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Alla scoperta di Alex Sandro

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Alla scoperta di Alex Sandro
Alla scoperta di Alex Sandro
Alla scoperta di Alex Sandro

Ventiquattro anni (classe 1991), fisico esile ed asciutto per 1,80m di altezza, Lobo Silva Alex Sandro è un ragazzo difficile da marcare. Molto difficile. Terzino, ma anche ala o centrale di difesa all’occorrenza, gioca spesso e volentieri a ridosso della linea di fondo, ama scattare per anticipare l’avversario, sottrargli il pallone ed allungare verso la porta avversaria. Dopo l’intercetto, ecco quindi l’affondo in velocità, a testa alta, proteggendo la sfera. Un modo di stare in campo corroborato dai dati, se è vero che il terzino brasiliano (87 gare e 3 gol in campionato con il Porto) nel corso dell’ultima edizione della Champions League è stato il difensore che ha intercettato più palloni (39) e subito più falli (22) di tutti. A riprova dell’affanno nel fermarlo da parte dei malcapitati che gravitano per quella fascia.

Ama il tackle, gioca pulito (una sola espulsione, l’anno scorso), sa calciare da fermo ma, soprattutto, sa crossare una volta raggiunta la linea di fondo, in virtù di un sinistro educato capace di disegnare traiettorie con il goniometro per la testa degli attaccanti.

Alex Sandro, un mix di potenza atletica in fase di spinta e grande intelligenza nel capire il gioco, è uno dei talenti più limpidi di quella generazione che ha conquistato, nel 2011, il Mondiale Under 20 con il Brasile. Una squadra, allenata da Ney Franco, che vantava gente come Willian, Coutinho, Oscar, Fernando ed Allan, capace di vincere anche un campionato sudamericano Under 20. Tra quei fuoriclasse c’era anche Alex Sandro, che avrebbe nello stesso anno debuttato nella Seleção (sei, finora, le presenze in Nazionale maggiore) e l’anno successivo conquistato da titolare (a centrocampo) l’argento olimpico a Londra 2012.

Cresciuto con l’Atletico Paranaense, sale alla ribalta internazionale nel 2011, quando in compagnia di Neymar e Danilo, conquista la Coppa Libertadores con il Santos tricampeão battendo il Peñarol in una doppia finale decisa nella gara di ritorno. E proprio dopo aver raggiunto l’apice della carriera calcistica in Sudamerica, con l’ex club di Pelè, Alex Sandro lascia il Brasile per iniziare l’avventura in Europa, tra le fila del Porto, squadra con la quale conoscerà gli stadi più prestigiosi in Champions League, distinguendosi sulla fascia sinistra senza deferenze né timori reverenziali di sorta.

Dal 2012/13 ad oggi, infatti, Alex Sandro è stato il giocatore del Porto che ha crossato di più (89) e intercettato più palloni (65) nella massima competizione europea. Nelle ultime tre edizioni della Champions League, tra i difensori, solo Sergio Ramos (43) e Dani Alves (38) hanno costretto gli avversari all’intervento falloso per essere fermati più volte di Alex Sandro (35).Solo Joao Moutinho (26), inoltre, ha mandato più volte al tiro un compagno più del brasiliano (25) nelle ultime tre edizioni della Champions League giocate dalla squadra lusitana, eliminata l’anno scorso dal Bayern.

Ovunque vada, vince. Se in Brasile conquista due campionati Paulista con il Santos (2010 e 2011) ed una Coppa nazionale (2010), oltre alla già citata Libertadores, anche in Portogallo si ripete con indosso la casacca del Porto, trionfando in Primeira Liga sia nel 2011/12, insieme a gente del calibro di Hulk e James Rodriguez, che nel 2012/13, con Jackson Martinez. Strenuo avversario, in entrambi i casi, il Benfica.

A questi trofei si sommano anche le due Supercoppe di lega lusitana (2012 e 2013), vinte ai danni di Académica e Vitória Guimarães.

Considerando la sola ultima stagione in campionato portoghese, l’ex laterale del Santos ha intercettato 116 passaggi, ovvero almeno 35 in più rispetto a qualsiasi compagno di squadra ed uno in più del leader nella categoria dell’ultima Serie A (Acerbi con 115).

Il brasiliano è anche il difensore del Porto che ha recuperato più palloni nell’ultima Primeira Liga (117), ed il secondo dietro Jardel (119) tra tutti i difensori del campionato, oltre ad essere il terzo dopo Jefferson (194) e al neoacquisto madridista Danilo (110) per cross effettuati (95).

Spinta, interdizione, cross, recupero palla… ce n’è per tutti i gusti.

Alla scheggia mancina Alex Sandro è da oggi affidato il compito di rifornire la testa di Mandzukic e compagni di palle gol, e guidare la manovra di squadra sul lato sinistro del campo. Un compito che, c’è da giurarci, saprà assolvere con la stessa mentalità vincente che lo ha contraddistinto nel corso di questa sua fulminante carriera.

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