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Si chiude la prima parte del corso di formazione per gli allenatori

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Si chiude la prima parte del corso di formazione per gli allenatori
Si chiude la prima parte del corso di formazione per gli allenatori
Si chiude la prima parte del corso di formazione per gli allenatori

Giornata speciale oggi al Corso di aggiornamento per gli staff tecnici della Juventus, ciclo di formazione destinato ad allenatori, preparatori atletici, allenatori dei portieri e specialisti della riabilitazione del settore giovanile e della Prima squadra, organizzato dal Prof. Roberto Sassi. In occasione della lezione di chiusura della prima parte di corso, dopo una prima parte di relazione sulla sport science, relatore di eccezione è stato Federico Cherubini, Direttore Sportivo della Primavera e dei prestiti, con Giuseppe Marotta, CEO & General Manager Sport della Juventus; Pavel Nedved, vicepresidente bianconero; e Stefano Braghin, Head of Academy, che hanno portato ai presenti il saluto della Società e i più calorosi auguri per le feste natalizie.

«Il nostro è un lavoro a tutto tondo sull'attività del settore giovanile come creazione di giocatori, un percorso che condivido con Gianluca Pessotto, Claudio Chiellini e altri collaboratori, il cui lavoro si allarga alla gestione dei numerosi giocatori in prestito» - ha raccontato il ds della Primavera e dei prestiti Cherubini - «Il nostro progetto parte idealmente dall'attività di base, dunque dai giocatori di età inferiore ai 14 anni, fino all'uscita dal settore giovanile, con l'obiettivo finale della formazione di un calciatore. E' un percorso, quello dei nostri ragazzi, che coinvolge numerosi interlocutori, e in un cammino di crescita, ognuna delle persone incontrate è fondamentale, così come è fondamentale creare un vero e proprio “modello Juventus”, che comprenda linee guida comuni che partono dagli aspetti comportamentali ed etici, fino agli aspetti fondamentali di campo. Ai nostri allenatori, non abbiamo mai chiesto di concentrarsi sui “risultati” in termini di vittorie, seppure ovviamente vincere sia una soddisfazione per tutto l'ambiente anche a livello di settore giovanile, ma di creare un'identità e uno spirito del calciatore Juventus, un calciatore che sia ben riconoscibile quando fuoriesce dal nostro vivaio».

Un percorso importante, che il club bianconero si prefigge di rendere sempre più fluido, dall'attività di base, fino alla Primavera: «Una delle misurazioni dell'efficacia del nostro lavoro è comprendere quanti giocatori riusciamo a portare dall'attività di base fino alla Primavera, nonché al professionismo: sappiamo quanto sia difficile produrre calciatori pronti per la Prima squadra della Juventus, ma il nostro obiettivo è creare un circolo virtuoso, per portare i nostri ragazzi a competere a livello nazionale ed europeo».

Infatti, la Juventus crede molto nel progetto “Seconde squadre”, che al momento non è ancora diventato realtà nel sistema calcio italiano. «In Italia a 19 anni bisogna fare una scelta: Prima squadra o prestito, e il prestito spesso diventa una necessità» - spiega Cherubini - «Il livello della nostra Prima squadra rende ovviamente molto difficile l'approdo diretto di un ragazzo dalla Primavera, anche giocatori come Marchisio, Giovinco o Rugani, hanno vissuto esperienze in prestito prima di approdare stabilmente in gruppo. Se in Inghilterra i ragazzi restano nel club fino ai 21 anni, in campionati come Liga, Bundesliga e Ligue 1 il meccanismo delle seconde squadre pure aiuta i ragazzi a restare a disposizione del club, confrontandosi con realtà professionistiche, a livelli più probanti e stimolanti, potendo tornare immediatamente a disposizione della Prima squadra all'occorrenza. Questo è il motivo per cui la nostra Società punta molto sulla creazione delle seconde squadre».

Senza questa possibilità, la Juventus però sta lavorando in maniera efficace sul tema dei prestiti: «Abbiamo 53 ragazzi in prestito, di cui 23 all'estero: il nostro è un progetto integrato, che comprende la formazione dei nostri giocatori, che studiano tutti obbligatoriamente la lingue inglese, ma anche il costante aggiornamento dei club esteri sui ragazzi del settore giovanile, mettendo a loro disposizione strumenti informativi costantemente aggiornati e occasioni di lavoro in network, tra cui incontri annuali organizzati presso la nostra sede. In più, ogni nostro ragazzo è costantemente monitorato durante l'esperienza lontano da Vinovo: in questi anni il minutaggio medio è migliorato, ma non è ancora soddisfacente. Siamo certi che il meccanismo delle seconde squadre potrebbe aiutarci molto da questo punto di vista».

Importante, poi, l'intervento di Giuseppe Marotta, che ha portato il saluto ufficiale del Presidente e della Società, esprimendo molta soddisfazione per l'andamento del programma di formazione: «Chi continua ad apprendere, resta sempre giovane» - ha chiosato il CEO & General Sport Manager bianconero - «Ognuno di noi deve costantemente apprendere per migliorarsi, e per me è motivo di grande orgoglio essere qui e vedervi così numerosi. Vincere è un vero e proprio lavoro di squadra, e il vostro è un compito importante, un lavoro di supporto che vi rende parte integrante di un team vincente. Questo è un mondo nel quale la competenza e la formazione sono elementi fondamentali: gli allenatori oggi non si occupano più solo di metodologia e tattica, ma gestiscono i gruppi, e gli aspetti psicologici sono fondamentali. Per essere competenti bisogna continuare sempre ad apprendere, e la competenza porta sempre al successo!»

A chiudere la lezione, i saluti del vicepresidente Pavel Nedved e dell'Head of Academy, Stefano Braghin, che hanno ringraziato tutto lo staff presente per l'ottimo lavoro svolto. Una mattinata bianconera di apprendimento, ma anche di calore e di accrescimento dello spirito di una grande squadra, che nel costruire i successi più evidenti agli occhi di tutti, intende valorizzare al massimo anche quel lavoro meno visibile, ma fondamentale, svolto da tutto il settore giovanile e dallo staff tecnico nella propria interezza.

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