Simone Polo 6

SIMONE POLO

Ogni passo, un respiro in più

C’è un monte, sopra Piossasco, che Simone conosce bene.
È il Monte San Giorgio, un luogo che per lui non è solo una gita, ma un ricordo felice, pieno di aria buona e silenzio.
«Ci torno spesso con mio papà», racconta.
Camminano insieme, passo dopo passo, fino a vedere la pianura dall’alto.
È uno dei momenti in cui Simone si sente davvero libero: lì ogni respiro pesa di meno, e ogni passo sembra un traguardo.

Simone gioca in Juventus One dal 2017.
Aveva diciotto anni quando è arrivata quella chiamata inattesa: lo avevano visto giocare a calcetto con gli amici, e da quel giorno la sua vita ha preso una direzione nuova.
Allenamenti con il freddo, sotto la pioggia o nel caldo d’estate, e sempre con la stessa voglia di dare tutto.
«Quando inizia il campionato — dice — non vedo l’ora di tornare in campo con i miei compagni».

Il calcio, per lui, è stato un modo per ritrovare fiducia e ritmo.
È cresciuto in una famiglia complicata, con due sorelle e tante assenze difficili da riempire.
C’è stato un tempo in cui si muoveva piano, troppo piano, quasi a volersi nascondere dal mondo.
Poi ha scoperto che correre, allenarsi, respirare a pieni polmoni era la strada per stare meglio — e per imparare a non avere paura.

Oggi lavora in una scuola materna, e presto verrà trasferito in una scuola elementare a Piossasco.
Parla dei bambini con un affetto contagioso: «Mi fanno sorridere ogni giorno», dice.
Con Juventus One ha vissuto emozioni forti: la prima vittoria a Milano, poi il titolo di Coverciano.
«Ricordo la semifinale col Napoli — racconta — la felicità di arrivare in finale, di abbracciare i miei compagni, è una cosa che non si dimentica».

Il suo sogno è semplice e profondo: vincere ancora, continuare a migliorarsi, continuare a salire.
Come sul Monte San Giorgio, anche nella vita ogni salita è un passo in più verso la serenità.
Ogni passo, un respiro.
Ogni respiro, una conquista.