Andrea Agnelli, la Juventus

Il compleanno è sempre un'occasione per guardarsi un album di fotografie. Vi proponiamo una raccolta di immagini ad alto tasso di juventinità per festeggiare tutti insieme i 45 anni del nostro Presidente Andrea Agnelli.

Non si può che partire da un papà e un bambino. Una giornata a Villar Perosa, il primo ricordo da juventino, quando Andrea chiede a papà Umberto di stare seduto accanto a Paolo Rossi, l'eroe del Mondiale del 1982.

«I bambini nel mondo vogliono vedere i supereroi. Cristiano Ronaldo è uno di quelli». Il momento più popolare a livello mondiale della presidenza di Andrea: l'acquisto del fuoriclasse portoghese. Con l'orgoglio e l'ambizione di una società che punta sempre più in alto e lo fa con giocatori che fanno sognare.

Il primo giorno da presidente di Andrea Agnelli. Quanto tempo è passato? Ci sono due modi di dirlo. Dieci anni e mezzo, all'incirca. Oppure, e ci sembra più bello, nove scudetti e un bel po' di altre vittorie. Che significa 3000 giorni da campioni d'Italia...

Tra le altre vittorie, questa foto illustra benissimo la felicità per un'impresa alla quale teneva moltissimo papà Umberto: la decima Coppa Italia. Ne sarebbero poi seguite altre 3, perché noi juventini crediamo fortemente agli obiettivi proposti da Andrea: «Riscrivere la storia e superare se stessi».

Vincere e cambiare. Da sempre è stata questa la filosofia che ha guidato la Juventus, il segno distintivo di quasi 100 anni di gestione della famiglia Agnelli. La scelta di Andrea Pirlo è l'ennesima prova di una società che anticipa il domani e lo fa con entusiasmo.

Uno dei grandi segni d'innovazione, il più iconico: il cambio del logo della Juventus. La firma di Andrea: «Oggi i dirigenti delle altre società riconoscono il coraggio che abbiamo avuto nel lanciarlo per affrontare le sfide del futuro».

La presidenza di Andrea Agnelli si caratterizza per un impegno volto a promuovere la cultura del calcio nel suo insieme. La Juventus come parte fondamentale di un contesto più ampio per affrontare le sfide del nostro tempo. Un contributo di idee importante, a maggior ragione in un anno difficile e drammatico com'è stato il 2020 in ogni ambito.

«La Juve non vincerà grazie alla sua storia ma vincerà grazie al lavoro che farà tutti i giorni». E' una delle convinzioni forti di Andrea. Insieme a quello che lui definisce un «privilegio»: «rappresentare un gruppo pieno di leader». Con la voglia di stare in campo, a vivere da dentro la Juventus, passo dopo passo, nel rispetto dei ruoli di ciascuno: «Quando uno chiede ai ragazzi di dare il massimo lo deve chiedere anche in società e a se stesso».