Chiellini: «Sabato dovremo andare oltre l’ordinario»

È tranquillo, Giorgio Chiellini. A una settimana da Cardiff, il suo sguardo è quello di tutta la Juve che attende, con trepidazione ma senza ansia, un appuntamento che vale anche più di una stagione.

LA LEZIONE DI BERLINO

«Nel nostro avvicinamento alla Finale faremo tesoro dell’esperienza di Berlino, due anni fa. Veniamo da due finali in tre stagioni, questo sicuramente significa qualcosa, ma sicuramente saremo sereni in questa settimana. Nel 2015 iniziammo troppo tesi la partita e infatti nel primo tempo subimmo. Anche quando tirammo su la partita, poi fummo colpiti perché ci facemmo cogliere troppo scoperti. Vogliamo non ripetere quegli errori, io sono portato per natura a prendere ciò che di buono c’è dalle esperienze, anche da quelle negative».

Le parole di Chiellini raccontano una Juve che ormai ha definitivamente trovato una dimensione europea di primo livello: «Lo scorso anno siamo usciti a testa alta e solo al 90’ minuto, adesso siamo di nuovo alla vigilia di una Finale: io credo che la Juventus debba avere questo posizionamento, comunque sempre almeno ai quarti di finale, poi la Champions League si decide con episodi, ma questo è il progetto della Società, dopo che ci siamo attestati definitivamente a livello nazionale».

L’APPROCCIO ALLA PARTITA

«Sarà fondamentale il modo con il quale entreremo in campo: dovremo mantenere l’ordine, che in una partita secca è fondamentale ed è quello che ti permette di leggere al meglio gli episodi. Troveremo una squadra che ha vinto due volte in tre anni, che è resa doppiamente pericolosa dal fatto che alle volte ti fa credere che hai in mano la partita, e poi colpisce. Noi ci sentiamo migliori di due anni fa, la rosa è cresciuta, ma la chiave di tutto sarà la disponibilità al sacrificio. In una Finale di Champions League bisogna essere bravi a fare l’ordinario, ma allo stesso tempo saper andare oltre».

Quanto agli avversari: «Li conosciamo, ma ovviamente da oggi li studieremo meticolosamente. Per esempio dovremo capire come giocare a seconda che in campo ci siano Isco o Bale, che sono giocatori secondo me di pari valore ma diversi. E poi sappiamo benissimo che non sarà pensabile non concedere niente a una squadra del genere».

IL GRUPPO JUVE

Giorgio, da veterano del gruppo, tesse le lodi dello spogliatoio e dei suoi compagni. «Siamo in tanti, diversi – spiega – E creare un gruppo come abbiamo fatto noi non è per niente scontato. Per esempio abbiamo i giocatori sudamericani, che riescono sempre a stemperare la tensione. In settimana sembra che debbano andare a giocare al parco, ma poi in partita danno tutto».

Poi ovviamente c’è il gruppo della difesa, composta di veterani ma non solo: «Si parla spesso di Bonucci, Barzagli e me, ma non dimentichiamo che gli altri due centrali che abbiamo sarebbero titolari ovunque. Siamo tutti giocatori di alto livello, ognuno con le sue specificità».

E poi, là dietro, c’è Gigi: «Non sono d’accordo con chi vuole dare a Buffon il Pallone d’Oro per quello che ha fatto. Lo merita per quello che fa. Io sono stato fortunato ad averlo come mio portiere praticamente per tutta la carriera, e nemmeno mi rendo conto cosa possa significare non avere lui dietro di me, a rendere semplici anche gli interventi più complessi».

Aggiunge: «Penso comunque che questo gruppo non vada incontro a grandi rivoluzioni, almeno nel brevissimo periodo, poi negli anni ovviamente qualcuno lascerà, qualcuno se ne andrà, ma i cambiamenti sono normali, nel calcio».

LA SVOLTA

Infine, Giorgio spiega i momenti determinanti della stagione che sabato si concluderà: «A livello di gioco, il cambio di modulo. Vincevamo anche prima, ma ci divertivamo di meno. Se devo dire una partita nel cammino in Champions, scelgo le sfide contro il Barcellona: capita molto raramente di non prendere nemmeno un gol in due partite contro giocatori del genere».