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Opposition Watch: l'Inter

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Capolista del campionato con 18 punti, reduce da sei vittorie in altrettante partite in Serie A, l’Inter fino ad ora ha segnato 13 reti subendone solamente 2. Nell’ultimo turno, a Marassi sul campo della Sampdoria, Handanovic e compagni si sono imposti 3-1.

com'è cambiata l'Inter

Dopo due stagioni con Luciano Spalletti in panchina, i nerazzurri in estate hanno cambiato guida tecnica affidando la squadra ad Antonio Conte. In questa prima parte il modulo schierato è stato il 3-5-2, nel quale si sono affermati tanti giocatori arrivati nell’ultima sessione.

In mezzo al campo ha brillato soprattutto Stefano Sensi, prelevato dal Sassuolo, già a segno tre volte in campionato. Sempre nella linea mediana un altro volto nuovo è Nicolò Barella, ex Cagliari, in gol nella prima stagionale di Champions League contro lo Slavia Praga. Un centrocampo che ruota attorno alla regia di Marcelo Brozovic, alla sesta stagione consecutiva a Milano. Sulle corsie laterali si sono alternati vari giocatori: Biraghi (ex Fiorentina), Asamoah e Candreva. Può essere impiegato da esterno così come da difensore Danilo D’Ambrosio, in rete con il gol-vittoria lo scorso 25 settembre contro la Lazio.

Tra i pali la sicurezza si chiama Samir Handanovic, capitano dell’Inter, con davanti un reparto arretrato che vanta numerosi difensori: si tratta di Godin (ex Atletico Madrid), de Vrij, Skriniar, Bastoni e Ranocchia.

In attacco la novità rispetto al passato è il belga Romelu Lukaku, ex Manchester United, che in Serie A ha segnato contro Lecce, Cagliari e Milan. Sempre dai Red Devils è arrivato Alexis Sanchez, che però contro la Juventus non ci sarà perché squalificato. Completano il reparto offensivo l’argentino Lautaro Martinez e Matteo Politano.

una sfida equilibrata

Con la difesa a tre e l’innesto di Godin assieme a de Vrji e Skrinjar l’Inter di Conte ha sicuramente nella difesa il suo reparto più forte sul quale ha edificato le 6 vittorie in 6 partite ottenute fin qui in campionato.

Una fase difensiva che vede, oltre ai tre centrali, l’apporto dei due esterni (soprattutto di Asamaoh sulla sinistra che scivola spesso sulla linea della difesa) e un centrocampo dinamico che attraverso il pressing (in questo aiutato dagli attaccanti) riesce spesso a raddoppiare le marcature e bloccare le iniziative avversarie lontano dalla propria area di rigore.

Nonostante questo e nonostante i soli due gol subiti, l’Inter, soprattutto nelle prime giornate, ha concesso diverse conclusioni verso la porta di Handanovic (ora infatti in testa nella percentuale di parate effettuate): sono 70 i tiri subiti dall’Inter contro i 72 della Juventus. Dalla prova delle due difese dipenderanno molto le sorti della gara di San Siro.

Quasi paritetica la mole di gioco in attacco con i nerazzurri leggermente superiori (13 reti a 11 e 106 conclusioni a 96), mentre è esattamente la stessa la percentuale di passaggi riusciti (87%) e il possesso palla (59%) tra le due squadre in questo inizio di stagione.

Un altro elemento che accomuna nerazzurri e bianconeri, pur con la differenza dei moduli utilizzati, sono gli inserimenti dei centrocampisti. Se nel 3-5-2 di Conte i tagli dentro l’area di rigore avversaria degli interni sono un aspetto imprescindibile del suo calcio, non meno efficaci, soprattutto con l’utilizzo del trequartista (Ramsey o Bernardeschi), e il movimento degli interni, le soluzioni della Juventus.

Una gara che si preannuncia quindi equilibrata e in cui il minimo dettaglio potrà fare la differenza determinando l’andamento della sfida.

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