Paolo Rossi, la nostra storia

In questo terribile 2020, ci ha lasciato Paolo Rossi. Pabilto ha occupato un pezzo importante della storia della Juventus e del nostro Paese, mai così unito come in quel 1982 quando i suoi gol trascinarono la Nazionale alla conquista insperata di un campionato del mondo. Sono tantissimi i momenti straordinari che abbiano vissuto insieme.

PAOLOROSSI

Lo scrivono in tanti, tutto attaccato, in quel 1982: Paolorossi. Diventa il nome e il cognome più famoso al mondo grazie ai 6 gol che fanno svoltare il suo Mondiale e quelo dell'Italia. Tre reti al Brasile, in una delle partite più romanzesche mai viste su un campo di calcio. La doppietta alla Polonia, in semifinale. Infine, il gol alla Germania, anticipando di testa persino il suo compagno Antonio Cabrini. E proprio il loro abbraccio diventerà una consuetudine anche nella Juve: il numero 20 in azzurro sarà il 9 in bianconero, in un'infinità di situazioni.

PRIMA DEL 1982

Paolo Rossi diventa juventino all’età di 15 anni. Italo Allodi, grande dirigente al servizio di Boniperti, lo scopre in una squadra di dilettanti toscana e lo acquista per una dozzina di milioni di lire. Nella Primavera bianconera il ragazzo si mette in mostra, giocando da ala destra. Il primo maggio del 1974 fa il suo esordio in prima squadra, in una trasferta vittoriosa a Cesena, in Coppa Italia. Dopo una breve esperienza a Como, è a Vicenza che Rossi esplode. Trasformato in centravanti, trascina la squadra in A, Nella massima serie, nel 1978, si laurea capocannoniere con 24 gol, contribuisce a un memorabile secondo posto dei biancorossi e si guadagna la convocazione al Mondiale in Argentina. Paolo diventa Pablito: e in azzurro fa cose meravigliose. Vicenza e Juve non si mettono d’accordo sul suo cartellino. La spuntano i veneti, con un’offerta astronomica alle buste: più di due miliardi e mezzo contro gli 800 milioni offerti da Boniperti. Ma il miracolo Vicenza è destinato a spegnersi. La retrocessione non ferma la carriera di Paolo, che passa al Perugia.

UDINE, IL PRIMO GOL

La prima rete di Paolo Rossi con la maglia della Juve è nella gara più attesa. E’ il 2 maggio 1982, si gioca a Udine e gli occhi sono tutti puntati su di lui. A 25 anni, l’attaccante esce dal purgatorio di una dura squalifica e si ripresenta per un nuovo esordio, in una partita importante, che vede la Juve chiamata a vincere per concorrere alla lotta scudetto. Mancano 3 giornate al termine e la squadra non tradisce. E Pablito, sebbene visibilmente emozionato, non si limita ad andare in gol nel 5-1 a favore della Juve: convince il Commissario Tecnico della Nazionale Enzo Bearzot a convocarlo per Spagna '82. A ben vedere, quel colpo di testa assomiglia moltissimo a quello che riprodurrà due mesi dopo, nella finale del Mundial tra Italia e Germania.

L'AREA DI RIGORE

Si scrive Paolo Rossi e si dice area di rigore. Pochi come lui hanno un fiuto dentro i 16 metri. Lui è dove arriva la palla, sempre, e a maggior ragione nell’area piccola, a pochi passi dal portiere. Un opportunismo senza eguali, che lo porta ad approfittare di ogni mezza occasione, di una respinta piuttosto che di un’incertezza della difesa. La Juve si gode queste sue caratteristiche dal 1982 al 1985 per un totale di 44 gol, alcuni davvero fondamentali come la doppietta allo Standard Liegi e il gol al novantesimo al Manchester United, due straordinarie notti europee.

RITRATTO DI UN CAMPIONE

«E’ un ragazzo sveglio, giocatore che possiede il raro dono di percepire, con largo anticipo rispetto all’avversario, il punto esatto dove passa la traiettoria del pallone. E allora sfrutta al massimo questa proprietà naturale, a volte facendosi poco notare ma risultando di estrema utilità. Non è il panzer egoista che parcheggia pigramente in area di rigore, in attesa che il gioco si sviluppi secondo condizioni a lui favorevoli. Sta sempre in movimento, partecipa al gioco corale, sostiene gli altri reparti con preziosi ripiegamenti e mettendo al servizio dei colleghi d’attacco la squisitezza tecnica nel dialogo». Il pezzo è di una firma dal cuore bianconero, Angelo Caroli scomparso da poco, scritto sulle pagine di Hurrà Juventus. Ed è uno dei tanti del giornalismo e della letteratura di tutto il mondo perché tutto il mondo ha amato Paolo Rossi.