Un giro di orologio, in cui le ore sono decenni, ci accompagna attraverso una storia unica, nata per gioco, su una panchina, tanto tempo fa...
LA TERZA ORA (1917-1926)
Il Primo conflitto mondiale si chiuse e si tornò a vivere. Che per la Juventus fa rima con vincere. Nel 1926 diventammo campioni per la seconda volta. Il football è già sport nazionale, anche se la nuova prassi autarchica impediva di chiamarlo così, all’inglese. E allora chiamiamolo pure calcio.
Questa terza ora della mia vita è tra quelle a cui sono più affezionata. È qui che la storia bianconera abbraccia Edoardo. È figlio del Senatore, il fondatore della Fiat. Il primo Agnelli juventino.Non servì votazione, venne eletto presidente per acclamazione. Era una calda sera del 24 luglio 1923 e il suo motto s’incise per sempre nel DNA del vero bianconero: “Dobbiamo impegnarci a far bene, ricordandoci che una cosa fatta bene può essere sempre fatta meglio”.
Molti anni dopo avrei preso sulle mie ginocchia i suoi figli, Giovanni e Umberto. Avevano il suo stesso carisma e anche per loro la vittoria più bella era quella che doveva arrivare. Per Edoardo ne sarebbero arrivate presto tantissime, tutte insieme.