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Black&White Stories: la top five del 2012

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Black&White Stories: la top five del 2012
Black&White Stories: la top five del 2012
Black&White Stories: la top five del 2012

Siamo tutti d'accordo che il 2012 sia l'anno dal quale il nostro meraviglioso ciclo è partito. Non solo perché ha ospitato il primo degli 8 scudetti di fila, ma anche per il modo del tutto eccezionale con il quale lo abbiamo vissuto. Giorno dopo giorno, è stata un'emozione crescente che significava qualcosa di più profondo della pur importantissima ricongiunzione con la Juventus vincente del passato. L'anno solare lasciava infatti già intendere che il percorso fosse solo all'inizio, che altre tappe sarebbero arrivate, anche se nessuno – neanche il più inguaribile degli ottimisti – avrebbe potuto immaginare la sequenza di vittorie che stiamo ancora vivendo e vogliamo proseguire.

Alla fine del 2012, Hurrà Juventus propose un gioco, più che un bilancio, sulla top ten dei gol realizzati. Chiedendosi quali siano le caratteristiche che rendono speciale una rete. La bellezza dell'esecuzione, certamente (se il dibattito sul bel gioco divide, quello sulla qualità di un gol è solitamente più morbido). L'originalità della giocata, forse (che è altra cosa dal fascino, è il mai visto prima, è il piacere dell'inedito, materia rara e perciò degna di essere preservata). Oppure, più concretamente, la sacrosanta importanza ai fini del risultato (perché c'è poco da fare: se vale una vittoria decisiva, anche un tocco a porta vuota assume toni leggendari).

Già allora, qualsiasi fosse l'idea prevalente, si avanzava un “sospetto”. Che determinati gol sappiano andare oltre le ragioni della stretta attualità e si proiettino immediatamente nel futuro, diventando nel tempo momenti da collezione. Ve ne riproponiamo la metà di quelli scelti allora. Divertitevi ad accostare le sensazioni di allora e quelle di oggi in un juventinissimo Ritorno al futuro...

FIORENTINA-JUVENTUS 0-5 ANDREA PIRLO

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La Signora travolge la Viola sul proprio campo con un sonante 0-5, punteggio storico, mai visto prima. L'eccezionalità della serata è ben rappresentata da Andrea Pirlo che si scambia la parte con Mirko Vucinic: stavolta è lui a presentarsi a tu per tu con il portiere per trasformare in rete la geniale invenzione del montenegrino con un morbidissimo tocco. E d'incanto si capisce che un gol di Andrea Pirlo non alla Andrea Pirlo è sempre per definizione il gol di un Maestro.

JUVENTUS-LAZIO 2-1 ALESSANDRO DEL PIERO

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Di punizioni perfette il 10 bianconero ne ha regalate talmente tante che ogni dibattito su quale sia la più bella o la più importante rischia di diventare un esercizio accademico che non mette d'accordo nessuno. Questa è la più sorprendente, però, nessun dubbio. Perché Alex la tira precedendo Pirlo che lo affianca al momento della battuta e in quella frazione di secondo inganna Marchetti, lasciandolo inchiodato alla linea di porta. E' esagerato dire – col senno di poi - che in quell'istante abbiamo capito che avremmo vinto lo scudetto?

JUVENTUS-ROMA 4-0 ARTURO VIDAL

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Un gol, anzi due. Impossibile separarli, anche a costo di allargare un po' la Top Five con un numero supplementare. Quarto minuto, Vidal si getta su un pallone che attraversa l'area di rigore e Juve-Roma prende già una direzione ben precisa. Altri 4 minuti e il cileno inventa un tiro folgorante e non è una definizione esagerata. Probabile che di Arturo siano restate tante altre cose nella nostra memoria tifosa. Fate spazio, questa doppietta velocissima lo merita.

CAGLIARI-JUVENTUS 0-2 MIRKO VUCINIC

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Probabile che siano talmente tante le immagini della felicità di Trieste – la notte dello scudetto numero 30 – che si finisca per dimenticarsi del gol sblocca-partita. Lo realizza Vucinic su un lancio calibrato di Bonucci. Tutto appare splendidamente giusto, anche perché arriva dopo appena 6 minuti, risparmiando una discreta dose d'ansia per gli altri 84.

JUVENTUS-TORINO 3-0 CLAUDIO MARCHISIO

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Il primo derby dello Stadium non si scorda mai, tanto meno il primo gol se lo realizza un ragazzo che li gioca già da bambino. Particolare non secondario: il cross per il tuffo di testa di Marchisio lo disegna Sebastian Giovinco, pure lui prodotto del vivaio bianconero. E conferma una tradizione che dal Delle Alpi all'Allianz, passando per l'Olimpico, a oggi conta in 24 gli anni trascorsi dall'ultima volta che la Juve ha perso in casa contro i cugini.

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