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Douglas: «A Mosca il gol più bello della mia carriera»

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Douglas: «A Mosca il gol più bello della mia carriera»
Douglas: «A Mosca il gol più bello della mia carriera»
Douglas: «A Mosca il gol più bello della mia carriera»

Dal grande gol che ha regalato la qualificazione agli ottavi di Champions League, alla partita che ci aspetta contro il Milan. E’ un Douglas Costa a 360 gradi, quello che ha parlato oggi.

VISTO DA LUI

«Ero in posizione da trequartista – racconta - E facevo fatica a trovare spazio. Così, anche parlando con Bonucci e Dybala ho capito che potevo spostarmi a sinistra. Una volta saltati i due difensori, ho visto che c’era spazio per puntare alla porta, e grazie al colpo di tacco, molto intelligente, di Higuain, ne è uscita un’azione molto bella. Io sono riuscito a restare freddo e a segnare: è stato il gol più bello della mia carriera. Infatti, non sono abituato a togliermi la maglietta dopo aver segnato, ma è stato un momento di liberazione. Dedico il gol a Natalhia, una persona molto importante per me».

DOUGLAS TREQUARTISTA?

«Non è una novità, ma non giocavo da trequartista da molto tempo: l'ho fatto in passato, ma in una formazione schierata con il 4-2-3-1. Qui devo lasciare spazio per i centrocampisti, come Matuidi, o per chi crea gioco come Bentancur o Pjanic ed essere allo stesso tempo vicino a chi è davanti, ad esempio Dybala o Higuain. Poi devo cambiare passo in quella zona di campo e creare le condizioni per dare superiorità numerica e far fare gol ai compagni».

SGUARDO AL MILAN

«Il Milan del passato era una squadra fenomenale, che vinceva tutto, ma credo che anche oggi sia comunque una buona squadra, che merita grande rispetto. Paquetà? Lo conosco ed è un giocatore importante, l'ho apprezzato in Nazionale, ha ottime qualità. Il calcio in Europa è molto differente rispetto al Brasile, ma credo che saprà dimostrare il suo valore e fare emergere le sue qualità».

«RAZZISMO? SIAMO TUTTI UGUALI»

«Purtroppo, il razzismo esiste, e da molto tempo. Io mi batto totalmente contro questo problema, perché penso che siamo tutti uguali e con le nostre famiglie dobbiamo difendere i nostri principi. I razzisti non meritano di esultare per un gol, perché il calcio è uno spettacolo, porta gioia e non è compatibile con queste manifestazioni»

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