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In finale, dal dischetto

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In finale, dal dischetto
In finale, dal dischetto
In finale, dal dischetto

Allegri aveva avvertito i suoi alla vigilia. Nonostante il 3-0 della gara di andata, la finale andava ancora conquistata e contro un'Inter ferita, dalla sconfitta di domenica allo Stadium, non sarebbe stato facile. È stato buon profeta il tecnico bianconero, ma i suoi uomini hanno evidentemente recepito il messaggio troppo tardi, quando i nerazzurri avevano già ristabilito la parità, segnando per tre volte alla difesa meno battuta del campionato. Sono i rigori a decidere l'esito della sfida e la Juve dal dischetto si dimostra infallibile, mentre l'errore di Palacio vanifica la rimonta della squadra di Mancini.

Una rimonta che l'Inter vuole fortemente e si intuisce fin dai primi minuti, vedendo l'intensità che i nerazzurri mettono nel proprio gioco. La Juve riesce inizialmente a resistere all'impatto e concede la prima conclusione solo dopo dieci minuti, con Neto che guarda il sinistro di Perisic spegnersi sul fondo. Il secondo tentativo però è già decisivo: Medel recupera palla al limite dell'area bianconera con un intervento a dir poco vigoroso su Hernanes e serve Brozovic, che è libero di piazzare il sinistro rasoterra in rete. Il vantaggio riaccende le speranze dell'Inter e Ljajic va vicino al raddoppio entrando in area dalla sinistra e centrando la traversa con una sventola in diagonale. È ancora il serbo a mandare a fil di palo un rasoterra allo scadere del primo tempo. Tra le due conclusioni però, non c'è molto altro: il gioco è spezzettato, anche piuttosto confuso e la Juve, pur riuscendo a controllare gli avversari, non riesce a imbastire manovre efficaci e non arriva mai dalle parti di Carrizo. L'atteggiamento dei bianconeri è troppo morbido e non cambia in avvio di ripresa. Al contrario l'Inter entra in campo ancora più convinta è già al 4' trova il raddoppio: Eder se ne va sulla destra, vede Perisic arrivare a centro area e, approfittando del ritardo con cui ripiegano i difensori bianconeri, serve un assist rasoterra che va solo spinto in rete.

A questo punto la Juve prova a scuotersi con Zaza, che parte palla al piede dalla tre quarti, arriva in area e scarica il destro. Carrizo è battuto, ma il pallone si stampa sul palo. Ora la partita è ben più vivace e l'Inter prova a colpire in contropiede con la ripartenza di Ljajic, che sfiora il palo dal limite dell'area. Allegri interviene, sostituendo Lichtsteiner con Barzagli e passando alla difesa a tre, quindi cambia Hernanes con Lemina. I nerazzurri però insistono, sfiorano il terzo gol con il colpo di testa di D'Ambrosio, che mette alto di un soffio il colpo di testa di Ljajic, e dopo aver sostituito il serbo con Palacio, al 36' arrivano al 3-0, con Brozovic, che trasforma il calcio di rigore concesso per l'atterramento di Perisic da parte di Rugani.

Tutto da rifare, ma ora è difficilissimo, perché l'Inter viaggia sulle ali dell'entusiasmo, mentre la Juve ha sulle spalle il pesantissimo fardello, costituito dall'aver dilapidato l'enorme vantaggio della gara di andata. Allegri prova a cambiare l'inerzia della partita, inserendo Pogba al posto di Asamoah, ma è sempre l'Inter ad attaccare e Neto evita che la rimonta nerazzurra si completi togliendo dall'angolino il sinistro al volo di Perisic.

Si va ai supplementari e la Juve sembra risvegliarsi anche se l'Inter arriva per prima alla conclusione, con il solito Perisic, che di testa costringe Neto ad alzare sopra la traversa. I bianconeri però ora comandano il gioco, hanno un altro atteggiamento e ne è l'emblema è l'azione personale di Zaza al 10': l'attaccante lucano si avventa su un pallone che sembra ormai perso, lo riconquista e arriva al tiro in diagonale, mettendo a lato di pochissimo. Tre minuti ed è sempre lui, imbeccato da Pogba, a riprovarci, mancando ancora la porta di un soffio.

Il francese è il valore aggiunto della Juve in questa fase di partita e va vicino al gol in avvio del secondo tempo supplementare, con una girata al volo su calcio d'angolo di Cuadrado. Le due squadre sono stanchissime gli schemi saltano e spesso il gioco viene interrotto perché qualche uomo rimane a terra in preda ai crampi. La Juve prova a dare tutto fino alla fine alla ricerca di quel gol che, nonostante la sconfitta, la qualificherebbe comunque, e proprio negli ultimi secondi per due volte Morata sembra avere l'occasione buona, ma sul suo destro prima e sul suo colpo di testa poi, Carrizo compie un doppio miracolo che manda la sfida ai calci di rigore.

Dopo aver vissuto una partita del genere, seguire i tiri dal dischetto è un'esercizio di apnea. Ma i bianconeri, dopo cinque penalty, fanno tirare il fiato. Barzagli, Zaza, Morata, Pogba e Bonucci sono infallibili, mentre per l'Inter sbaglia Palacio che calcia sulla traversa. La Juve scaccia l'incubo e va in finale contro il Milan. E forse la gara di questa sera, può essere una salutare lezione: ogni partita va giocata al massimo, sempre e fino alla fine. E non è un modo di dire.

INTER-JUVENTUS 6-5 (3-0 dopo tempi supplementari)

RETI: Brozovic 16' pt, Perisic 4' st, Brozovic (rig.) 37' st SEQUENZA RIGORI: Barzagli gol, Brozovic gol, Zaza gol, Palacio traversa, Morata gol, Manaj gol, Pogba gol, Nagatomo gol, Bonucci gol INTER Carrizo; Santon, D'Ambrosio, Juan Jesus, Nagatomo; Brozovic, Medel, Kondogbia (1' st Biabiany); Perisic, Eder (8' sts Manaj), Ljajic (30' st Palacio) A disposizione: Handanovic, Berni, Telles, Gnoukouri, Della Giovanna, Gyamfi, Melo, Icardi Allenatore: Mancini JUVENTUS Neto; Lichtsteiner (10' st Barzagli), Rugani, Bonucci, Alex Sandro; Cuadrado, Sturaro, Hernanes (26' st Lemina), Asamoah (41' st Pogba); Morata, Zaza A disposizione: Buffon, Rubinho, Padoin,Pogba, Khedira, Pereyra, Dybala, Favilli Allenatore: Allegri ARBITRO: Gervasoni ASSISITENTI: Giallatini, Dobosz QUARTO UFFICIALE: Giacomelli AMMONITI: 24' pt Juan Jesus, 37' pt Sturaro; 41' st Bonucci, 46' st D'Ambrosio, 47' st Perisic, 47' st Cuadrado; 2' pts Lemina, 8' pts Pogba, 12' pts Eder, 1' sts Santon, 4' sts Zaza

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