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Dal paradiso all'inferno, e ritorno

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Dal paradiso all'inferno, e ritorno
Dal paradiso all'inferno, e ritorno
Dal paradiso all'inferno, e ritorno

Una partita da cardiopalma, una vittoria meritatissima ma sudata come non mai. Un punteggio che non può soddisfare appieno la Juve, ma che intanto le permette di riagguantare il secondo posto nel girone a pari punti con l'Olympiacos, anche se, in virtù del 3-2 finale, i greci sono in vantaggio come differenza reti negli scontri diretti.

La Juve però ha dimostrato questa sera di avere tutte le carte in regola per giocarsi non solo il passaggio del turno, ma anche il primo posto nel Gruppo A, ora occupato dall'Atletico Madrid, vittorioso a Malmoe per 2-0. Perché il modo con cui ha affrontato la gara, l'atteggiamento iniziale, la forza d'animo di recuperare lo svantaggio, la capacità di gestire l'emergenza, sono quelli di una squadra che merita di andare avanti in Champions.

Con Ogbonna non al meglio, Allegri vara la difesa a quattro, con Lichtsteiner e Asamoah sulle corsie esterne e il rombo di centrocampo, in cui Pirlo è il regista arretrato e Vidal il trequartista alle spalle di Morata e Tevez. E' la prima volta che la sua Juve si schiera dal primo minuto con questo modulo, ma a guardare la sicurezza con cui inizia la partita, sembra che non abbia mai giocato in maniera diversa. La manovra è rapida, avvolgente, le fasce funzionano e il pressing pure. E' come se si fosse riavvolto il nastro fino alla gara di due settimane fa, all'ultima mezz'ora in particolare, quando solo un Roberto mostruoso aveva impedito ai bianconeri di tornare sorridenti da Atene.

Che per il portiere spagnolo sarà un'altra serata complicata si intuisce abbastanza in fretta. L'intervento sulla sventola di Pogba non è difficile, quello sull'esterno di Marchisio richiede già una prontezza di riflessi maggiore. Quello sulla punizione di Pirlo è un tentativo inutile: la traiettoria disegnata dal Maestro al 21' è deliziosa e si infila imparabile sotto l'incrocio.

Giusto il tempo di esultare e si deve ricominciare tutto daccapo. L'Olympiacos si butta in avanti e in tre minuti trova il pareggio con Botia, che arriva prima di Chiellini sull'angolo calciato da Dominguez e di testa indovina l'angolino alla destra di Buffon.

La Juve riparte come se nulla fosse successo e alla mezz'ora mette Morata solo davanti a Roberto: l'assist di Tevez è perfetto e lo spagnolo, pur pressato, riesce a toccare, senza trovare la porta. Il contropiede dei greci va tenuto d'occhio, ma sono rarissime le occasioni in cui riesce a svilupparsi. Ben più continua è la manovra bianconera, però manca un po' di precisione e anche Pogba sbaglia la mira quando, prima dell'intervallo, scarica a lato dal limite.

Se quello del primo tempo era un monologo, quello di inizio ripresa è un assedio. Però si sbaglia troppo e l'opportunità fallita all'11' grida vendetta: Tevez punta l'area, ha di fronte a sé il solo Abidal e scarica su Vidal. Il cileno però invece di tirare cerca il passaggio di ritorno, permettendo la chiusura di Roberto. Allegri sostituisce Morata con Llorente, ma poco dopo il cambio incredibilmente l'Olympiacos raddoppia, in una delle rarissime occasioni in cui varca la metà campo. Sugli sviluppi di un calcio di punizione, Maniatis rimette in area per N'Dinga che, liberissimo, infila sotto l'incrocio di testa.

No, così proprio no. Passi la gara dell'andata, con quella marea di palle gol sfumate. Ma che la storia si ripeta a casa nostra non si può davvero accettare. E la Juve non lo accetta. Prima si riprende quanto la sorte le aveva tolto fino a quel momento: un pallone vagante in area sbatte sulle gambe di Pogba e Llorente, poi sul palo, quindi su Roberto e termina in rete. Un gol fortunoso è il minimo sindacale dopo quanto accaduto finora, ma non può bastare. E allora in 46 secondi, giustizia è fatta: Pogba si trova al limite dell'area con il pallone sul destro e in quelle condizioni è un'arma letale. Quando infila la saetta nell'angolino basso, lo Stadium esplode in un tuono assordante e liberatorio, ma non è ancora finita.

I greci hanno carattere e si buttano in avanti per riagguantare la partita: Elabdellaoui non ci riesce per una questione di centimetri, quando salta Asamoah e Pogba in un colpo solo, entra in area dalla destra e spedisce il diagonale a fil di palo.

La Juve cerca non solo il colpo del ko e il gol che le permetterebbe di qualificarsi in un eventuale arrivo a pari punti con l'Olympiacos: Tevez ha sul sinistro l'occasione buona, ma manda a lato da pochi passi. Pereyra cerca il rasoterra e trova la risposta di Roberto. Llorente si gira bene in area e calcia alto. E negli ultimi secondi l'occasione più ghiotta: Tevez viene atterrato in area da Milivojevic e Atkinson indica il dischetto. Vidal calcia di potenza, Roberto riesce a toccare e a deviare sulla traversa. Finisce 3-2 e per come si era messa la partita va bene così, ma per qualificarsi ci sarà da lottare anche nelle prossime due gare, fino alla fine.

JUVENTUS-OLYMPIACOS 3-2

RETI: Pirlo 21' pt, Botia 24' pt, N'Dinga 16' st, Roberto (aut) 20' st, Pogba 21' st

JUVENTUS Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Asamoah (38' st Pereyra); Marchisio (25' st Padoin), Pirlo, Pogba; Vidal; Tevez, Morata (13' st Llorente) A disposizione: Storari, Ogbonna, Coman, Giovinco Allenatore: Allegri

OLYMPIACOS Roberto; Elabdellaoui, Botia, Abidal, Masuaku; Maniatis (38' st Diamantakos), N'Dinga (32' st Kasami), Milivojevic; Afellay (26' st Fuster), Dominguez; Mitroglou A disposizione: Megyeri, Avlonitis, Leandro, Bouchalakis Allenatore: Michel

ARBITRO: Atkinson (ENG) ASSISTENTI: Mullarkey (ENG), Cann (ENG) QUARTO UFFICIALE: Child (ENG) ARBITRI D'AREA: Taylor (ENG), Friend (ENG)

AMMONITI: 4' st Tevez, 41' st Botia

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