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Nel segno di Zaza

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Nel segno di Zaza
Nel segno di Zaza

Nello scudetto appena vinto, l'impronta di Simone Zaza è ben marcata, impressa a forza da quella sventola di sinistro che, il 13 febbraio scorso, al 43' del secondo tempo di Juve-Napoli, ha sancito il sorpasso in classifica, lanciando i bianconeri verso il trionfo di lunedì scorso: «Abbiamo vinto il campionato con tanti punti di distacco – commenta l'attaccante ai microfoni di Sky Sport - ma quello è il gol che ci ha permesso di staccarci dal Napoli. Penso che sia stata una batosta per loro dal punto di vista psicologico e un'iniezione di fiducia per noi».

Certo, per uno come Simone, abituato negli anni scorsi ad essere un titolare inamovibile, entrare spesso dalla panchina non è facile, ma ogni volta che è toccato a lui, è riuscito a dare una mano preziosa ai compagni: «Ho vinto il mio primo scudetto, quindi la stagione è positiva. Non ho rimorsi né rimpianti, perché quando sono stato chiamato in causa, a parte la partita contro il Genoa quando sono stato espulso, ho dato sempre il massimo e penso di aver fatto bene. Chiaramente spero di poter giocare sempre di più qui alla Juve, anche se è normale che con tanti compagni di reparto forti sia difficile trovare spazio. Se sono migliorato? Allenandosi con dei campioni non potrebbe essere altrimenti. Ho imparato a usare meglio il destro, a giocare in un modulo con due punte, ad essere più paziente... Devo crescere ancora sotto tanti aspetti dal punto di vista tecnico e per quanto riguarda il carattere devo dosare meglio le mie emozioni».

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La stagione ha già regalato a Zaza soddisfazioni importanti, ma non è ancora finita. Ci sono ancora una finale di Coppa Italia e un Europeo da vivere intensamente: «Spero di far parte del gruppo azzurro - conclude Simone - perché ho fatto con il mister e i compagni un percorso di due anni durante il quale siamo cresciuti molto, anche se l'ultima partita non è andata bene e ha evidenziato i nostri difetti. Siamo una bella squadra, siamo uniti e se daremo il meglio di noi potremo fare un buon Europeo».

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