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L'ultima vittoria a Brescia

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L'ultima vittoria a Brescia
L'ultima vittoria a Brescia
L'ultima vittoria a Brescia

Sono tanti i motivi d'interesse di Brescia-Juventus, prima giornata del campionato 2004-05. Il primo, non può essere altrimenti, è l'esordio in campionato di Fabio Capello, approdato alla guida della Juventus dopo una serie di esperienze importanti e spesso vincenti con il Milan, il Real Madrid e la Roma. La sua Juve, per la verità, un test importante lo ha già passato, superando i preliminari di Champions League contro gli svedesi del Djurgarden. Un doppio confronto dal quale è uscita una prima indicazione: la difesa scricchiola e si spiega così l'acquisto di Fabio Cannavaro per dare compattezza, esperienza ed esplosività atletica al reparto. L'attacco, invece, è un mix di sicurezze e possibilità. Le prime sono rappresentate dalla coppia Del Piero-Trezeguet, un'unione di lunga data, una garanzia di gol e reciproca intesa. Le seconde si incentrano principalmente sulla figura di Zlatan Ibrahimovic. 22 anni, esibizioni di talento già mostrate nell'Ajax, tendente al narcisismo, che proprio Fabio Capello curerà per farlo diventare un giocatore più concreto, senza perdere in originalità.

UNO-DUE NEL PRIMO TEMPO

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Brescia-Juventus è uno dei debutti in campionato più convincenti nella storia della Signora. Una prova di forza che mette in luce tutte le caratteristiche del 4-4-2 forgiato dal nuovo allenatore: solidità, attenzione, lucidità nel cogliere il momento in cui colpire e finire l'avversario, come testimonia l'uno-due sferrato sul finire del primo tempo, che di fatto chiude la partita. Autori dei gol Pavel Nedved e David Trezeguet: il ceko colpisce di testa da calcio d'angolo; il francese finalizza un'azione splendida, con assist conclusivo di Jonathan Zebina.

IL PRIMO GOL DI IBRA

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A Ibrahimovic bastano 24 minuti dal suo ingresso in campo per entrare nella lista degli stranieri capaci ad andare in gol alla sua prima apparizione nel campionato italiano. Proprio come capitò a un suo grande connazionale nel 1956, lo svedese Kurt Hamrin, in una trasferta a Roma con la Lazio che la Juventus vinse per 3-0.

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