La costanza come forma d’amore
C’è un gesto che racconta più di tante parole: una volta, per non mancare ad un allenamento, Sebastiano ha percorso a piedi cinque chilometri fino al campo.
Non si era messo d’accordo per un passaggio, ma non importava.
Arrivare in tempo, esserci, era la cosa più importante.
Quel cammino, fatto da solo, è diventato un simbolo perfetto di ciò che è: scrupoloso, coerente, tenace.
Per Sebastiano, la costanza non è una fatica, ma un modo per vivere.
Una forma d’amore, silenziosa e ostinata, che traduce in gesti quotidiani la sua passione per la Juventus, per il calcio, per le persone che fanno parte del suo mondo.
È entrato in Juventus One nel 2018, a 19 anni.
Da allora, ogni allenamento, ogni partita, ogni trasferta è diventata un punto fermo, una certezza che resiste al tempo e ai cambiamenti.
«Quando sono arrivato non conoscevo nessuno. Poi ho fatto amicizia con i compagni, con i mister, con tutti. Oggi è come avere una seconda famiglia», racconta.
Nel gruppo ha trovato equilibrio, appartenenza, fiducia.
Ama le regole, la routine, la chiarezza delle cose fatte bene.
Ogni allenamento è per lui un rituale rassicurante: arrivare, cambiarsi, prepararsi, dare il massimo, salutare tutti prima di tornare a casa.
Piccole regole, che per lui hanno il valore di grandi gesti.
«Quando sei qui, respiri calcio 24 ore su 24. È l’ambiente giusto, quello che mi fa stare bene», dice con convinzione.
La Juve è il suo riferimento costante, la linea che tiene insieme le giornate e dà un senso al suo impegno.
Con Juventus One ha vissuto anni pieni di emozioni: ricorda ancora con orgoglio il triplete europeo del 2023 a Vienna, dopo le vittorie di Orbassano e Coverciano, e quella foto che tiene nel cuore — l’abbraccio con il mister.
Quel momento, racconta, gli ha fatto capire quanto forte possa essere un legame di squadra, e quanto conti condividere la gioia, non solo la vittoria.
Fuori dal campo, Sebastiano ama la musica elettronica e rock, il tennis e la pallavolo.
Segue tutto con attenzione e memoria: i nomi dei giocatori, i risultati, le statistiche.
In ogni dettaglio cerca coerenza, come se anche nello sport degli altri ci fosse un’eco del suo modo di vivere.
Negli anni, la sua passione è diventata una bussola: lo aiuta a essere costante, puntuale, affidabile.
Anche nei momenti difficili, resta fedele alle sue regole, perché sa che dentro quella disciplina c’è la sua libertà.
E così, quella volta in cui ha camminato per cinque chilometri pur di non mancare, non è stata un’eccezione ma un messaggio:
che la presenza, per lui, vale più di tutto.
Essere lì — ogni volta, con i suoi compagni, con la sua maglia — è il modo più autentico che conosce per dire "ci sono".







