholer che sarebbe approdato alla Juventus nel 1991 giocava ancora per il Bayern Monaco: la sua Germania Ovest si arrese ai futuri campioni Orange in semifinale, battuta dalle reti di Koeman e Van Basten. 

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