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Paratici: «Grazie Juventus»

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Paratici: «Grazie Juventus»
Paratici: «Grazie Juventus»
Paratici: «Grazie Juventus»

Undici stagioni di vittorie e soddisfazioni. Diciannove trofei totali. Sono solo alcuni dei numeri di Fabio Paratici con il club bianconero. Oggi all’Allianz Stadium il Presidente della Juventus, Andrea Agnelli, ha voluto salutare il dirigente piacentino che lascia dopo un'epoca di grandi successi.

Prima dei ringraziamenti ha però aperto la conferenza stampa su tre temi di attualità. «Prima di tutto sulla stagione appena terminata: ci tengo a ringraziare Andrea Pirlo e tutto il suo staff, perché abbiamo vinto due trofei e ottenuto l’accesso alla Champions League, dunque è stato un anno positivo. Per quanto riguarda il ritorno di Max Allegri mi piace sottolineare la determinazione, la grinta e la voglia di ributtarsi sul campo sua e di tutto lo staff». Il Presidente della Juventus ha poi toccato l’argomento delle competizioni internazionali. «Per molti anni ho cercato di cambiare quelle europee dall’interno, ho fatto tutta la gavetta nell’ECA fino ad arrivare alla presidenza e membro esecutivo UEFA; i segnali di crisi erano evidenti già prima della pandemiaLa Superlega non è mai stata un tentativo di colpo di stato, ma un grido disperato di allarme per un sistema che, consapevolmente o meno, si indirizza verso l’insolvenza. Nell’introduzione del budget UEFA 2021/2022, documento approvato nel congresso di Montreux lo scorso 20 aprile e portato in approvazione all’Esecutivo nel dicembre 2020, c’è scritto “siamo lieti di presentarvi la proposta del budget 2021/2022 e i numeri che vi presentiamo per la vostra approvazione si basano su due assunti: che la crisi sanitaria ormai è storia e che lo sviluppo del calcio continua come sempre”Tutti voi sapete cosa stavamo vivendo in quel momento, nel dicembre 2020. L’accordo tra i fondatori era condizionato al preventivo riconoscimento della competizione stessa da parte di UEFA e da subito i club hanno cercato un’interlocuzione. La risposta di UEFA è stata di totale chiusura e si è concretizzata nella richiesta di misure disciplinari gravissime solo ai danni di tre club che non hanno voluto piegarsi alle minacce della UEFA stessa. Non è con questo tipo di comportamenti che si riforma il calcio. Il desiderio di dialogo con la FIFA e con la UEFA, comunque, resta immutato. Juventus, Real Madrid e Barcellona sono determinati a giungere a una completa riforma delle competizioni europee anche e soprattutto nell'interesse dei club che in queste settimane ci hanno manifestato solidarietà e paura per questa situazione».

Andrea Agnelli ha poi ringraziato Fabio Paratici per «aver vissuto insieme grandi successi e tanti momenti felici e creato grandi progetti di sviluppo sportivo come Juventus Women e Under 23. Fabio ha portato tantissimi giocatori qui, ne cito tre: Tevez, Dybala e Ronaldo. Alla Juventus arrivò un ragazzo e adesso va via un uomo. Paratici ha un grande pregio: la curiosità. É un uomo istintivo, responsabile e vincente. Ha gestito il club in uno dei momenti più difficili della storia del calcio. Nel nome di tutta la Juventus dico: grazie Fabio. Sono stati 11 anni fantastici».

PARATICI: «GRAZIE JUVE»

La parola è passata poi a Fabio Paratici. «Ringrazio il Presidente e la Juventus per questa ultima occasione, la sento come un onore e un privilegio. Undici anni nella vita di una persona sono tantissimi, nel calcio e nel mio lavoro sono un’enormità. É stata un’epoca che ho condiviso con tantissime persone e ad ognuna di loro devo dire grazie, dai calciatori agli allenatori passando per tutti gli altri. Sono stati 11 anni meravigliosi in un club speciale, abbiamo vinto tanto e abbiamo perso tanto. È stata una fortuna troppo grande per me passare dalla Juventus, ho dato tutto quello che avevo, sono orgoglioso di come mi sono comportato e nello stesso tempo ho ricevuto più di quello che ho dato. La Juventus è fatta per renderti migliore. Qui la cultura del lavoro, la dedizione, la disciplina, la mentalità vincente, la vicinanza di una proprietà e di una famiglia che non ti fa mai mancare nulla, il supporto della gente che lavora con te è unica. Andrò in altri club e spero di trovare la stessa passione e lo stesso amore che si ha alla Juventus. Ho avuto nel mio lavoro un’autonomia totale. Ho potuto sperimentare e osare sapendo sempre di poter contare sulla fiducia di chi era al mio fianco e questa cosa è stata impagabile. Al di là dei titoli e delle vittorie, mi sono vissuto ogni minuto e ho avuto la fortuna di poter osservare ogni giorno alcuni tra i migliori giocatori del mondo e alcuni dei migliori giocatori della storia del calcio. Ho potuto condividere considerazioni, idee, pensieri con coloro che per i miei figli sono eroi del calcio come Nedved, Ronaldo, Buffon, Chiellini, Tevez e con i grandi allenatori che abbiamo avuto. Per un appassionato di calcio come me è stata una grandissima occasione e fortuna».

ANEDDOTI E CURIOSITÀ

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«Il momento più felice di questi 11 anni? Il gol di Borriello a Cesena (stagione 2011/2012, rete fondamentale nella rincorsa al primo dei 9 Scudetti consecutivi). L’acquisto più rischioso che ho fatto durante la mia gestione è stato Paulo Dybala. Era un ragazzo giovane che aveva fatto un anno in Serie A a Palermo e lo pagammo 40 milioni. Fu una grande scommessa. La consapevolezza di tutto quello che abbiamo fatto (vittorie e sconfitte) ce l’avremo tra una decina d’anni. La trattativa per portare Ronaldo a Torino? É stata veloce e diretta con pochi intoppi. Il colpo di mercato del quale vado più orgoglioso? Se devo dirne solo uno, dico Andrea Barzagli, forse quello più sottovalutato».

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