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Agnelli: «Bonucci, una guida per i giovani»

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Agnelli: «Bonucci, una guida per i giovani»
Agnelli: «Bonucci, una guida per i giovani»
Agnelli: «Bonucci, una guida per i giovani»

«Una piacevole abitudine». Questo sta diventando per il Presidente Agnelli annunciare i rinnovi dei “senatori” bianconeri. E dopo quelli di Buffon e Chiellini nel novembre dello scorso anno, dopo quello di Marchisio a inizio luglio, ecco il prolungamento di Bonucci, fino al 30 giugno 2020. Altri cinque anni, dopo averne già trascorsi altrettanti insieme: «Con Leo ho condiviso in tutto e per tutto i cinque anni della mia presidenza – ricorda Agnelli – Fu il secondo acquisto della mia gestione dopo Marco (Storari N.d.R), cui va un affettuoso saluto e l'augurio di un pronto ritorno in serie A. Il primo anno fu estremamente difficile, mentre per gli parlano i risultati. In questo periodo Leo è cresciuto molto, come uomo e come giocatore, e la sua crescita ha avuto il culmine nella finale di Champions League che, se da un lato ci ha regalato soddisfazione per essere tornati ad una dimensione internazionale, dall'altro ha lasciato l’amaro in bocca per il risultato. Proprio quella finale deve far capire a chi fa parte di questo gruppo, che oggi ha una visibilità internazionale e aspettative superiori. Ora per Leonardo si chiude un ciclo di cinque anni e se ne apre un altro, da vivere con la stessa passione e la stessa dedizione. Quando l'avrà completato avrò alle spalle dieci anni di Juve, ma credo che ben prima avrà un numero di presenza tale da entrare nel J-Museum».

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Per Bonucci, così come per gli altri “anziani” del gruppo, le responsabilità aumentano: «Se è stato un piacere vedere la sua crescita in questi cinque anni, sarà un piacere vedere come ora saprà far crescere i nuovi arrivati – sottolinea il Presidente - che guarderanno anche a lui per sapere come muoversi, come rialzarsi nei momenti di difficoltà. Leo, Buffon, Chiellini, Marchisio, Barzagli confermano quella che è sempre stata la linea della Juventus: un blocco di giocatori italiani capace di guidare la squadra e di rappresentare un punto fermo anche in Nazionale. Questo per noi è motivo di orgoglio e stiamo già lavorando per costruire i blocchi del futuro: pensiamo a Zaza, Rugani, Sturaro... Giovani che tra quattro o cinque anni dovranno essere in grado di prendere in mano la Juventus».

Guardando alla prossima stagione Agnelli non ha dubbi: «Il primo vero avversario della Juventus sarà... la Juventus stessa. Starà a noi acquisire consapevolezza con questa nuova squadra. Fra i nuovi acquisti mi aspetto qualcosa in particolare da… Bonucci. Sono i “vecchi” coloro quelli che devono saper fare la differenza in questo nuovo percorso».

L'attenzione del Presidente si sposta quindi sullo stato del calcio italiano. Gli importanti investimenti di alcuni club possono essere visti come un segnale di ripresa? «Ogni società è responsabile del proprio stato patrimoniale. Da parte nostra gli investimenti sono sviluppati dalla disponibilità che offre il conto economico e lo stato patrimoniale. Il senso di responsabilità dovrebbe portare ogni società ad agire in questo modo, riconoscendo che una quantità di indebitamento è salutare per qualsiasi azienda, ma che va tenuto sotto controllo per evitare situazioni come quelle che abbiamo vissuto lo scorso anno e che non danno una bella immagine del nostro calcio».

«Un conto è valutare i risultati sportivi, un conto lo stato di salute. Per il primo aspetto, una squadra in finale di Champions League e due in semifinale di Europa League rappresentano un buon traguardo, che premia però la programmazione di tre club. Per avere risultati concreti, si dovrebbe continuare così per almeno 5 anni, per recuperare una posizione nel ranking Uefa e riacciuffare il quarto posto in Champions League, la cui mancanza si sente e pesa, sia a livello finanziario che al livello statistico, perché evidentemente ad un numero minore di squadre iscritti corrisponde una minore probabilità di vincere»-

«Per quanto riguarda lo stato di salute - continua il Presidente - il calcio italiano ha bisogno ancora di molti interventi per essere alla pari con gli altri. Interventi infrastrutturali in primis: senza stadi all'altezza del calcio che vogliamo proporre sarà difficile attrarre i veri talenti nel nostro campionato. In secondo luogo, per la crescita dei ragazzi potrebbe essere funzionale l'introduzione delle seconde squadre. Lo scorso anno, quando verso la metà di ottobre ci siamo trovati in difficoltà abbiamo, il Rugani di turno avrebbe già potuto esordire in Champions League e collezionare diverse presenze in Prima Squadra. E Morata - conclude Agnelli - a 22 anni ha due finali di Champions League sulle spalle anche grazie all'esperienza maturata nel Real Madrid Castilla».

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