João Mário e Jonathan David: “JJ” per un’altra J, quella di Juventus. Sui due nuovi innesti c’è un mondo da raccontare; proviamo a farlo immaginando scenari, considerando variabili e spiegando le opportunità che i nuovi innesti portano in dote.

IL PERCORSO DI FORMAZIONE

João Mário arriva a Torino dopo una vita trascorsa con la maglia del Porto. Ha seguito tutte le tappe ricercando abnegazione e puntualità: dall’Academy alla squadra B, per poi arrivare a esordire con i grandi all’età di 20 anni. Alla corte di Sérgio Conceição, ha saputo ritagliarsi il proprio spazio, proponendosi attraverso l’esperienza internazionale del club. Con i Dragoes è protagonista di 181 presenze e 5 gol in 5 stagioni tra tutte le competizioni; ha, altresì, toccato con mano la maglia della Nazionale portoghese, dove conta 3 gettoni tra il 2023 e il 2024. Nel palmarès di João Mário ci sono diverse affermazioni, tra cui due campionati vinti nel biennio 2018-2020.

João Mário - J|medical - 24-07-2025 - 10

Nato a Brooklyn (New York), Jonathan David muove i primi passi nel mondo del calcio a Ottawa. Arriva in Europa nel 2018 con il Gent, si abitua ben presto ai ritmi del vecchio continente, affermandosi sin da subito come uno dei bomber di prospettiva più interessanti del lotto. In due annate in Belgio totalizza la bellezza di 37 gol e, ad appena 20 anni, diventa oggetto del desiderio di molte big europee. La scalata prosegue al Lille, dove tra il 2020 e il 2025 segna 109 reti senza lasciare alcun dubbio sul futuro radioso che lo attende. Milita nella Nazionale canadese, di cui è leader tecnico e trascinatore assoluto da ormai diversi anni.

Jonathan David @ Allianz Stadium - 05-07-2025 - 14

IL PROFILO TECNICO DEI DUE NUOVI INNESTI

Le caratteristiche di João Mário non sono le solite con cui fare i conti. In Serie A ci si è ormai abituati a vedere esterni, con determinate strutture fisiche, sempre più improntati alla doppia fase: impostazione da quattrocentista, tanta corsa, polmoni larghi e sovrapposizioni mirate verso l’allargamento delle difese avversarie. Con l’ex Porto si va verso la direzione opposta. Tecnico e portato alla conduzione del pallone, misura 178 cm, è longilineo e rapido nell’esecuzione delle scelte. Nell'ultima stagione di Primeira Liga, la massima serie portoghese, è stato (tra i pari ruolo) il migliore per passaggi e cross nell’ultimo terzo di campo e la sua capacità di infilare il pallone alle spalle della linea arretrata spicca come qualità da sfruttare a servizio dei giocatori offensivi. Nel corso degli anni ha mutato la propria posizione in campo: da terzino destro di una difesa a 4, si è trovato recentemente alle prese con l’avanzamento sull’orizzontale mediana, abituandosi a giocare da quinto con una copertura diversa alle sue spalle.

È difficile discutere di David senza proiettarci verso l’alto. Di lui se n’è sempre parlato molto bene e viene facile capire il perché. Non solo i gol, seppur tanti e variegati, ma anche considerando il lavoro da punta centrale mestierante. Il suo biglietto da visita regala alla Serie A il prototipo di centravanti moderno e non banale. Non è il classico ariete da area di rigore, ma allo stesso tempo è predisposto per il lavoro spalle alla porta. La ricerca del pallone in più zone del campo orienta le difese a sfilacciarsi e i propri compagni ad apprezzarne il dinamismo. È in grado di giocare da 9, ma può sposarsi a meraviglia anche con un attaccante meno mobile. Insomma, tanti utilizzi sui quali costruire la fase offensiva della squadra.

NELLA JUVE DI IGOR TUDOR

Con applicazione e metodo, João Mário diventa un’arma particolare da sfruttare. Si incastra a pennello da esterno destro e la difesa a 3 dietro di lui è sinonimo di sicurezza. Dovrà certamente lavorare per abituarsi al tatticismo rigido del campionato italiano, ma con Mister Tudor la cura delle consegne difensive diventerà un mantra da qui ai prossimi mesi. Immaginando, inoltre, un laterale con caratteristiche di copertura sull’altra fascia, ecco che il classe 2000 portoghese può fungere da equilibratore nella doppia fase. La sua abitudine a palleggiare dovrà essere di enorme giovamento anche per quei giocatori (dalla metà campo in su) che vorranno provare inserimenti più mirati, alla ricerca di verticalità e possibilità di riempire l’area con frequenza.

Tudor

Le opportunità per Jonathan David sono variegate. Come già detto, la malleabilità nell’interpretazione del ruolo dà modo all’allenatore di pensare a più opzioni di schieramento e di connessioni offensive. Guardando le statistiche, l’obiettivo per il canadese potrebbe essere anche quello di migliorare sotto l’aspetto del disturbo in fase di non possesso. Ormai l’attualità chiama i centravanti a essere tra i primi blocchi alti per riconquistare palla e sfruttare la transizione ed è lì che David può migliorare i propri numeri: corazzando maggiormente la figura dell’attaccante a tutto tondo. Un occhio particolare anche sui partner di reparto: il suo è un contributo chiaro per tutti coloro in grado di leggerne i movimenti. Difesa del pallone, ricerca dello spazio dove infilare la sfera e attacco feroce senza palla per creare la superiorità nei 30 metri finali del terreno di gioco.

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