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La Juve dell'Avvocato

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La Juve dell'Avvocato

Un giro di orologio, in cui le ore sono decenni, ci accompagna attraverso una storia unica, nata per gioco, su una panchina, tanto tempo fa...

LA SESTA ORA (1947-1956)

Che gioia quando la lancetta si fermò a metà del suo giro, cari ragazzi! La guerra, la più dolorosa e tremenda, era finita e il vostro sogno poteva riprendere. La vostra creatura già si chiamava, e da lì per sempre, Juventus Football Club. Alla sua guida, nel 1947, era tornato un membro della famiglia Agnelli: Gianni, detto l’Avvocato.

Quanto vi sarebbe piaciuto parlare di football con lui. Era un esteta e andava pazzo per i campioni di classe e carattere. Ed era anche poco più grande di voi: divenne presidente a 25 anni.

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Gli bastarono tre stagioni per vincere il suo primo scudetto, l’ottavo, nel 1950. Quella squadra leggendaria vi avrebbe fatto innamorare, capace di mescolare il gusto British dell’allenatore inglese Jesse Carver alla tenacia piemontese di Giampiero Boniperti. Proprio come voi, quando venivate a trovarmi dopo le lezioni al D’Azeglio.

Nel 52 vincemmo il nono scudetto, raggiungendo il Genoa, che fino ad allora aveva svettato nell’albo d’oro. Non permettemmo mai più a nessuno di issarsi al di sopra di noi.

Venite qui, sedetevi pure, perché la storia che avete creato merita una nuova riflessione. Nel 1954, l’Avvocato sentì di dover passare la mano, ma non ci volle molto per ritrovare un Agnelli alla presidenza. Bastò attendere che Umberto, suo fratello minore, conosciuto come il Dottore, diventasse maggiorenne (allora ci volevano 21 anni). Era l’8 novembre 1955. E io capii definitivamente quello che in cuor mio già sentivo. La mia Juve, la vostra Juve, non sarebbe mai stata più tale senza un membro della Famiglia vicino.

Venite qui, sedetevi pure, perché la storia che avete creato merita una nuova riflessione. Nel 1954, l’Avvocato sentì di dover passare la mano, ma non ci volle molto per ritrovare un Agnelli alla presidenza. Bastò attendere che Umberto, suo fratello minore, conosciuto come il Dottore, diventasse maggiorenne (allora ci volevano 21 anni). Era l’8 novembre 1955.E io capii definitivamente quello che in cuor mio già sentivo. La mia Juve, la vostra Juve, non sarebbe mai stata più tale senza un membro della Famiglia vicino.

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