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La festa, la coppa da vincere, il futuro: parola a Stephan

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La festa, la coppa da vincere, il futuro: parola a Stephan
La festa, la coppa da vincere, il futuro: parola a Stephan
La festa, la coppa da vincere, il futuro: parola a Stephan

«Siamo la Juventus, non molliamo niente. Abbiamo una Coppa Italia da vincere e tre partite da onorare». Se per caso vi state chiedendo quale sia lo stato d’animo dei bianconeri in questo momento, dopo la vittoria di uno Scudetto pazzesco, la risposta arriva direttamente dalle parole di Lichtsteiner: «Questa è la filosofia che abbiamo seguito anche durante la rimonta: pensare a vincere partita dopo partita».

Certo, però, che la tentazione di guardarsi indietro c’è: «A ottobre è chiaro che qualche dubbio lo avevamo, dopo un inizio molto difficile. Ma poi ci siamo parlati, ci siamo ripresi, sapevamo di essere forti. A dicembre, guardando la classifica abbiamo capito che la vittoria finale era tornata fattibile».

Fattibile è un conto, concreta un altro: quando hanno capito i ragazzi che lo Scudetto era dietro l’angolo? «Solo dopo le ultime partite – spiega Swiss Express – in particolare dopo aver vinto a Milano e a Firenze: a quel punto eravamo ottimisti».

E lunedì è scattata la grande festa: «Si, siamo stati felici, lo avrete visto tutti, immagino. Ma aspettiamo le prossime occasioni per festeggiare ancora…»

Continua Stephan: «In questi anni abbiamo vinto specialmente grazie a noi e ai nostri meriti, perché gli avversari ci sono sempre stati: penso al Milan il primo anno, alla Roma senza cui non avremmo fatto 102 punti e al Napoli, che questa stagione ci ha dato filo da torcere. Immagino che, nella prossima stagione, Roma e Napoli saranno ancora avversari importanti e aggiungo Milan e Inter, che si riprenderanno».

A proposito di futuro, inevitabile un pensiero alla Champions League: «Abbiamo dimostrato con la finale dello scorso anno e con la prova con il Bayern che la Juve c’è. Credo che siamo pronti anche per vincere, ci vuole anche un po’ di fortuna e attenzione a tutti i dettagli, perché poi sono quelli che determinano le vittorie».

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