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Conte: «Fame ed entusiasmo»

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Conte: «Fame ed entusiasmo»
Conte: «Fame ed entusiasmo»
Conte: «Fame ed entusiasmo»

70 minuti di dominio assoluto a Firenze e una prestazione maiuscola al Bernabeu: due sconfitte che bruciano tremendamente. La Juventus è tornata dalle ultime trasferte senza punti, ma anche con la consapevolezza di aver meritato ben di più dei risultati ottenuti e con la voglia di rifarsi subito, a partire da domenica contro il Genoa: «I ragazzi nelle ultime due partite hanno raccolto molto meno di quanto seminato - ricorda Conte, durante la conferenza stampa di vigilia tenuta allo Juventus Stadium - Dobbiamo riprendere il filo del discorso in campionato, veniamo dal primo stop dopo sei vittorie e un pareggio e dovremo attingere a tante energie fisiche e mentali, ma siamo pronti».

Contro il Genoa il tecnico potrebbe ricorrere al turnover, ma non in attacco, dove le scelte sono praticamente obbligate: «Deciderò in base a quanto visto a Madrid e in funzione delle prossime partite. Abbiamo due possibili situazioni di gioco e cercheremo di sfruttarle, magari cambiando anche a gara in corso. In avanti dobbiamo stringere i denti, perché devono giocare sempre gli stessi: Vucinic e Lichsteiner stanno proseguendo nel recupero, non erano cose da poco e mi auguro che a breve possano tornare a disposizione. Giovinco si sta trascinando un problema al piede dalla gara contro il Milan e speriamo di avere quanto prima anche Quagliarella».

Nonostante le difficoltà la Juve deve immediatamente tornare al successo. E’ in fondo questa la sintesi anche del messaggio lanciato ieri da Andrea Agnelli al termine dell’Assemblea degli Azionisti: «Il Presidente ha voluto mandare un messaggio a tutti, nessuno escluso e del resto i stesso vado ripetendo da fine luglio che quest’anno sarà molto difficile vincere. Il fatto di aver iniziato così presto a gridare “al lupo, al lupo”, mi ha comunque permesso di mettere la squadra sulla giusta strada. Se non avessi fatto così ora ci saremmo trovati impreparati di fronte alle difficoltà».

Sempre ieri, Agnelli aveva ancora sottolineato come in certi casi si debba compiere una scelta, tra il giocare bene e vincere la Champions. Parole che Conte interpreta così: «Meglio giocare male e vincere, che perdere e uscire tra gli applausi. Questo voleva dire il Presidente, ma il riferimento era alla singola partita, non certo a tutta una stagione. La strada giusta è quella del bel gioco che porta i risultati. Quando invece c’è organizzazione, tutti suonano lo stesso spartito, si gioca bene e si vince, altrimenti la fortuna può accompagnarti per due o tre partite, ma non di più».

La spiegazione di Conte è quantomai preziosa, visto che in molti avevano interpretato le parole del Presidente come un appunto mosso alla squadra e al tecnico. E altrettanto prezioso è l’ennesimo chiarimento sulle voci, già smentite ieri da Marotta, che vorrebbero il tecnico lontano dalla Juve a fine stagione: «Questi discorsi rientrano nel tentativo di destabilizzare un ambiente che in due anni anni ha creato una piccola macchina da guerra, capace di vincere e abbattere i costi. Credo che fare di più, fosse davvero impossibile. Ora però si deve guardare avanti e per vincere ancora c’è bisogno che tutto l’ambiente ritrovi l’entusiasmo di due anni fa. Lo dico anche ai tifosi: quando le squadre arrivano allo Stadium devono essere “aggredite” da undici giocatori, ma anche da chi sta sugli spalti. Ritroviamo la fame, perché ultimamente si è tornati un po’ a teatro...»

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