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Parola di capitano

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Gigi Buffon ha una forza caratteriale, un'esperienza, una tale personalità, che non può certo essere un'inizio di stagione complicato a spaventarlo. Del resto il portiere l'aveva anche previsto: «Quest'anno potremo andare incontro a delle difficoltà», aveva detto in tempi non sospetti, alla vigilia della Supercoppa di Shanghai. Poi la Juve vinse il trofeo, iniziarono le celebrazioni e quelle parole passarono in secondo piano. Ora tornano attuali. Quindi, adesso, segnatevi queste, perché tra qualche mese magari potrà essere utile rileggerle: «Quando troveremo identità e compattezza saremo una squadra molto, molto forte e lo dico con la massima onestà. Ne sono fermamente convinto. A Natale mi auguro di poter dire che la Juve è agli ottavi e attendiamo con fiducia il sorteggio. Per quanto riguarda il campionato sono sicuro che saremo nella parte sinistra della classifica, in posizione medio-alta». Il capitano lo afferma nelle interviste rilasciate a Mediaset e Sky, il giorno dopo la partita contro il Napoli. Interviste nelle quali analizza con estrema lucidità un momento certo non semplice, ma nelle quali ribadisce anche la sua convinzione sulle possibilità della Juve: «Partiamo dal presupposto che questa è stata la squadra più forte in questi ultimi quattro anni, ha cambiato tanto e finora abbiamo giocato solo otto partite. In alcune abbiamo avuto risposte convincenti e siamo stati applauditi, in altre meno, e siamo stati dileggiati. Questo significa che stiamo ancora cercando il nostro equilibrio. In tutto questo però abbiamo la certezza di essere una squadra forte e l'abbiamo dimostrato nelle partite più delicate. Questa dev'essere la base di partenza».

«Sento le responsabilità in modo particolare, perché sono il capitano e una squadra è l'espressione della società, dell'allenatore e anche dei giocatori più rappresentativi. La presenza di Agnelli oggi all'allenamento è indicativa. Ci vuol far capire che la società è vicina e vive con noi ogni momento della stagione, positivo o negativo che sia . E questo è un segnale rassicurante per noi giocatori. Questa è la sfida più difficile insieme a quella della stagione della rinascita, quando vincemmo il primo scudetto, ma io vivo di sfide e più ardue sono, più grande sarà la gioia di superarle».

Buffon indaga quindi sulle ragioni di questo avvio di stagione complicato: «Le cause sono tante, come aver dovuto fare a meno di tanto tempo di giocatori cardine. Appagamento? Ci fosse stato ora sicuramente sarebbe sparito. Abbiamo cambiato tanti moduli anche perché il mister si è dovuto adattare ai giocatori a disposizione e questo non può che rinviare il processo di crescita. Credo che Allegri abbia idee molto chiare e grande lucidità nel capire cosa serve alla squadra. Anche noi giocatori dobbiamo cercare di spingere sull'acceleratore. C'è voglia di rivalsa e sono sicuro che la dimostreremo nelle prossime gare, ma si dovrà mantenerla anche in quelle successive, perché è la continuità a fare la differenza».

Mercoledì ci sarà già la prima occasione di riscatto contro il Siviglia e la gara arriva forse al momento giusto, perché se quella di Manchester ha dato un segnale sulle reali potenzialità della squadra, quella contro gli spagnoli potrebbe rappresentare la svolta: «La Champions è una bella vetrina e in questo caso sarà anche un'ottima occasione per ritrovare certezze ed entusiasmo. Quella con il Siviglia sarà una partita da giocare con ferocia e determinazione e con la sana voglia di stupire.Per ora dobbiamo accantonare il discorso scudetto per qualche mese, perché il distacco è ampio e noi non abbiamo ancora raggiunto la fisionomia che ci permetta di fare voli pindarici. Parlarne adesso sarebbe fuori luogo, ci dimostreremmo solo presuntuosi e superficiali e vorrebbe dire non avere ben chiaro in mente il momento che stiamo vivendo. Dobbiamo rimboccarci le maniche, sporcarci le mani e guardare al presente. Sappiamo quali sono i cambiamenti da fare per invertire la rotta e migliorare. Risolviamo i problemi e giochiamo partita per partita. La classifica la guarderemo tra due o tre mesi...».

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