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RECAP | Supercoppa e Coppa Italia, i due trofei della stagione

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RECAP | Supercoppa e Coppa Italia, i due trofei della stagione
RECAP | Supercoppa e Coppa Italia, i due trofei della stagione
RECAP | Supercoppa e Coppa Italia, i due trofei della stagione

Due finali, due coppe. La Juventus chiude la stagione arricchendo il Tempio dei Trofei dello Juventus Museum con altri due trofei: la Supercoppa Italiana e la Coppa Italia, vinte entrambe a Reggio Emilia. La prima contro il Napoli, la seconda contro l'Atalanta. Due vittorie arrivate al termine di due gare diverse, in due momenti della stagione molto diversi tra loro. Due vittorie che vale la pena rivivere, perché vincere non è mai scontato e soffermarsi ad assaporare i traguardi è un dovere.

LA SUPERCOPPA ITALIANA

Il 20 gennaio 2021 la Juve ha la possibilità di alzare al cielo il primo trofeo della sua stagione: la Supercoppa Italiana. A Reggio Emilia, locus che al termine della stagione si rivelerà doppiamente amoenus per la Signora, i bianconeri sono pronti ad affrontare il Napoli di Gennaro Gattuso. La squadra di Mister Pirlo arriva a questo appuntamento con la voglia e la determinazione di dimenticare immediatamente il passo falso di San Siro contro l’Inter di tre giorni prima, unico stop dall’inizio del 2021 per la Juve, vittoriosa in precedenza in campionato contro Udinese, Milan, e Sassuolo, e in Coppa Italia contro il Genoa grazie alla rete decisiva di Hamza Rafia, talento dell’Under 23. Di fronte trova un Napoli reduce da tre vittorie consecutive, tra Serie A e Coppa Italia. L’importanza della posta in palio, però, azzera qualsiasi tema non legato all’attualità. Adesso conta soltanto il presente e la Juve lo sa bene.

Il match inizia subito con due novità importanti: Juan Cuadrado, guarito dal COVID-19 e recuperato nelle ore antecedenti al fischio d’inizio, è titolare e insieme a lui anche Dejan Kulusevski, quest’ultimo a comporre il duo d’attacco con Cristiano Ronaldo. A partire meglio è la Juve che, con il portoghese prima e Arthur poi, si affaccia due volte in rapida successione dalle parti di Ospina. Nei primi venti minuti c’è soltanto una squadra in campo: quella bianconera. La Signora ha approcciato nettamente meglio la gara rispetto al Napoli, tenendo sempre in mano il pallino del gioco, ma alla mezz’ora deve affidarsi ai riflessi di Szczesny, decisivo sul colpo di testa di Lozano nell’unica azione creata dai partenopei nella prima frazione. Come spesso accade nelle finali, il punteggio fatica a sbloccarsi e le due squadre rientrano negli spogliatoi a reti bianche.

A inizio ripresa c’è spazio per Bernardeschi che, appena entrato, indirizza con la punta verso la porta di Ospina un cross di McKennie, ma deve fare i conti con il portiere colombiano. La Juve continua a premere e dopo un’altra occasione creata con Arthur, arriva il meritato vantaggio che sblocca la finale: la firma è di quelle importanti e porta il nome di Cristiano Ronaldo, ovviamente. Sugli sviluppi di un corner, Bakayoko non è perfetto in chiusura e il pallone arriva nei pressi dell’area piccola, diventando invitante per CR7 che da lì non sbaglia mai, 1-0.

La Juve è avanti, ma non si accontenta e continua a spingere. Il Napoli, messo alle corde, riesce a guadagnarsi un calcio di rigore in una delle rare sortite offensive nell’area bianconera. Dal dischetto si presenta Insigne che, per evitare una possibile respinta di Szczesny, angola troppo la conclusione e calcia a lato. I bianconeri festeggiano, ma non è ancora finita.

Nel finale c’è spazio per Rabiot e Morata, per dare nuove energie fisiche e mentali. Il Napoli è alla ricerca disperata del pareggio e in pieno recupero c’è ancora la firma dell’estremo difensore polacco sull’intervento che salva il vantaggio. Sul corner seguente tutto il Napoli è riversato nella trequarti bianconera alla ricerca disperata del gol del pareggio, ma il pallone arriva dalle parti di McKennie che scappa in contropiede e una volta arrivato a tu per tu con Ospina, lo allarga per Morata che deve soltanto spingerlo in porta per il definitivo 2-0.

Finisce così, ancora una volta con la Juve in festa. Per la nona volta i bianconeri vincono la Supercoppa Italiana, scrivendo un’altra pagina della nostra incredibile storia e di quella del calcio italiano.

Match Rewind | La 9° Supercoppa Italiana

LA COPPA ITALIA

La Juventus che torna a Reggio Emilia per affrontare l'Atalanta è una squadra che si gioca tanto. Una settimana prima, in quello stesso campo, è arrivata una vittoria importantissima contro il Sassuolo che ha permesso di non spegnere le speranze di quarto posto. Speranze ulteriormente alimentate dal successo di pochi giorni dopo contro l'Inter al termine di una gara dispendiosa sia dal punto di vista fisico che psicologico. Certe vittorie, però, sono capaci di dare una carica unica e quella contro i nerazzurri è una di quelle. Dall'altra parte c'è un'Atalanta in grande condizione, che ha già centrato la qualificazione in Champions League; la Juve, invece, si giocherà tutto qualche giorno più tardi a Bologna, costretta a sperare in un passo falso di Napoli o Milan. La possibilità di alzare un trofeo, però, non va sprecata e non c'è spazio per altri pensieri.

Mister Andrea Pirlo si gioca la carta Dejan Kulusevski in avanti accanto a Cristiano Ronaldo (come nella finale di Supercoppa), l'Atalanta non cambia il suo volto. L'avvio della squadra di Gasperini è su ritmi elevatissimi, ma la Juve regge l'urto, lascia scorrere la prima ondata uscendone indenne e poi colpisce. Il vantaggio lo firma proprio Kulusevski, disegnando, con il suo mancino, una traiettoria su cui Gollini non può fare nulla. I bianconeri amministrano bene, ma al 41' una fiammata di Malinovskyi ristabilisce l'equilibrio, mandando le squadre al riposo sull'1-1.

Se nel primo tempo a partire bene era stata l'Atalanta, nella ripresa è la Juve prendere in mano la partita, dominando tutti i secondi 45 minuti. Prima Gollini si supera su Kulusevski, poi il palo dice no al 2-1 firmato Chiesa. La voglia di vincere, però, è troppa e proprio Fede, pochi istanti prima di lasciare il campo, dopo uno scambio splendido con Kulusevski, segna il gol che sarà decisivo.

Al triplice fischio esulta la Juve e ad aggiungere ulteriore emozione c'è il fatto di poterlo fare nuovamente con i propri tifosi, la cui mancanza si è sentita terribilmente in questa stagione, e che, come i giocatori in campo, si sono meritati questa vittoria.

È la quattordicesima Coppa Italia della nostra storia: come spesso accade quando si contano i trofei, più di chiunque altro.

Coppa Italia, la festa per il trofeo!

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