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Black & White Stories: Roberto Bettega e il gol

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Black & White Stories: Roberto Bettega e il gol
Black & White Stories: Roberto Bettega e il gol
Black & White Stories: Roberto Bettega e il gol

Ne ha messi a segno 178 nei suoi 13 anni in bianconero. La storia di Roberto Bettega nella Juventus è stata anche un lungo racconto fatto di gol. Ma se sono entrati nell'immaginario collettivo, non è solo per l'enorme quantità, che lo colloca al terzo posto dopo Alessandro Del Piero e Giampiero Boniperti. Quelli da lui confezionati hanno avuto un comune denominatore: l'eleganza. Una qualità che rimane nel tempo, immutata nel suo fascino.

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LA PROMESSA

In questa foto Bettega è a pochi giorni dal compiere 20 anni. Si gioca a Varese, la città dove ha trascorso un anno in prestito dopo avere vissuto tutta la trafila di rito nel vivaio della Juventus. Viene premiato col trofeo che si assegna al capocannoniere della Serie B, conquistato con 13 reti. Il debutto nella massima serie con la Signora conferma quanto di buono mostrato e va anche oltre. Roberto diventa per i tifosi Bobby-goal, vederlo esultare diventerà una piacevole abitudine.

BettegaHome

L'ARMONIA

Ci sono tantissimi gol realizzati da Bettega che s'impongono per la raffinatezza con la quale vengono confezionati. Una caratteristica predominante è la capacità di colpire d'esterno, come in questa azione in Juventus-Pescara nel 1979-80. Un gol tra i più belli, nei quali viene esaltata la sua propensione al dialogo – è uno straordinario disegnatore di triangoli – e il tocco a tu per tu con il portiere. Un prodigio di armonia, qualcosa che solo i campioni sanno inventare.

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IL CORAGGIO

Non stupisce tanta bellezza tenendo conto di come Bettega l'abbia mostrata con spiccata naturalezza sin da subito. Ne è prova uno degli exploit più iconici, il colpo di tacco che illumina una grande vittoria per 4-1 in casa del Milan. Siamo solo al secondo anno in Serie A, ma il giovane Roberto realizza un'opera d'arte e la motiva in due modi: è figlia dell'incoscienza di un ragazzo; è l'unico modo per colpire quel pallone. Solo che all'epoca gol così non si vedevano mai, erano pezzi unici...

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LA FREDDEZZA

Avrebbero potuto essere molti di più i gol di Bettega se si fossero conteggiati – come si fa oggi – i tiri deviati ma indirizzati nello specchio della porta, all'epoca considerati autogol. E si sarebbe incrementato il numero anche se Roberto avesse calciato i rigori, compito che ha iniziato a fare – e non in maniera continuativa – solo dal 1979-80, quando ha vinto la classifica marcatori. Fornendo un'ulteriore prova di esemplare freddezza al cospetto delle responsabilità.

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IL VOLO D'ANGELO

Dal primo gol in Serie A contro il Catania, Bettega ha realizzato tantissimi gol di testa. Una sua specialità, tanto da essere paragonato istintivamente a colui che a Torino, prima di lui, aveva rappresentato l'eccellenza nel gioco aereo: il gallese John Charles. Elevazione, potenza, precisione nell'indirizzare il pallone: una somma di caratteristiche che hanno trovato una della massime espressione in una rete realizzata con un volo d'angelo al Comunale di Torino con la maglia della Nazionale, in un memorabile Italia-Finlandia (nella foto).

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