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Marotta: «Programmazione, il segreto del successo»

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Marotta: «Programmazione, il segreto del successo»
Marotta: «Programmazione, il segreto del successo»
Marotta: «Programmazione, il segreto del successo»

Due scudetti consecutivi, il bilancio in ordine, uno stadio che è un gioiello, altri progetti realizzati, dal J-Museum al College, altri ancora in divenire, come la ristrutturazione dell’area della Continassa... Il successo ottenuto sul campo è il più esaltante, certo, ma non è il solo. Anzi, si può dire che la forza della squadra di Conte sia lo specchio di quella della società, solida e vincente grazie al «senso di appartenenza della famiglia Agnelli e alla struttura organizzativa che il club è riuscito a darsi». A spiegarlo ai microfoni di Radio Anch’io Sport è Giuseppe Marotta, entusiasta per lo scudetto appena vinto, ma già pronto a disegnare il futuro: «Il calcio e lo sport in generale è fatto di programmazione. Senza questa, i risultati non possono arrivare, se non casualmente».

Un pensiero in linea con quello di Conte, con cui «il rapporto è ottimo e il confronto quotidiano - prosegue l’amministratore delegato - E’ chiaro che quando un professionista raggiunge velocemente traguardi importanti diventa normale fare delle riflessioni, che nascono dall’amore per il proprio lavoro e per rispetto dell’azienda per cui lavora. Le aspettative intorno alla Juventus sono sempre molto alte e dopo questi due scudetti lo sono ancora di più. Vincere però non è né scontato né semplice e credo sia questo il senso del messaggio che ha voluto lanciare nei giorni scorsi. In questi anni abbiamo creato un modello, anche al punto di vista tattico, non basato sul singolo, ma sul collettivo. I numeri dicono che siamo ancora la squadra più prolifica del campionato e la difesa meno battuta».

L’obiettivo, naturalmente, è continuare a vincere in Italia e colmare il gap con le grandi d’Europa, Bayern in testa: «Quello dei tedeschi è un modello difficilmente raggiungibile nel breve, non solo per la Juventus, ma per tutte le squadre europee. E’ una realtà costruita negli anni, ha ricavi praticamente doppi rispetto ai nostri e quindi un budget importante a disposizione. E’ un punto di riferimento, ma rappresenta l’eccezionalità nel nostro mondo. L’eldorado del calcio oggi non è più in Italia, che anzi vede a rischio anche il quarto posto nel ranking Uefa. Dovremo quindi definire le strategie di intervento per perfezionare un gruppo che in due stagioni ha già vinto con grandissimo merito, coniugando le idee con le disponibilità economiche».

Con la vittoria di ieri, infine, si è riproposto il tema legato agli scudetti bianconeri, ora 31 sul campo: «La storia non si cancella e intorno a calciopoli c’è molto mistero - spiega Marotta - La Juventus ha pagato amaramente quanto accaduto e ancora oggi, visto che sono aperti ancora procedimenti giuridici, la società ha il dovere di chiedere che venga fatta chiarezza fino in fondo».

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