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Grazie, infinitamente grazie, Andrea!

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Grazie, infinitamente grazie, Andrea!
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Grazie, infinitamente grazie, Andrea!

In punta di piedi. Così com’è arrivato, Andrea Barzagli esce dal campo. Uno dei più forti difensori della storia del calcio italiano ha deciso di smettere col calcio giocato e il suo addio commuove non solo i tifosi bianconeri, ma tutti gli amanti di uno sport interpretato con valori sempre più preziosi: passione, dedizione, attaccamento, educazione, professionalità.

Quando, nella sessione invernale della stagione 2010/11, venne annunciato il suo ingaggio, varcò i cancelli di Vinovo uno degli eroi del Mondiale 2006, già campione europeo Under 21 nel 2004, nonché vincitore di un campionato tedesco assolutamente storico col Wolfsburg, stagione 2008/09.

Finalmente anche in Italia poteva esibirsi in una squadra degna di un campione del mondo: un incontro che avrebbe cambiato per sempre la sua vita, non solo in campo, come lui stesso avrebbe ammesso qualche anno dopo: «L’estate in cui vinsi il primo titolo, in vacanza pensavo ogni giorno che volevo vincere il secondo. Avevo una fame come non mi era mai successo. Non so cosa mi sia successo alla Juventus, ma la mia mentalità s’è trasformata. Non so come, ma nessuno me la cambierà mai più».

Alla trasformazione vincente di Barzagli sicuramente ha contribuito la condivisione con un ambiente unico e con compagni irripetibili. Tra questi, una linea difensiva talmente connotata da meritare un acronimo: la mitica BBC, Barzagli-Bonucci-Chiellini a cui naturalmente s’aggiunge l’altra B maiuscola, quella di Gianluigi Buffon.

Un reparto che ha riempito la storia del Club con pagine di momenti indimenticabili. Intanto, Andrea Barzagli è, proprio con Giorgio Chiellini, l’unico a vantare otto scudetti a fila. E poi record su record, essendo sempre stata la difesa meno battuta del campionato.

Il popolo bianconero ci ha messo poco ad affezionarsi tanto al campione quanto all’uomo, vero leader silenzioso e prezioso di uno spogliatoio traboccante di personalità.

Con l'Atalanta fa l'ultima apparizione davanti al suo pubblico e curiosamente con la società nerazzurra Barzagli condivide una bizzarria di incroci. Fin da quell’ultima partita della stagione 2011/12, quella del suo primo tricolore. Al 46’ del secondo tempo la Juventus ottiene un rigore, il pallone è già sul dischetto e improvvisamente lo stadio, senza premeditazione, comincia a invocarne altissimo il nome. Un’ovazione da brividi: «Barzagli! Barzagli!». Tutti vogliono il suo primo gol in bianconero e lui, quasi preso alla sprovvista, percorre l’intero campo per regalare al pubblico e a se stesso la ciliegina sulla torta dello scudetto. Un’emozione che non dimenticherà mai, dichiarerà.

Anche il suo secondo e ultimo gol arriva nella stagione 2015/16, nel pieno del testa a testa col Napoli, sempre ai nerazzurri, stavolta a Bergamo. Quello rimane il suo unico gol su azione in bianconero, in una delle giornate chiave dello scudetto consecutivo numero 5.

Il suo addio al popolo juventino avviene proprio in occasione dell’ennesima sfida con l’Atalanta. Un’altra occasione per sentire tutto l’affetto del popolo bianconero, che coincide con l’ottava opportunità di alzare il tricolore nel cielo di Torino.

Un addio che commuove, ma che non può essere triste. Perché Barzagli esce dal campo per entrare definitivamente nella storia del Club: non a caso, la sua maglia, sarà allo Juventus Museum insieme a quelle delle Leggende bianconere. Come lui.

Grazie di tutto, immenso campione!

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