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Conte: «Contro il Chievo partita difficilissima»

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Conte: «Contro il Chievo partita difficilissima»
Conte: «Contro il Chievo partita difficilissima»
Conte: «Contro il Chievo partita difficilissima»

52 tiri in porta e tre gol. La produzione offensiva della Juventus nelle ultime due uscite contro Copenaghen e Verona è stata impressionante per il numero di occasioni create, ma i bianconeri hanno raccolto poco in termini di reti. Chi pensa che Conte veda nel dato un problema però, sbaglia di grosso: «Ero più preoccupato quando abbiamo vinto due volte con la Lazio segnando quattro gol a partita, ma tirando poche volte in porta - spiega il tecnico - Ecco perché in entrambi i casi avevo parlato di risultato ampio e bugiardo, perché dal punto di vista offensivo non ero soddisfatto Il risultato spesso influenza i giudizi, ma io preferisco le prestazioni viste contro Copenaghen e Verona. Abbiamo capitalizzato poco, un po’ per imprecisione, un po’ per bravura degli avversari e un po’ per sfortuna, ma ma la mole di gioco prodotta resta».

E creare tanto per la Juve non è mai semplice, visto l’atteggiamento degli avversari quando incontrano i Campioni d’Italia: «Capita spesso che chi ci affronta cambi il modo di giocare e faccia la partita su di noi. Non è facile affrontare squadre che marcano a uomo otto giocatori come il Verona, che lasciava liberi solo Barzagli e Ogbonna. Non è semplice fare calcio così, anche se siamo riusciti tante volte ad arrivare al tiro. Siamo solo alla quarta di campionato e tutti potrebbero provare a giocarsi la partita, invece si preferisce provare ad annullare il nostro gioco. Non è una critica, ma una constatazione».

Con ogni probabilità anche il Chievo avrà lo stesso atteggiamento mercoledì sera: «Cambierà modo di giocare schierando un 5-3-1-1 - anticipa Conte - Sarà una partita difficilissima, che i nostri avversari stanno preparando con grande attenzione tattica e con cattiveria agonistica».

Servirà quindi una Juve concentrata e attenta, anche a non concedere occasioni su palla inattiva, letali nelle ultime due partite: «Siamo andati sotto per tre volte consecutive e mi auguro che non diventi un’abitudine, anche perché non si deve aspettare di prendere un cazzotto per darne due agli avversari. Ci siamo riusciti con il Verona, ma non a Copenaghen. Dovremo fare della difesa la nostra arma migliore».

Anche contro il Chievo continuerà il turnover, obbligato visti i tanti impegni ravvicinati: «Ci fossero stati Caceres e Marchisio a tempo pieno ce ne sarebbe stato anche di più, ma qualsiasi scelta viene fatta in base alle condizioni psicofisiche dei giocatori. Infortuni permettendo non si dovrebbero superare i quattro, cinque cambi a partita e mi auguro di non doverne mai fare di più, anche se finora le risposte sono sempre state positive da parte di tutti». Prima o poi tutti dovranno rifiatare, anche Carlos Tevez, devastante in questo avvio di stagione: «Il suo arrivo ci ha dato spessore tecnico e caratteriale e ne sono contento. C’è un’idea di gioco che sta esaltando le sue qualità e viceversa, ma non siamo dipendenti da nessuno e mai lo saremo. Non è il mio calcio. Non dimentichiamo che la Juve ha vinto due scudetti consecutivi e Carlos non c’era. Quindi quando non giocherà sarò sereno perché ci sarà chi mi ha permesso di vincere».

Tra questi c’è anche Giovinco, che finora ha trovato poco spazio, ma «che ha sempre fatto bene quando è entrato in campo. Seba è molto forte, unisce qualità a velocità e arriverà una chance anche per lui. Quando penserò che potrà essere importante dal primo minuto, lo farò giocare».

Conte chiarisce poi quello che i media, troppo velocemente, stavano trasformando in un caso: l’uscita dal campo di Pirlo che, domenica, dopo essere stato sostituito, era andato direttamente negli spogliatoi senza fermarsi a seguire il resto della gara. «Non c’è stato bisogno di nessun chiarimento - puntualizza Conte - per il semplice fatto che Andrea poteva farlo. Ora però abbiamo stabilito una regola: quando si esce dal campo, a meno di non dovere andare a curarsi, si deve guardare la partita insieme ai compagni. Per chi non la rispettasse ci sarà una forte multa e un mese fuori rosa. Facile? Facilissimo...».

E’ con regole certe che si costruisce un gruppo e una squadra vincente. Ed è con regole certe che vanno affrontate certe spiacevoli situazioni, come i cori razzisti che hanno già portato alla chiusura delle curve in tre stadi italiani: «Si devono dare segnali forti e serve una mano ferma - conclude Conte - Solo così chi viene allo stadio per offendere e insultare si stancherà e si potrà tornare a pensare solo al calcio».

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