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Black&White Stories | I 7-0 in Europa

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Black&White Stories | I 7-0 in Europa

Nella storia delle competizioni europee ci sono tre partite dove la Juventus, davanti al proprio pubblico, ha travolto gli avversari con ben 7 gol. Coppa delle Coppe, Coppa dei Campioni e Champions League le manifestazioni. 1983, 1986 e 2003 sono gli anni nei quali il Comunale per due volte e il Delle Alpi nell'ultima hanno assistito al tiro a segno ai danni del Lechia Danzica, del Valur e dell'Olympiacos. Polonia, Islanda e Grecia le nazioni dei club. Nel primo e nel terzo caso un po' di stupore per il divario così ampio è legittimo, tenendo conto di come il calcio polacco fosse in ottima salute all'epoca e di quanti incroci ben più sofferti ci siano stati con l'Olympiacos prima e dopo, valga per tutti quel 3-2 in rimonta vissuto allo Stadium nell'edizione che ci avrebbe poi portato fino alla finale di Berlino.

Ci sono elementi in comune alle tre goleade? Sebbene il campione preso in esame sia ridotto, si possono scorgere situazioni che ricorrono da una gara all'altra? Proviamo a indagare.

I SEGNALI DELLA VIGILIA

Partiamo innanzitutto dalle condizioni di partenza. Contro il Lechia e il Valur, la Juve di Trapattoni fa il suo debutto stagionale in Europa. Legittimo sperare che la pratica si possa indirizzare a proprio favore già nei primi 90 minuti con un risultato corposo (il classico 3-0 in casa), ma di riuscire a rendere praticamente superfluo il match di ritorno non ne parla nessuno. Diverso, invece, è il contesto del match con l'Olympiacos: Lippi si è già guadagnato la qualificazione nel girone e si gioca il primo posto, una differenza di stimoli troppo ampia rispetto a un avversario ultimo in classifica e senza più traguardi da raggiungere.

Che segnali ci sono alla vigilia dell'incontro? Nel 1983 la Juve è reduce da 7 gol segnati all'Ascoli nella prima giornata di campionato tre giorni prima. Ma Jartrebowski, tecnico del Lechia, rivendica una vittoria dei suoi in patria altrettanto significativa (5-0) e si presenta ottimista: “Siamo in forma eccellente e speriamo di superare il turno”. Il Valur, invece, è rappresentante di un calcio che è ancora lontano anni luce dalle straordinarie gesta dell'Islanda dell'ultimo periodo, che l'hanno portata a raggiungere i quarti di finale all'ultimo Europeo e alla sua prima storica partecipazione a un Mondiale nel 2018. Le premesse della sfida con l'Olympiacos sono invece rappresentate dallo stato di forma della Juve, reduce da 3 sconfitte di fila (due in campionato, una in Champions con il Galatasaray). C'è perciò l'esigenza di dover dimostrare che una via d'uscita è possibile e una partita senza particolari tensioni può essere un'occasione da non lasciarsi sfuggire.

L'EROE E IL PUNTO DI ROTTURA

Nei 21 gol messi a segno nei 3 incontri, emerge una linea tattica comune: la Juve trova con esagerata facilità la profondità, mettendo a nudo i limiti di una difesa che tiene la linea alta o che comunque non riesce a impedire agli attaccanti bianconeri di trovare spazi favorevoli per presentarsi a tu per tu con il portiere. Nel tiro al bersaglio, poi, vi è la compresenza di più attori, anche se uno dei bomber riesce a conquistare la parte del protagonista.

Nel 1983, Penzo fa il suo esordio in Coppa delle Coppe con un poker di gol, un exploit che illude un po' sulle sue medie di realizzazione che poi non saranno più all'altezza di così tanta aspettativa. “La Coppa ha la stessa importanza del campionato”, dice alla fine il neo-acquisto bianconero, aggiungendo una sua forte convinzione: “Se poi dovessimo scegliere, io e credo i miei compagni sceglieremmo lo scudetto” (dilemma che verrà spazzato via dalla vittoria nell'una e nell'altra competizione). Con il Valur è Michael Laudrup a eccellere con una tripletta, mischiando una conclusione da fuori di esterno-collo destro che è un capolavoro a due reti di freddezza nordica in area di rigore. Profondamente diverso è il tabellino nel 7-0 all'Olympiacos: la partecipazione al gol è fortemente democratica, con ben 6 autori diversi. L'unico a ripetersi, tanto per cambiare, è David Trezeguet, per lui due reti sono la normalità.

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