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Eurostorie, seconda puntata: gli anni ‘70

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Eurostorie, seconda puntata: gli anni ‘70
Eurostorie, seconda puntata: gli anni ‘70
Eurostorie, seconda puntata: gli anni ‘70

A un giorno dal via di Euro 2016 e quattro dall’esordio degli azzurri, proseguiamo la nostra cavalcata nella storia degli Europei. Oggi focus sulle edizioni degli anni ’70, dal Belgio all’Italia.

Belgio 1972

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Il 1972, anno dell’Oscar come miglior film per “Il Padrino” e della vittoria di Coppa Campioni dell’Ajax di Cruijff, è anche l’anno della Germania Ovest.

Lo squadrone della scarpa d’oro Gerd Muller (re della classifica marcatori a 4 reti) vince in finale a Bruxelles il 18 giugno del 1972 contro l’Urss con un secco 3-0. L’Italia, che annovera tra le fila Causio, Anastasi, Capello e Spinosi (una presenza per ciascuno), è eliminata ai quarti di finale dopo la doppia sfida contro il Belgio (0-0 all’andata, 2-1 al ritorno). Di quella spedizione fanno parte anche Romeo Benetti, bianconero nel 1968 per una stagione, e il futuro juventino (ma all’epoca attaccante dell’Inter) Roberto Boninsegna. In porta l’alternanza tra Zoff e Albertosi aveva premiato quest’ultimo, in campo nella decisiva sfida contro il Belgio.

Helmut Haller, bianconero fino al 1973 e parte del grande centrocampo tedesco a Inghilterra 1966 (con Overath e Beckenbauer, calciatore dell’anno europeo) non fa parte di quella spedizione tedesca.

Jugoslavia 1976

In quell’anno nascono gli U2, James Hunt è campione del mondo di Formula Uno dopo un appassionante duello con Niki Lauda e Rocky esce nelle sale cinematografiche. Sempre in quell’anno la Germana Ovest, dopo la vittoria del 1972, perde 5-3 ai rigori nel 1976 contro la Cecoslovacchia di Panenka, in finale a Belgrado. L’Italia questa volta non c’è: è stata eliminata nella fase di qualificazione.

Arrivata nella fase finale a 4 squadre come la formazione meno reclamizzata, la Cecoslovacchia se la gioca contro la Germania Ovest campione del mondo del 1974, l’Olanda di Cruijff e la Jugoslavia padrone di casa.

«Sono stati calciati tantissimi rigori nel corso degli anni nelle più importanti competizioni, ma probabilmente è impossibile dimenticare quello che decise il Campionato Europeo UEFA del 1976», scrive il sito della UEFA. «Avanti di due gol, la Cecoslovacchia si fa raggiungere sul 2-2 all’ultimo minuto dalla Germania Ovest. Dopo trenta minuti di tempi supplementari la sfida viene decisa ai calci di rigore. Uli Hoeness calcia alto il quarto tiro dal dischetto della Germania Ovest; dall’altra parte, Antonín Panenka beffa Sepp Maier con un morbido pallonetto che fissa il punteggio sul 5-3».

Italia 1980

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Da questa edizione, giocata nell’anno in cui il Nottingham Forest vinse la Coppa Campioni, la fase finale degli Europei si disputa ad almeno 8 squadre. La finale è prevista a Roma, e a vincerla questa volta la spunta la Germania Ovest (2-1 al Belgio, sotto le stelle dell’Olimpico di Roma) della sorpresa Hrubesch.

Gli Azzurri pareggiano prima contro la Spagna (0-0) e vincono contro l’Inghilterra 1-0 (attenzione: il primo straniero dopo tanti anni alla Juve, Liam Brady, non è inglese bensì irlandese. Arriverà proprio nel 1980 e vi rimarrà fino all’arrivo di Platini, nel 1982). Dopo il pareggio a reti bianche con il Belgio, tuttavia, arriva la sconfitta di rigore contro la Cecoslovacchia.

Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Causio, Tardelli (un gol), Bettega sono il blocco bianconero della Nazionale.

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