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Conte: «Fiducia nei miei uomini»

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Conte: «Fiducia nei miei uomini»
Conte: «Fiducia nei miei uomini»
Conte: «Fiducia nei miei uomini»

Inter-Juventus di sabato sera inaugurerà un mese di fuoco per la Juventus, che, con sette partite una dietro l’altra, scenderà in campo ogni tre giorni fino alla prossima sosta per le Nazionali. Inevitabile quindi pensare che il tecnico possa ricorrere al turnover, anche se nelle prime uscite , finora, si è affidato sempre agli stessi uomini: «Non ci sono modelli prestabiliti sul turnover. La situazione va monitorata e valutata giorno dopo giorno. Condizione fisica e psichica sono i fattori da considerare. Servono colloquio e occhio...Per adesso abbiamo giocata una partita alla settimana e quindi potevo scegliere senza pensare che qualcuno potesse essere affaticato. Abbiamo vinto tutte e tre le gare, quindi penso che le scelte siano state corrette. Con sette partite in un mese le cose ovviamente cambiano. Io però sono sereno e ho fiducia, perché vedo come lavorano quotidianamente i miei giocatori. Mi spiace ovviamente per gli infortuni di Caceres e Pepe, ma vediamo il bicchiere mezzo pieno guardando a Barzagli e Vucinic. A Barzagli ho chiesto un sacrificio in queste prime tre partite e lui, pur non in perfette condizioni, mi ha dato la massima disponibilità. Ora si allena con noi da due giorni e voglio parlare con lui e con Vucinic, che ha preso una botta al ginocchio, ma ieri si è allenato ed è a disposizione».

Uno dei temi ricorrenti di questi giorni è affiancare l’Inter di Mazzarri alla prima Juventus di Conte, che vede qualche analogia tra le due squadre: «Anche noi venivamo da due brutte stagioni e Mazzarri, come me il primo anno, può lavorare tutta la settimana non avendo le coppe. Anche gli infortuni se non si partecipa all’Europa diminuiscono. Lo scorso anno l’Inter non aveva certo una rosa scarsa, nonostante il campionato negativo, altrimenti non sarebbe riuscita a battere la Juventus in casa 3-1, diventando per un periodo protagonista della lotta scudetto. Poi il campionato è fatto di 38 partite e alla lunga è stata la continuità la differenza tra noi e loro. Per noi, due anni fa, si parlava di mercato sbagliato e di sesto posto, poi il campo ha dimostrato l’opposto. Può succedere anche a loro quest’anno, anche se egoisticamente mi auguro di no. Possono ambire a fare un ottimo campionato, se poi riusciranno o meno a vincere lo scudetto, questo dipenderà dalla loro bravura a gestire le varie situazioni».

Sempre tenendo in mente il suo primo anno alla guida della Juve, Conte individua un pericolo nella sfida di sabato: «Per loro è una partita importante dal punto di vista psicologico, perché se vincessero aumenterebbe la loro autostima. A noi accadde due anni fa battendo in casa il Milan di Ibra, Thiago Silva, Nesta, Pato, che veniva dato per super favorita. Quella partita ci fece capire che con il lavoro avremmo potuto competere ad alti livelli. Da lì a vincere lo scudetto ce ne passa, ma dal punto di vista psicologico ci diede una grande spinta. Dovremo fare attenzione perché l’Inter ha le carte in regola per lottare ai vertici e con maggiore convinzione potrebbero diventare pericolosi». A livello tattico Conte non si aspetta sorprese: «Conosciamo il modo di giocare dell’Inter, dovremo stare attenti alle ripartenze di Alvarez, Palacio, degli esterni e alle progressioni di Guarin che possono spaccare in due la squadra. L’Inter oggi rispecchia l’idea di calcio di Mazzarri e questa sta facendo crescere diversi giocatori. La bravura di un tecnico sta nel valorizzare un gruppo e Mazzarri, negli anni, ha dimostrato di saperlo fare. Basti vedere il suo lavoro a Napoli il Napoli dove, partendo da Hamsik, Lavezzi e Cavani, è riuscito a far migliorare anche altri elementi». Quanto a bravura però, Conte non ha nulla da invidiare a nessuno e i recenti attestati di stima di Buffon e Vidal sono solo gli ultimi di una lunga serie: « Ringrazio Gigi e Arturo, perché le gratificazioni che arrivano dai giocatori sono forse più belle anche della vittoria e giustificano i mal di pancia, i nervosismi e le tante ore passate a studiare calcio e sottratte alla famiglia».

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