Gianluca Righero8

GIANLUCA RIGHERO

Il calcio, una nuova famiglia

Ci sono vite che ripartono da un campo di calcio.
Per Gianluca, il calcio non è stato solo un gioco: è stato un modo per ritrovarsi, per rimettere insieme i pezzi, per sentirsi di nuovo parte di qualcosa.

La sua storia inizia nel 2011, quando entra nel gruppo del Pinerolo FD, l’esperienza che precede quella di Juventus One. È uno dei primi a credere nel progetto, grazie agli educatori che lo accompagnavano in comunità e che gli proposero di unirsi alla squadra.
«All’inizio faticavo a relazionarmi con gli altri. Poi, grazie a questo percorso, ho imparato a stare con le persone, a parlare, ad ascoltare. Il gruppo mi ha cambiato», racconta.

Sul campo ha trovato regole, amicizie e fiducia.
Fuori dal campo, ha costruito una vita autonoma e stabile.
Oggi lavora come magazziniere: un impiego ottenuto grazie all’aiuto di un educatore e consolidato con un contratto a tempo indeterminato.
«All’inizio era tutto nuovo, ma mi sono impegnato e ho imparato tanto. Ho capito quanto conti essere affidabile, quanto conti la fiducia degli altri.»

Nel calcio come al lavoro, Gianluca ha trovato lo stesso linguaggio: collaborazione, impegno, responsabilità.
«Indossare la maglia della Juve è stata un’emozione immensa. Non pensavo di arrivare a giocare per una squadra così. È come entrare in un cerchio che si allarga ogni volta che conosci qualcuno di nuovo.»

Per Gianluca, Juventus One è molto più di una squadra: è una famiglia costruita nel tempo, attraverso la costanza e le relazioni.
È il luogo dove ha imparato a condividere, a credere negli altri e in sé stesso.

«Qui ho capito che ognuno può aggiungere qualcosa alla vita dell’altro.
Ed è questo, per me, il senso della squadra.»