Lunedì, il giorno della serenità
Il campo dove si allena Juventus One si trova ai piedi dei monti, a Pinerolo.
Lo chiamano “Siberia”, perché lì il sole tramonta presto, e l’aria si fa fredda anche quando altrove è ancora giorno.
È proprio da lì che si vede Alessandro correre, concentrato e felice, mentre i genitori lo guardano dalla rete, in silenzio, con un sorriso pieno di orgoglio.
Ogni lunedì, da Legnano, in provincia di Milano, la famiglia Folli parte nel primo pomeriggio per accompagnare Alessandro all’allenamento.
Due ore di viaggio all’andata e due al ritorno, ma non è una fatica: «Il lunedì è il nostro giorno», dicono.
Allenamento, pizza tutti insieme a Pinerolo, e poi di nuovo in autostrada, verso casa.
Un piccolo rito che scandisce le loro settimane.
Alessandro è arrivato in Juventus One a quindici anni.
Tifoso bianconero da sempre — in casa non si parla d’altro — sognava di giocare per la Juve.
Quando lo disse ai genitori, loro decisero di provarci: scrissero al Club, e due mesi dopo arrivò la risposta di Marco Tealdo.
Da quel giorno, la loro vita ha preso una nuova strada.
Il primo giorno d’allenamento è stato indimenticabile: entusiasmo, emozione, il sogno che diventava realtà.
Da allora Alessandro non ha mai saltato un allenamento.
Ogni viaggio, ogni chilometro, ogni serata a “Siberia” è diventata parte della sua crescita.
Giocare nella Juventus gli ha dato fiducia e consapevolezza.
Con i coetanei normodotati, crescendo, si sentiva escluso: giocava poco, non trovava spazio, e la frustrazione aumentava.
Qui invece ha trovato un campo dove contare davvero, un luogo dove essere protagonista.
Quando ha vinto la coppa, la prima cosa che ha chiesto è stata di portarla a scuola, per farla vedere ai compagni — «Voglio che mi vedano come un atleta», ha detto.
E lo è, a tutti gli effetti: disciplinato, preciso, attento.
Non perde mai la concentrazione, tiene alto il livello, teme solo di non essere più al centro delle scelte del mister, come un vero professionista che tiene al suo posto.
Ha imparato il valore del rispetto, della famiglia e della fiducia reciproca.
La sua ossessione per la Juventus, che un tempo sembrava solo una passione ingombrante, è diventata un ponte.
Un legame che unisce, un linguaggio che dà serenità.
Come quel giorno in cui, dopo aver incrociato Rabiot in autostrada, ha sorriso per ore, senza smettere mai.
A Pinerolo, nel freddo di “Siberia”, Alessandro corre, si allena e cresce.
Ogni lunedì è il giorno della serenità.
Il giorno in cui si sente parte di qualcosa di grande.






