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Juve-Inter | La partita 

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Un grande secondo tempo, Rabiot e ancora Fagioli. Gli ingredienti da mescolare forte per ottenere un Derby d'Italia che significa tre punti, quarta vittoria di fila e zona Champions di nuovo nel mirino.

LA GARA

Inizio partita su ritmi non altissimi: nei primi minuti è l'Inter a gestire maggiormente il pallino del gioco, facendosi viva dopo pochi giri di lancette con Di Marco e, al quindi, con una conclusione tesa e improvvisa di Lautaro, che non inquadra la porta.

Gradatamente, la Juve esce e comincia a disegnare le sue trame: si alza il pressing, soprattutto su Onana, dato che l'Inter dà l'impressione di voler ripartire molto spesso dal basso, e al 19 i bianconeri vanno anche vicini al gol, con un intervento in scivolata di Bremer su cross da sinistra, ma il brasiliano trova l'esterno rete.

Al 26' brivido per la Juve: calcio d'angolo da sinistra, "spizza" di testa Lautaro, la gira sempre di testa Dzeko che non trova la porta per una quesitone di centimetri. La partita resta in equilibrio, la Juve non si fa impaurire dal pericolo scampato e torna nella metà campo interista, facendosi vedere con Cuadrado da destra (26') e Kostic da lontano (30'). Sono però tentativi che non impensieriscono Onana: la sensazione è che manchi ancora qualcosa in fase di ultima palla per sbloccare la partita.

Nell'ultimo terzo di frazione, allora, è l'Inter a prendere coraggio: due volte con Dumfries, che prima (33') calcia sul fondo un diagonale da posizione favorevole e poi (42'), su cross di Barella, spedisce alto un passo davanti a Szczesny. E' la seconda palla gol davvero nitida per l'Inter, che chiude il primo tempo con una botta al volo di Acerbi, su cui si "sacrifica" Alex Sandro. Più Inter che Juve, dunque, come conferma il dato di zero tiri nello specchio per i bianconeri,

RIPRESA A TUTTO ADRIEN

Il secondo tempo si apre, dopo pochi secondi, con un colpo di testa di Rabiot che non trova lo specchio, In sé, un'occasione nemmeno troppo pericolosa, ma un segnale che la Juve è tornata in campo con un altro piglio e, col senno di poi, un piccolo spoiler.

Se infatti l'Inter si fa pericolosa, anzi pericolosissima, al 47', con una gran botta di Calhanoglu che Szczesny alza in corner (con l'aiuto della traversa), al 52' la Juve stappa la partita, con una corsa imperiosa di Kostic sul fronte sinistro e, soprattutto, con il magnifico piattone di Adrien, che si apre proprio al momento giusto, quello in cui supera Onana.

La Juve si è accesa, la partita si è accesa: al 63' Danilo segna il 2-0 (ancora su cross di Kostic), e proprio mentre l'Allianz Stadium è diventato una bolgia, tutto si ferma perchè, dopo un lunghissimo controllo al VAR, viene rilevato un fallo di mano di Danilo nell'atto di concludere in rete.

L'Inter prende coraggio e mantiene per lunghi tratti il possesso, per fortuna della Juve senza creare danni alla porta di Szczesny, che comunque al 74' è decisivo di piede su un colpo a botta sicura di Lautaro. La Juve resta in partita, come conferma il palo, clamoroso, colpito da un grande Kostic (con la decisiva deviazione di Onana) al 76'. Intanto, Allegri mette dentro Chiesa prima e Di Maria poi.

IL RAGAZZO BIANCONERO

Ormai il clima è incandescente, e a infuocarlo definitivamente ci pensa, per la seconda partita consecutiva in Serie A, quel ragazzo Next gen, che più Next Gen non si può: contropiede perfetto, orchestrato da Di Maria, perfezionato - ancora! - da Kostic e concluso da Nicolò Fagioli.

Si chiude così: con gli "olé" di un pubblico finalmente entusiasta. Quello stesso pubblico che, pochi secondi prima, aveva cantato a squarciagola "Fagioli uno di noi".

Non c'è fotografia migliore per una serata perfetta.

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